"Il caffè delle donne" di Widad Tamimi
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"Il caffè delle donne" di Widad Tamimi

A cavallo tra Occidente e mondo islamico, guardando il futuro sul fondo di una tazzina o scegliendolo come si sceglie un aroma

"Premete il pollice sul fondo della tazzina di caffè e leggete le linee del futuro profumate di cardamomo...".

Le istruzioni che la giovane scrittrice Widad Tamimi infonde già dalla copertina del suo romanzo d'esordio Il caffè delle donne(edito da Mondadori) sono abbastanza seducenti. L'idea che l'odore dell'antica spezia esotica si confonda con quello della bevanda che, nel suo gusto più ristretto, tanto contraddistingue l'italianità è stuzzicante.

Non a caso l'autrice trentunenne è cresciuta a Milano ma è figlia di un profugo palestinese e di una donna di origini ebree la cui famiglia fuggì negli States durante la seconda guerra mondiale. Culture diverse si mescolano nel suo sangue come in quello della protagonista, Qamar.

Dalla quarta di copertina, che prosegue nei colori il violetto intenso del fronte, leggo: "Il caffè è un punto fermo nella vita di Qamar: espresso e vigoroso come lo beve la madre, ingentilito da un goccio di latte come piace al suo compagno, oppure fatto bollire tre volte, amaro e profumato di cardamomo, come ha imparato a berlo in Giordania".

Qamar passa gli inverni in Italia e le estati in Giordania, ospite della famiglia musulmana del padre. Solo a quattordici anni, diventando donna, sottratta a ogni contatto promiscuo e separata dagli amici, scopre però tutta la differenza che persiste tra i due mondi. "Eppure, nelle lunghe giornate trascorse con le donne di famiglia, impara a curare il corpo come ogni sposa deve saper fare, a cucinare, a essere seducente e insieme modesta. Ed è durante queste lunghe ore al femminile che viene introdotta all'antico, affascinante rituale del caffè: nonna, zie, sorelle, riunite nel salotto si scambiano confidenze e si preparano a conoscere il destino".

Sfoglio le 295 pagine del libro alla ricerca di tracce di futuro scritto nel caffè ed estrapolo: "Presi coraggio e avvicinai la tazzina calda alle labbra. Il caffè era amaro. Feci una smorfia e le donne mascherarono una risatina con la mano. «Il caffè della lettura deve essere severo, puro e veritiero. Come la vita», Khalto Sherin scandì le parole con solennità. «Non può essere nascosto con lo zucchero, ma solo insaporito con cardamomo»".

Ormai adulta Qamar diventa una donna alla ricerca della sua identità, degli ingredienti col cui gusto riempire le giornate. Come si sceglie l'aroma e l'intensità del caffè.

"Punto gli occhi sul fondo della mia tazzina, la riprendo tra le mani, come accarezzassi un grande fiore senza gambo. La rigiro sul piattino, facendo attenzione a non schizzare il sedimento sui veli di tulle bianco sparsi per terra".

Come mi sembra al confronto così parco di significato il caffè che stancamente mi preparo ogni mattina, senza ritualità se non quella di dare un ritmo al risveglio.

Il caffè delle donne
di Widad Tamimi
Mondadori
295 pagg, 17,50 euro

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Simona Santoni

Giornalista marchigiana, da oltre un decennio a Milano, dal 2005 collaboro per Panorama.it, oltre che per altri siti di testate Mondadori. Appassionata di cinema, il mio ordine del giorno sono recensioni, trailer, anteprime e festival cinematografici.

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