'Sezione omicidi', lo strano commissario di Gianni Simoni
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'Sezione omicidi', lo strano commissario di Gianni Simoni

L'ultimo giallo dello scrittore ed ex magistrato colpisce soprattutto per il suo originale protagonista

Con il commissario Andrea Lucchesi, Gianni Simoni introduce nel panorama giallistico italiano una figura più che mai anomala. Il protagonista del suo ultimo romanzo, Sezione omicidi (edito da Tea), che avevamo già scoperto in Piazza San Sepolcro , acquisisce spessore e dettagli in un crime novel con qualche difetto (il finale) e molti pregi. Fra questi, soprattutto la narrazione delle traversie esistenziali di Lucchesi, raccontate da Simoni attraverso uno stile essenziale, dialoghi molto realistici e la capacità di entrare nella testa dei personaggi e delinearli con pochi tratti che ti restano in mente. Prendiamo l'approccio linguistico iperdrammatico di James Ellroy o Don Winslow: ecco, Simoni sta dalla parte opposta.

Appena nominato commissario della sezione omicidi della polizia milanese, Lucchesi si trova alle prese con un assassinio scabroso che a furia di indagini porta alla luce altri delitti. Dalla donna nuda ritrovata morta in un parco Simoni, con un passato in magistratura alle spalle e inchieste su terrorismo ed eversione nera, ci conduce nelle case di mezza Milano alla scoperta di crimini quotidiani, sparizioni, tradimenti, violenze minime o massime che ben inquadrano il lavoro degli ispettori. Fino a un epilogo con sorpresa finale (non la raccontiamo, ma si tratta di un escamotage poco originale).

È comunque Lucchesi stesso la cosa più interessante del romanzo. Un poliziotto quasi troppo strano per essere vero, ma allo stesso tempo molto reale letterariamente e difficile da dimenticare. Non vede i fantasmi delle vittime come il commissario di De Giovanni, non ha l'aplomb del Montalbano di Camilleri, ma è un quarantenne dalla pelle nera (la madre è eritrea), anomalia che condiziona le sue relazioni con i cittadini (meno con i colleghi) e spesso fa emergere la rabbia nascosta. Le sue giornate sono faticose, con ritmi pesanti, pasti saltati, acrobazie diplomatiche con colleghi e superiori, difficoltà economiche e un contatto continuo con il male che gli rode il cervello.

Inoltre è politicamente schierato verso sinistra, prende le difese dei più deboli, critica il sistema in cui vive, ma ha un notevole senso pratico che lo fa tirare avanti. Infine ha un problema cardiaco: è stato già operato per un infarto in seguito a un caso e non può cedere agli stravizi, cosa che invece fa con regolarità. Questo influenza sempre più le sue giornate e i suoi sentimenti e lo sprofonda in riflessioni sul suo futuro e sui rapporti con la figlia, un'adolescente che soffre per la separazione dei genitori.

Tutti questi elementi lo toccano nella mente e nel corpo: non dorme quasi mai, si consola bevendo e fumando contro i pareri dei medici, non riesce ad avere una vita sentimentale decente, diviso fra la devota collega Lucia Anticoli, l'anziana e charmant neuropsichiatra Marion Kenneth (vent'anni più di lui) e varie tentazioni qua e là. Come uscire da questo tunnel? Basta arrivare alla fine del libro per scoprirlo.

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- Piazza San Sepolcro - Tea

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Martino De Mori