I libri più belli del 2013: la variabile tempo
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I libri più belli del 2013: la variabile tempo

Cinque titoli sul tema, tra tempo percepito, scandito dai calendari o sognato

Il trascorrere del tempo come fatto biologico, da sempre si interseca con la percezione in soggettiva del fattore tempo. Un elemento imprescindibile nell'esistenza terrestre, ma allo stesso tempo una variabile talvolta incontrollabile per il sistema nervoso centrale: cinque minuti di orologio possono risultare eterni quanto brevi come un istante; il passato remoto un'era geologica addietro oppure un modo di vivere attuale; l'infanzia e la vecchiaia solo questioni anagrafiche... Tutto sta nell'individuo singolo e nel suo modo di stare al mondo.

Ecco perché la narrativa ha un filo diretto con la questione tempo. I cinque libri più belli usciti nel 2013 sull'argomento.

- Le vite impossibili di Greta Wells. Ultimo romanzo di Andrew Sean Greer (Bompiani) nonché straordinario viaggio in tre epoche diverse, attraverso tre donne diverse che... sono la stessa persona. Il tema della possibilità è pervasivo in ogni pagina del romanzo, fino al momento in cui, come per magia, la protagonista sarà chiamata a scegliere in quale epoca (e nelle vesti di quale personaggio) vivere. Le epoche storiche che si intersecano nell'immaginario di Greta sono continue rappresentazioni di quella attitudine tutta umana a percepire, proprio fisicamente, il tempo interiore. Per la critica, Sean Greer si è qualificato come il più proustiano tra gli scrittori contemporanei.

- La scatola nera. Un salto nel futuro è quanto propone, prima di tutto nella forma, la scrittrice americana Jennifer Egan . Perché La scatola nera (Minimum fax) è il primo romanzo concepito in forma di tweet. La scrittrice infatti ha dettato un tweet al minuto per un'ora al giorno per dieci giorni. Sembra un problema di matematica i cui dati nascondono trabocchetti ai limiti dell'enigmistica, ma inrealtà è la traduzione della frammentazione a cui siamo ormai soggiogati quotidianamente. Il ritmo, naturalmente, è incalzante: si tratat di una spy-story. Ma non è solo questo il punto: la scrittura di tweetter lo è per definizione e la Egan riesce in un'arte sublime, quella di esaltare il valore della pausa. Prendere tempo.

- L'estasi dell'influenza.Il sottotitolo di questo libro uscito per Bompiani è «Una specie di autobiografia» e in effetti l'autore, Jonathan Lethem , si racconta attraverso le sue letture, i suoi film e la sua musica. Un percorso autoreferenziale che tenta di definire il ruolo contemporaneo dello scrittore, ma al contempo un continuo oscillare tra passato e presente. Nelle opere di cui si parla e nel fruitore di cui si scrive. Un bel viaggio, come quell'intervista a Bob Dylan (che si legge in questo volume) sottolinea: «Sono un fan di Dylan, ma di quelli che non si ricordano degli anni sessanta».

- La festa dell'insignificanza. Con un titolo così, non poteca che essere un romanzo di Milan Kundera (Adelphi). Il quale, impegnato ormai da anni nell'arte della rarefazione del romanzo, è anche riuscito a giocare con quelle figure topiche della vita di ognuno, al punto da ricombinare e sparigliare i classici binomi padre-figlio, anima e corpo, uomo e donna, aggressività e mitezza, coraggio e paura,  piacere e dolore,nascita e morte, memoria e oblio... In questo lavoro, ci si ritrova inesorabilmente raccontati e in un tempo tutto intimo e personalissimo, si apre ogni tanto un o squarcio quasi psicoanalitico in cui il proprio io si guarda allo specchio. In una sospensione dell'insignificanza (o anche del tempo degli altri).

- Ombrello (Isbn) è un tuffo psichedelico nella narrativa contemporanea. Perché Will Self , il suo autore, si lancia con successo in un flusso di coscienza a più voci: la narratrice affonda in ricordi remoti, avendo perso la memoria breve, in un dialogo con il suo interlocutore, lo psichiatra che la cura. I piani temporali si intersecano e le pause classiche della lettura segnate dai capitoli sono rarissime: la tensione deve rimanere alta e il lettore ha (quasi) il divieto di abbassare la guardia. Il risultato è un'intricata storia alla James Joyce (neologismi inclusi) che ha il sapore di una canzone già nota, che non si riesce a fare a meno di ascoltare, perché svela sempre qualcosa di inatteso.

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Le vite impossibili di Greta Wells, Andrew Sean Greer, Bompiani

La scatola nera, Jennifer Egan, Minimum fax

L'estasi dell'influenza, Jonathan Lethem, Bompiani

La festa dell'insignificanza, Milan Kundera, Adelphi

Ombrello, Will Self, Isbn

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