Stefano Agosti e la poesia di Rimbaud
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Stefano Agosti e la poesia di Rimbaud

In due brevi saggi il professor Stefano Agosti analizza due celebri lirche e la poetica di Arthur Rimbaud

La collana scelta dal Saggiatore per la pubblicazione di Rimbaud, testo critico del professor Stefano Agosti concentrato su due liriche del poeta francese, è quella – prestigiosa e rinnovata – delle Silerchie.
Una decisione che non sembra casuale, ma che rispecchia la linea editoriale ben definita di una collana in cui accanto a racconti lunghi e brevi saggi si inseriscono pietre miliari della storia della poesia italiana come La ragazza Carla di Elio Pagliarani e Salutz di Giovanni Giudici, e il testo critico su Emilio Gadda dello stesso Agosti: Gadda ossia Quando il linguaggio non va in vacanza.

Un ritorno alle origini
Le Silerchie nascono per una felice intuizione del fondatore del Saggiatore, Alberto Mondadori, che con queste brevi ed eleganti pubblicazioni in cartonato (tra le 40 e le 130 pagine circa) aspirava a incantare vecchi e nuovi lettori con una proposta editoriale che rimandasse a un’esperienza di lettura quanto più simile possibile a quella di una piacevole passeggiata per la Via delle Silerchie, nel cuore di quella Versilia che tanto amava.
Le nuove Silerchie di Luca Formenton vogliono tornare a questo principio: brevi testi di qualità, italiani e stranieri, pensati per offrire ai lettori un panorama variegato e stimolante. Non stupisce dunque che accanto alla critica di Agosti si possano trovare Paolo Nori e Salinger.

Rimbaud, il veggente
Vocali e È forse almèasono due tra le liriche più celebri eppure più misteriose di Arthur Rimbaud. Il lettore che si trova a leggere queste due poesie troverà complesso decifrare correttamente la “veggenza” del poeta, il gioco di corrispondenze tra parole e cose, tra colori, elementi e stati dell’Io. Parole che sembrano uscite dalla bocca di un oracolo, versi strutturati come matrioske di significati in cui la parola è potentissimo strumento magico: questa è la poesia di Rimbaud.

Agosti, nei due brevi saggi proposti dal Saggiatore, aiuta il lettore nella comprensione di queste due liriche, costruendo un discorso che partendo dai singoli testi si stacca quindi da essi per andare a investire tutta la poetica dell’autore. Agosti scompone con perizia le scelte lessicali di Rimbaud, le indaga in relazione all’intera produzione dell’autore, andando a ricercare tematiche e strutture ricorrenti.
Non sono testi facili, quelli di Agosti e sono pensati per un pubblico che già mastica il linguaggio della stilistica e della critica letteraria. Ma neppure la poesia di Rimbaud è semplice, e le due riflessioni su Vocali ed È forse almèa offrono un ulteriore tassello interpretativo dell’opera dello straordinario poeta francese.

Stefano Agosti
Rimbaud
Il Saggiatore, 2017
70 pp., 16 euro

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Matilde Quarti