I libri più belli del 2012: 5 storie vintage
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I libri più belli del 2012: 5 storie vintage

Dalla moda alla musica, dalle serie TV ai libri, sempre più spesso sono i  ricordi del passato a raccontarci il presente.

Ci sono storie che non passano mai di moda e attraverso le generazioni continuano a raccontare il nostro tempo. Ecco allora 5 libri (+1) per sapere chi eravamo e chi siamo oggi.

  • John Cheever, I racconti, Feltrinelli
    John Cheever, Una specie di solitudine, Feltrinelli

    John Cheever è stato uno dei narratori più straordinari del ‘900, uno  di quelli che con più ferocia ed esattezza hanno raccontato le piccole  vite degli uomini d’oggi. A maggio Feltrinelli aveva pubblicato per la  prima volta tutti i racconti dello scrittore in un unico volume, ora fa  seguito la raccolta dei diari intitolata Una specie di solitudine. E’  l’occasione per ripercorrere l’esistenza di un uomo che, come pochi  altri, ha saputo comprendere grandezze e miserie della vita di ognuno di noi.

  • J. R. Moehringer, Il bar delle grandi speranze, Piemme

    Piemme ripubblica nel 2012 il romanzo del premio Pulitzer del Los  Angeles Times J.R. Moehringer (co-autore con Andrè Agassi del bestseller  Open ) in cui il giornalista racconta della sua giovinezza a  Manhasset, un piccolo sobborgo di New York. Il padre, DJ radiofonico, è  solo una voce lontana alla radio, e le giornate del piccolo J. R.  trascorrono alla ricerca di qualcuno che gli dica cosa fare per crescere  e diventare un uomo.

  • Georges Perec, Il condottiero, Voland

    Scritto fra il 1957 e il 1960, Il condottiero è il primo  romanzo di Georges Perec, fino a oggi inedito. E’ la storia di un falso e  di un falsario, una riflessione sull’arte che imita la verità e sulla  verità che imita l’arte, il primissimo confronto del giovane scrittore  con una storia fatta di regole e limiti ben precisi che presto  esploderanno nel grande romanzo de Le cose , pubblicato per la prima volta nel 1965.

  • Tiziana Loporto, Daniele Marotta, Superzelda, Minimum fax

    Forse non lo sapete, ma Zelda Sayre (1900-1948) è stata una delle  donne più influenti della cultura americana degli anni ‘20. E’ a lei che  Francis Scott Fitzgerald, suo marito, si è ispirato per raccontare le  protagoniste dei suoi romanzi, e sono il suo stile e la sua personalità  che hanno incarnato al meglio il prototipo della maschietta che è arrivato  fino a noi. Questa è la sua storia.

@giuliopasserini

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Giulio Passerini