Ownshelf, un Megavideo (legale) per gli ebook
Ownshelf
Lifestyle

Ownshelf, un Megavideo (legale) per gli ebook

Una cloud per condividere i propri ebook in formato ePub e allo stesso tempo una biblioteca virtuale dove prendere in prestito libri digitali. Ecco perché Ownshelf potrebbe sfondare

Sinceramente, mi sembrava strano che ancora non fosse spuntato qualcosa di simile. Una piattaforma che ti consente di caricare su cloud ebook in formato ePub e condividerli con il resto della Rete. L’idea è tuttaltro che innovativa, ma ci è voluta l’’intraprendenza di un veterano dell’industria dei videogiochi come Rick Marazzini perché Ownshelf diventasse realtà.

Accessibile già da ora in versione anteprima, Ownshelf è un servizio che permette di aggiungere libri digitali a una propria libreria virtuale, condividerla con gli amici e, soprattutto, prestare libri a chi ne faccia richiesta. A differenza di altri servizi (come Anobii) questa libreria virtuale non è un mero elenco dei libri che hai letto, ma un archivio di file ePub, una sorta di DropBox a misura di libro.

L’idea certo è valida, del resto tutti abbiamo prestato (o ci siamo fatti prestare) libri, e molte volte quei libri prestati si sono rivelati preziosi. Ownshelf punta a rendere molto più semplice questo processo creando una sorta di biblioteca virtuale, dove gli amici possono incontrarsi e prestarsi libri. Purtroppo, per ora nella sezione amici compaiono solo i contatti Facebook che si sono iscritti a Ownshelf, quindi la piattaforma non è quello che può definirsi un porto di mare. Ma Marazzani punta a renderla molto più appetibile con l’imminente lancio ufficiale della versione beta, in cui compariranno librerie virtuali di autori famosi (per ora c’è quella di Paulo Coelho ), nella speranza che altri si aggiungano e decidano di mettere a disposizione estratti dei loro libri preferiti, anteprime o intere opere in creative commons.

"Oggi non siamo più in grado di vedere cosa stia leggendo la gentespiega Marazzani “questo perché tende sempre meno a impilare libri sul tavolo del caffè, sulle mensole o sul comodino. Il nostro obbiettivo e rimpiazzare tutto ciò con qualcosa di virtuale, dove puoi andare e ricevere raccomandazioni del tipo ‘Hey, prova questo, leggi’”.

So cosa state pensando: come può un servizio simile assicurarsi di rimanere entro lo steccato della legalità? Come può, in sostanza, evitare una deriva in stile Megavideo che porti alla condivisione selvaggia di libri digitali coperti da diritto d’autore? Per dirne una: costringendo gli utenti a utilizzare Facebook per iscriversi alla piattaforma. Come Amazon non manca di ricordare sulle sue pagine web, quando si “acquista” un ebook non si ha la proprietà effettiva di quel file digitale, lo si ha tecnicamente in concessione. Questo significa che se una persona carica su Ownshelf un ebook che ha acquistato su Amazon, commetterà un illecito. Dalla sua Ownshelf si limita a dichiarare che “i libri che carichi sulla tua libreria virtuale potrebbero essere protetti da copyright. Tienine conto e valuta se il caricamento del libro è a tutti gli effetti legale.

Basterà a impedire che il sito si trasformi in un Megavideo per gli ebook? Le statistiche suggeriscono di no. I dati raccolti da PewResearch indicano che l’81% di chi legge ebook si basa su raccomandazioni di amici, conoscenti o su consigli reperiti sul Web, il 36% di chi possiede un tablet dichiara di copiare gli ebook e il 39% di chi legge libri digitali riconosce di non aver acquistato il suo ultimo ebook.

In attesa che Ownshelf faccia il suo ufficiale debutto, attendiamo a braccia conserte gli anatemi dei colossi dell’editoria tradizionale.

Seguimi su Twitter: @FazDeotto

I più letti

avatar-icon

Fabio Deotto