Niceville di Carsten Stroud: dove il male è nato
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Niceville di Carsten Stroud: dove il male è nato

Esclusiva. Esce il romanzo che ha scatenato un’asta internazionale tra i principali editori europei. Leggi in anteprima, solo su Panorama.it, un estratto

Un caso editoriale annunciato, che ha scatenato un’asta internazionale tra i maggiori editori europei. Il 13 settembre arriva nelle librerie Niceville di Carsten Stroud (Longanesi). Ambientato in una piccola cittadina del sud degli Stati Uniti, è uno spy-thriller che è riuscito a monopolizzare l’attenzione di lettori e addetti ai lavori all’ultima fiera d Francoforte. In esclusiva per Panorama.it, e per gentile concessione dell’editore, pubblichiamo un estratto del romanzo.

di Carsten Stroud

Il pomeriggio di Coker richiede
un bel po' di concentrazione

La radio iniziò a vibrare nella tasca di Coker, come un insetto intrappolato in una bottiglia. Coker era profondamente concentrato e visualizzava nella mente lo svolgersi degli avvenimenti. Era un trucco zen che un tempo gli veniva spontaneamente, ma era passata molta acqua sotto i ponti. Era appostato nell'erba giallastra delle praterie e stava tenendo d'occhio un corteo di auto nere che si snodava come un serpente nella vallata verde. Tra le mani aveva un pesante fucile, caldo e consistente come il collo di un cavallo. Ai piedi, un televisore portatile.

La radio vibrò di nuovo.

Coker prese le cuffie, le infilò e premette un pulsante.

«Sì.»

«Siamo al chilometro settantacinque.»

La voce di Danziger era piatta e calma, ma tesa. Coker riuscì a sentire le sirene sullo sfondo, il sibilo del vento e il ruggito degli pneumatici sull'asfalto dell'autostrada.

«Quanti?»

Coker ascoltò un breve ma concitato scambio tra Danziger e Merle Zane, l'autista. Entrambi avevano voci cariche di adrenalina, ma c'era da aspettarselo.

«Per ora solo quattro» rispose Danziger, tornando in linea. «Ci sono addosso, ma rimangono abbastanza indietro. C'è anche un elicottero della televisione sopra di noi, ma per quanto possiamo vedere non ci sono ancora elicotteri della polizia. Cos'abbiamo davanti?»

«Per il momento non ci sono posti di blocco, la strada è libera.»

«Ottimo» replicò Danziger. «Per...»

Coker udì uno schianto e il suono di un vetro che andava in frantumi, poi la voce di Merle Zane che imprecava.

«Cristo, ci stanno sparando.»

Coker abbassò gli occhi sul televisore e udì la voce concitata della cronista. In basso sullo schermo si leggeva diretta esclusiva! inseguimento della polizia sulla route 311 south skycom news inseguimento della polizia! diretta esclusiva! Ma il nome della cronista non c'era. Coker immaginò che, chiunque fosse, si stesse divertendo un mondo.

Buon per te.

Divertiti finché puoi, ragazzina.

Si appoggiò al tronco di un albero, si portò il fucile in grembo, respirò lentamente e si sintonizzò sull'ambiente circostante.

Udì il rombo dell'elicottero che si avvicinava basso all'orizzonte, nascosto dalle cime degli alberi. Poi, appena coperto dalle sirene, udì il rumore stridente degli pneumatici quando Merle sterzò bruscamente su una curva a quattrocento metri di distanza.

Coker soppesò il fucile, infilò delle cuffie isolanti, espirò lentamente, si accovacciò, appoggiò il treppiede del fucile su un ceppo di fronte a lui e mosse il calcio fino a che il freno di bocca non inquadrò le cime degli alberi.

Il fucile era un semiautomatico a cinque colpi. Aveva cinque proiettili nel caricatore e altri tre caricatori pieni erano dentro la borsa di tela posata sull'erba al fianco di Coker.

Coker sapeva che se si fosse trovato ad aver bisogno di quei caricatori di scorta, sarebbe morto entro il tramonto.

Inspirò, espirò lentamente fino a metà e si immobilizzò.

Premette il grilletto.

Il Barrett sussultò fra le sue mani, rinculando contro la sua spalla destra, i gas di combustione sbuffarono ai lati della canna. L'immagine dell'elicottero nel mirino fu momentaneamente oscurata dall'ondata di calore, ma Coker distinse nettamente il pilota colpito al petto dal proiettile calibro 50.

L'uomo praticamente esplose: lo shock idrostatico colpì i tessuti del suo corpo alla velocità del suono, come un asteroide che si schianta nel mare.

