Memorie di un rivoluzionario di Victor Serge
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Victor Serge: Memorie di un rivoluzionario

La casa editrice e/o ripubblica il memoir autobiografico di Victor Serge in cui il grande intellettuale ripercorre la storia del novecento

Lo strillo scelto per la quarta di copertina di Memorie di un rivoluzionario di Victor Serge (e/o 2017) è di Massimo Carlotto (altro importante autore della casa editrice romana) e riassume alla perfezione quella che è la caratteristica principale di questo denso memoir che ripercorre la storia europea e russa dai primi del novecento alla fine della Seconda Guerra Mondiale: “La straordinaria bellezza di questo libro è nelle descrizioni dei personaggi”.

È proprio vero: sono i personaggi, le persone incontrate da Victor Serge nella sua vita di rivoluzionario che ha attraversato due guerre e il secolo più breve e spietato di tutti, a fare la sostanza delle sue memorie. Personaggi di primo piano nella politica novecentesca, come Maksim Gor’kij o Lev Trockij, ma anche figure secondarie per le sorti delle grandi dinamiche storiche, che hanno contribuito con le loro piccole gesta, le loro azioni e la loro perseveranza alla grande storia del continente europeo. È il caso di Rirette, “piccola militante aggressiva e sottile, dal profilo gotico” conosciuta negli anni giovanili a Parigi. Sembra di averla davanti agli occhi, e con lei tutti i militanti frequentati da Victor Serge nelle bettole di Montmartre. Potrebbero essere attivisti dei giorni nostri, in piazza esedra a Roma o nel porto di Genova: pulsano energia.

Diventare la storia

Quella di Victor Serge è una vita per molti versi sregolata, dominata dalla prassi a cui tutto segue. La stessa formazione culturale dell’autore, che pure è approfondita e vasta, non avviene mai sui banchi di scuola, ma studiando alla luce di una candela mentre nelle sue giornate si arrabatta di lavoro in lavoro e partecipa ai sommovimenti anarchici, comunisti e libertari dal Belgio alla Francia.

La narrazione che Serge fa della sua vita è serrata, non lascia spazio a lirismi e inanella avvenimenti uno dietro l’altro fino all’ultimo respiro. Non è lui a dover spiegare ai suoi lettori la storia da manuale, i nomi che dovrebbero conoscere come grandi e terribili. Si limita a raccontare il dispiegarsi degli eventi così come se li è trovati davanti, indugiando piuttosto in piccoli particolari: il colore di una blusa, il volto tirato di un condannato a morte, il freddo del vento di Russia che penetra tra i baveri dei cappotti. Sono queste note minime che, unendosi con i mille personaggi che popolano i racconti di Victor Serge, rendono davvero credibile Memorie di un rivoluzionario. La storia che studiamo, sembra dirci l’autore, non è altro che il brulicare umano su questa terra. Il fare e disfare, lo slanciarsi e lo sbagliare, di tante minuscole persone.

Il pensiero e la prassi

Pur guidato dall’ideologia, Victor Serge non è mai ideologista, come abbiamo modo di constatare nei capitoli dedicati al periodo russo. Prima a Pietrogrado, dunque a Mosca, Victor Serge riconosce subito il pericolo di quel comunismo che ha dato spazio, dopo la rivoluzione a meccanismi dittatoriali spietati. Schierato con i bolscevichi, Victor Serge evita qualsivoglia posizione di comando e, anzi, cerca di adoperarsi per la liberazione di quei prigionieri ingiustamente trattenuti o condannati a morte. L’attivismo di Serge, insomma, non è mai distinto dalla continua elaborazione intellettuale degli avvenimenti, dalla riflessione incessante sulle sorti dell’uomo.

L’ultimo, accorato capitolo delle memorie di Victor Serge è allora da questo punto di vista programmatico, un lascito ai futuri lettori che pure Serge, osteggiato dalle case editrici di destra perché comunista e dalle case editrici di sinistra perché duro nei confronti del regime stalinista, non può giurare ci saranno. L’autore, consapevole dell’uragano di avvenimenti e di nomi che si è lasciato alle spalle, identifica esplicitamente l’individuo con la prassi, e sottolinea l’importanza del pensiero, come sostegno fondamentale di ogni azione. Victor Serge d’altronde ha vissuto in prima persona la repressione di questo pensiero, anche durante la dittatura del proletariato, e il suo messaggio è quanto mai esplicito: non smettere di lottare, non smettere di pensare.

Victor Serge
Memorie di un rivoluzionario
e/o, 2017
439 pp., 16 euro

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Matilde Quarti