Santiago del Cile, cinque libri per la città del nuovo Extremo
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Santiago del Cile, cinque libri per la città del nuovo Extremo

Dai versi di Pablo Neruda a Isabel Allende fino alle cronache di Sepulveda per scoprire la città dalle "grandi ambizioni ma dal cuore di un paesello"

Tutte le volte che vado a Santiago mi accorgo che una parte della città è in bianco e nero, e l'altra è in technicolor... La Santiago della mia infanzia aveva ambizioni da grande città, ma il cuore di un paesello. Si sapeva tutto di tutti. Se alla messa della domenica mancava qualcuno, la notizia circolava alla svelta, e prima di mercoledì il parroco bussava alla porta del peccatore per chiederne conto”.

Sapore latino. Dimensioni metropolitane. Angoli di “paesello”. Santiago del Cile risuona così tra le righe di Il mio paese inventato di Isabel Allende, scrittrice peruviana ma adottata dal Cile, nipote del presidente Salvador morto sotto la violenza del golpe militare che avrebbe dato il via alla dittatura di Pinochet. E proprio 28 anni dopo Allende decide di far rivivere case, persone, momenti, colori, profumi della sua città, paesaggi vecchi e nuovi tra ricordo e realtà.

Siamo a “Santiago del nuevo Extremo”, come fu chiamata quando venne scoperta nel ‘500. Centro abitato tra la Cordigliera delle Andre e la Cordigliera della costa. Lì all’estremo sud del mondo. Nella città che ha dato i natali a due grandi premi Nobel per la letteratura: prima a Gabriela Mistral e poi al suo allievo Pablo Neruda (imperdibili le raccolte Crepuscolario e Cien sonetos de amor).

Notte, neve e sabbia disegnano la forma
della mia patria sottile,
tutto il silenzio giace nella lunga linea,
tutta la spuma dalla barba marina,
tutto il carbone la colma di misteriosi baci...

Così Neruda descrive il suo Paese. Tanto che la stessa Allende nel suo romanzo ricorda: "... per veder il mio paese con gli occhi del cuore bisogna leggere Pablo Neruda, il poeta nazionale, che ha immortalato nei suoi versi i paesaggi superbi, i profumi e le albe, la pioggia insistente e la dignitosa povertà..."

La stessa dignitosa povertà raccontata in Calle Bucarest 187, Santiago del Cile , indirizzo che dà il titolo al romanzo di Patricia Verdugo. È casa sua e il 20 luglio del 1976, a tre anni dal golpe di Pinochet, una squadra della morte rapisce suo padre Sergio e lo fa ritrovare morto nel fiume che attraversa Santiago, il Mapocho. Lo spunto cruento le serve per raccontare dettagli della drammatica storia del Cile, delle migliaia di desaparecidos e del cammino verso il cambiamento in una Santiago autentica e vicina.

Davvero bello è Ho paura torero di Pedro Lemebel. Il protagonista è la Fata dell'angolo, travestito passionale e canterino, sartina delle signore dei quartieri alti, delle mogli dei generali che ruotano intorno al dittatore Augusto Pinochet. Vive in uno dei quartieri periferici di “una Santiago di mezza tacca” e si innamora di Carlos, militante del Fronte patriottico Manuel Rodríguez, a caccia di un nascondiglio sicuro per le sue riunioni clandestine che la Fata per amore gli offre. E dove organizza quello che sarà un vero e proprio attentato al dittatore al Cajón del Maipo, residenza estiva che domina Santiago dall'alto. Da cui uscirà illeso. Un fatto però che cambierà la vita di tutti.

Per capire, infine, il dopo Pinochet in una Santiago (e in un Cile) in piena rivoluzione ci affidiamo alla penna di Luis Sepulveda. Ne Il generale e il giudice ha raccolto articoli scritti tra il 1998 e il 2003 in cui racconta le fasi successive all’arresto del dittatore per genocidio, terrorismo e tortura e lo fa con la cronaca di quei giorni e con le vicende personali: battaglie, esilio, amici perduti e ritrovati, sogni. Illusioni.

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I LIBRI CONSIGLIATI

I. Allende, Il mio Paese inventato, Feltrinelli
P. Lemebel, Ho paura torero, Marcos y Marcos
P. Neruda, Crepuscolario, Passigli
L. Sepùlveda, Il generale e il giudice, Tea
P. Verdugo, Calle Bucarest 187, Santiago del Cile, Dalai Editore

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Ilaria Molinari

Sono nata a Roma, ma Milano mi ha adottata ormai da tempo. Sono web content manager di Panorama.it e di Iconmagazine.it. Ma niente mi rilassa di più che cantare, leggere e viaggiare. Dunque canto, leggo, viaggio. "Un vero viaggio di scoperta non è cercare nuove terre, ma avere nuovi occhi" (Marcel Proust)

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