Il terreno sotto di lui vibrò per lo schianto quando l'elicottero si abbatté a terra, oltre la fila di alberi. Con la coda dell'occhio scorse una fiammata arancione levarsi verso il cielo, ma ormai aveva cambiato posizione, risistemando il fucile per puntarlo verso l'autostrada. La Magnum di Merle schizzò fuori da una curva, dirigendosi verso la posizione di Coker.

Alla sinistra dell'auto nera di Merle, Coker disponeva di uno scorcio abbondante dell'interceptor blu scuro all'inseguimento.

Non riusciva ancora a inquadrarlo completamente.

Ma era abbastanza.

Conficcò il secondo dei cinque proiettili nel cofano dell'interceptor. Il motore surriscaldato esplose in ogni direzione, schegge di metallo incandescente perforarono le paratie e colpirono l'autista in faccia, al petto e al ventre. Il veicolo sbandò a destra, guidato dalle mani ormai inerti dell'uomo al volante.

Si schiantò contro gli alberi e il sangue schizzò sull'interno del parabrezza, inondando l'airbag. L'auto si impennò, poi sbatté di nuovo a terra e iniziò a fumare.

Ora Coker aveva la visuale aperta sul secondo veicolo, l'auto dello sceriffo. C'era un uomo solo, al volante. Coker lo vide voltarsi a guardare mentre superava i resti dell'interceptor, la bocca aprirsi per lo shock – lo riconobbe, era un giovane poliziotto in gamba della contea di Cullen, si chiamava Billy Goodhew.

In quell'istante, Merle Zane e Charlie Danziger oltrepassarono a tutta velocità la postazione di Coker, suonando il clacson. Danziger guardava dal finestrino.

Coker però non si voltò, a malapena cosciente del loro passaggio. In quel momento, nemmeno una scarica di nove millimetri accanto al suo orecchio l'avrebbe distratto.

Il terzo colpo di Coker asportò la testa e il tronco di Billy Goodhew, facendoli schizzare sulla rete protettiva alle sue spalle.

Coker mandò il quarto colpo nella fiancata dell'auto alla sua sinistra e vide il tettuccio punteggiarsi di schegge e il vetro ricoprirsi di sangue nero. Nessuno scese dal lato del passeggero, quindi Coker immaginò che l'autista fosse da solo.

Povero bastardo.

Coker dedicò la propria attenzione all'ultima auto, che a quel punto era ferma. Un agente, da solo, stava scendendo dal posto di guida. Imbracciava un fucile con la sinistra e teneva la radio nella mano destra.

Coker lasciò che l'agente si sistemasse, gli permise perfino di sparare un colpo, tanto per essere sicuro di dove fosse il centro del suo corpo, poi sparò il quinto colpo. Il proiettile attraversò le lamiere dell'auto e colpì il ragazzo, facendolo a brandelli.

Il fucile dell'agente andò a schiantarsi a terra.

E poi tutto fu silenzio.

Coker capì di avere il tempo di dare una ripulita.

Estrasse una Colt Python e si incamminò verso le auto di pattuglia. Sparò un proiettile 357 soft point in ogni cranio intatto che trovò, ricaricò e fece quanto poteva con ciò che rimaneva degli altri corpi.

Tornò sui propri passi e ripulì la sua postazione, raccolse i cinque bossoli, spazzò coi piedi le impronte dei suoi stivali e i segni lasciati sull'erba, controllò nuovamente la zona e poi si incamminò tra i cespugli bassi della collina. Raggiunse la sua auto, una grossa Crown Vic nera e beige con gli stemmi della contea.

La radio della polizia della sua auto gracchiava, voci si sovrapponevano, ma riuscì a capire che qualcuno alla centrale aveva finalmente preso in mano la situazione. Presto l'avrebbero chiamato, così come avrebbero contattato ogni altro poliziotto disponibile sulla costa occidentale.

Coker sospirò e, soddisfatto, osservò il panorama sfilargli accanto. Sorrise, infilò i Ray-Ban, si accese una sigaretta e inalò a fondo il fumo. Il suo turno stava per cominciare e, a quanto pareva, lo aspettava una notte frenetica. Ma quella luce calda del tramonto lo tranquillizzava. Sarebbe stata una magnifica serata.

Longanesi & C. 2012 - Traduzione di Michele Fiume. Tutti i diritti riservati

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Filippo Maria Battaglia

Scrivo di politica, storia, narrativa e varia umanità. Quando capita, pubblico persino un libro . Amo molte cose e convivo con molte altre, in particolare con le mie nevrosi.

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