Zelda e Scott Fitzgerald, un amore da vita vera
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Zelda e Scott Fitzgerald, un amore da vita vera

Nel nuovo libro di Alfonso Signorini, il rapporto tormentato e perverso tra lo scrittore di Il grande Gatsby e la moglie

C’era lo spirito di Gatsby dentro Francis Scott Fitzgerald e quello di Francis Scott Fitzgerald dentro Gatsby. Nell’età del jazz il romanzoIl grande Gatsby e il suo protagonista divennero il simbolo della generazione perduta di qua e di là dall’oceano e lo rimasero per sempre. Scintille di quell’epoca d’oro arrivano il 16 maggio con il film che il genio visionario di Bahz Luhrmann e lo sguardo tagliente di Leonardo DiCaprio renderanno senz’altro memorabile. Ma Fitzgerald e il suo alter ego dovevano fare i conti con una presenza altrettanto imponente: Zelda. Zingara e principessa dell’anticonformismo, morta schizofrenica a 47 anni nell’incendio dell’ospedale psichiatrico dove era ricoverata, fu il fantasma sensuale che animò la vita di Fitzgerald. L’altra faccia del sogno, l’ombra irresistibile e diabolica che accompagnava Scott nella discesa verso alcolismo e disperazione. E in un libro, che nulla ha della biografia e tutto del romanzo, Alfonso Signorini ricostruisce quel legame assoluto ed eccitante: Amore folle amore. La scandalosa storia di Zelda e F. Scott Fitzgerald (Mondadori, 312 pagine, 18,50 euro), che, come spiega lo stesso Signorini, "nasce da un’idea non mia, ma dell’editore. Non conoscevo così bene la liaison di Zelda e Scott, al contrario di Marilyn Monroe, Coco Chanel, Maria Callas, ideali femminili che mi affascinavano da sempre. All’inizio mi sono trovato spiazzato. Ma poi ho scoperto un mondo".

Nel romanzo, la ricostruzione cronologica e la ricchezza di dettagli, dall’infanzia agli ultimi giorni di vita, sono la chiave per guardare Zelda e Scott dal buco della serratura. Dentro c’è tutto quello che davvero possiamo ancora chiamare privato, i litigi, le vendette, i tradimenti, le ossessioni, il rapporto con il denaro, il sesso e l’alcol, ma soprattutto i più segreti pensieri dei due: "Ho lavorato molto sull’approfondimento psicologico. Il sogno anni Venti qui viene del tutto sfatato, la coppia era così poco ortodossa, poco banale, per nulla romantica o sdolcinata, pronta a suonarsele anzi di santa ragione, eppure così sensuale e truce che chiamarla moderna è mancarle di rispetto. Zelda e Scott erano assolutamente contemporanei, persino nel loro rimanere ostinatamente insieme, ostinatamente insoddisfatti. Non è un amore da romanzo, è un amore di vita vera: rispetto all’epopea di Gatsby, qui c’è la quotidianità".

Se la stesura è stata veloce, 1meno di due mesi, le ricerche di Signorini e dei suoi collaboratori per acquisire l’enorme mole di materiale (fotografie comprese, contenute nel volume, tra cui quella di Scott vestito da donna, che rimette in campo la sua bisessualità) sono durate quasi due anni e si sono basate essenzialmente sugli epistolari. "Lettere meravigliose, non ancora pubblicate integralmente, scritte da due icone di stile consapevoli di essere tali. Due grafomani allucinanti, che appuntavano qualsiasi cosa accadesse loro". Fino a rivelare retroscena strazianti, come quelli sugli ultimi giorni della vita di Scott.

"L’apoteosi del successo era finita, la discesa era vertiginosa" racconta Signorini. "I giornali non lo volevano più nemmeno per le cronache mondane e non lo voleva Hollywood come sceneggiatore. Zelda era sempre più pazza. I ricordi si trasformavano in incubi. E Fitzgerald era talmente schiacciato dalla solitudine che scriveva lettere a se stesso. Metteva il suo indirizzo sulla busta e se le spediva. La giovane scrittrice con cui viveva a quel tempo le ritirava, gliele portava e gli diceva: 'Vedi, Scott, vedi che i tuoi fan non ti dimenticano?'".

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Stefania Vitulli