Tre libri per farsi capire meglio
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Tre libri per farsi capire meglio

Argomentare, giocare con gli spazi della comunicazione e con l'uso delle metafore e dei frame per convincere gli altri e smascherare gli impostori

Argomentazione

Il primo libro per farsi capire è un vero classico della filosofia del Novecento:

Chaïm Perelman, Lucie Olbrechts-Tyteca, Trattato dell'argomentazione. La nuova retorica, Einaudi.

Uscito in francese nel 1958, scritto da un polacco-belga specializzato in logica formale e teoria generale del diritto e da una signora belga proveniente dagli studi di psicologia sociale, il manuale si occupa, come scrive Norberto Bobbio in una edizione Einaudi uscita nel 1966, della teoria dell'argomentazione, intesa come "studio metodico delle buone ragioni con cui gli uomini parlano e discutono di scelte che implicano il riferimento a valori quando hanno rinunciato ad imporle con la violenza o a strapparle con la coazione psicologica, cioè alla sopraffazione e all'indottrinamento".

Insomma, buona parte della discussione e le giustificazioni sulle scelte in ambito etico e politico dipendono da questa capacità e forza di argomentare.
Il libro però è sorprendentemente "pratico". Nel senso che - esattamente come promette il titolo, "Trattato" - è strutturato in modo così sistematico e analitico da essere usato davvero come manuale del buon modo di spiegare le proprie ragioni, analizzare e valutare le ragioni degli altri e, merito non da poco, decostruire la propaganda, di qualsiasi forma e colore.

I due autori ci prendono per mano, e a partire dalla valutazione e scelta dell'uditorio avanzano via via passando dalle questioni generali, per esempio:
- come scegliere i dati per sostenere quel che argomentiamo e come presentarli
a quelle più di dettaglio, per esempio:
- quali sono le tecniche argomentative più adatte? Argomenti quasi logici? Argomenti basati sulla struttura della realtà?
Camminiamo in un territorio di concetti che illuminano tutta la comunicazione umana e offrono il piacere di lettura proprio della grande filosofia.

Einaudi ha ripubblicato questo libro irrinunciabile nel 2001.

Pragmatica

Il secondo libro per farsi capire è un vero e proprio manuale di linguistica.

Carla Bazzanella, Linguistica e pragmatica del linguaggio. Un'introduzione, Laterza.

Anche in questo caso conviene però non farsi frenare dall'aridità dell'impostazione sistematica. Il libro è davvero un grande aiuto per orientarsi nella fondamentale parte della linguistica definita "pragmatica" e allo stesso tempo è un uno strumento molto pratico, per "fare cose con la lingua".

Superata la prima parte che introduce la linguistica in generale, è la seconda parte che "prende"" davvero.

Perché la "pragmatica", oltre ad agganciarsi a una serie di sviluppi filosofici fondamentali del Novecento e ai risvolti degli studi di psicologia, rivela facilmente a chiunque il suo ruolo fondamentale di connettore della lingua con il modo in cui viene usata. Ed è questo che soprattutto ci interessa per i nostri scopi: farsi capire dagli interlocutori.
In modo molto efficace, Balzanella ci ricorda che, seguendo Jackobson, Umberto Eco definì la pragmatica con la metafora del vagone letto: la sintassi il vagone letto è quello che sta fra due carrozze passeggeri; per la semantica è il compartimento ferroviario dove si può dormire, mentre la pragmatica ci dice che i vagoni letto vanno prenotati, i biglietti vanno pagati e sono piuttosto cari. Come dire: la pragmatica riguarda la conoscenza del mondo.

In particolare nel lavoro di Balzanella emerge in modo assai efficace quanto sia fondamentale il contesto, con il quale giocano i diversi parametri coinvolti nella lingua: gli scopi per cui viene usata, le persone che la usano, il momento specifico.
Naturalmente, se il nostro scopo è soprattutto pratico - comunicare facendosi capire - resteremo impigliati dai concetti fondamentali come quello di deissi o quello delle "implicature" perché siamo costretti a metterli continuamente alla prova nell'uso e a usarli in modo pertinente. Ma ne usciremo più consapevoli, e quindi più competenti.
Anche questo un libro da tenere a portata di mano.

Cornici cognitive

Il terzo libro è di George Lakoff, Non pensare all'elefante! Fusi Orari.

In questo caso siamo in un ambito di confine, quasi a cavallo tra i primi due.
Lakoff è uno studioso di linguistica cognitiva e ha lavorato molto, e molto divulgato, sui modelli che usiamo per interpretare le situazioni nelle quali siamo coinvolti e in generale per interpretare il mondo e sull'uso delle metafore per rappresentare idee e propositi.
Si è servito del concetto di frame, in una versione che parte da quella usata da Erving Goffman in uno dei più citati libri di sociologia della seconda parte del XX secolo, Frame Analysis: in pratica, ci serviamo di queste "cornici" per capire quel che ci troviamo davanti e una volta acquisite le usiamo inconsapevolmente, quasi "naturalmente".

A Lakoff interessano soprattutto i frame relativi alla morale e alla politica e in questo libro, ha condensato molte tecniche che aiutano a comunicare valori e programmi politici tenendo conto e sfruttando l'esistenza dei frame cognitivi usati dagli uditori.

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Luigi Gavazzi