L'età della febbre. Storie di questo tempo - La recensione
Illustrazione di Manuele Fior
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L'età della febbre. Storie di questo tempo - La recensione

Undici racconti contemporanei, un mosaico di voci ciascuna intonata al proprio diapason interiore

È un libro costruito a tavolino nel laboratorio di idee di Minimum Fax, avanguardia di una editoria italiana felicemente creativa. Christian Raimo e Alessandro Gazoia hanno chiamato a raccolta undici scrittori under 40, replicando un gioco riuscito benissimo una decina di anni fa con La qualità dell'aria. Raccontare il proprio tempo, cogliere l'umore di un hic et nunc sfuggente per definizione, abbandonarsi senza filtri alla propria sensibilità. Cos'è la contemporaneità? L'età della febbre.

Nella brigata di scrittori che all'epoca annusò La qualità dell'aria (ristampato da poco, attualissimo) - fra gli altri Mauro Covacich e Nicola Lagioia, Paolo Cognetti e Valeria Parrella, Emanuele Trevi ed Elena Stancanelli, Antonio Pascale e lo stesso Raimo - c'erano numerose future stelle della narrativa italiana. Gli undici epigoni dell'Età della febbre sono Violetta Bellocchio, Emmanuela Carbè, Claudia Durastanti, Manuele Fior, Vincenzo Latronico, Antonella Lattanzi, Rossella Milone, Vanni Santoni, Paolo Sortino, Chiara Valerio, Giuseppe Zucco.

"Parti dalle tue ossessioni", dice la coprotagonista di Emma&Cleo, il contributo di Vanni Santoni. Il tempo e il cambiamento sono il termometro della febbre. Non saper guardare il passato, non immaginare il futuro. In mezzo lo sforzo di avvinghiarsi al presente, ignoto come una voragine, "sfarfallando come l'immagine di un televisore che perde il segnale". Trovarsi improvvisamente fuori tempo nel mondo è l'inquietudine dei racconti di Vincenzo Latronico e Rossella Milone. Nell'assenza di una strategia lavora l'inconscio, simulando il passaggio brusco dagli stereotipi borghesi ai presagi tossici di un antico bosco sacro dove si svolgono sacrifici umani. D'altronde "la normalità è la coscienza del tempo degli altri", sentenzia la bugiarda di Chiara Valerio in Fare due passi.

Le angosce della maternità si transustanziano nell'abrasiva metafora di Prodotto Interno Lordo, il racconto di Giuseppe Zucco. Dove il PIL è la quotidiana deiezione che la madre legge come fondi di caffè, cercando di interpretare le figurazioni della merda del figlio come un fantasioso codice affettivo (l'intestino era "l'ufficio stampa del suo inconscio"), forse il disperato tentativo di tenere insieme i pezzi di un matrimonio in decomposizione. C'è un figlio in arrivo anche nel racconto di Violetta Bellocchio, Le cose che lui ha fatto per arrivare a te, e una madre che gli racconta come ha conosciuto suo padre, proiezione di un Grande Amore Perduto quando ancora il futuro sembrava "un posto davvero brutto dove andare a vivere".

Uno degli episodi più convincenti dell'antologia è il sequel di L'intervista, graphic novel di Emanuele Fior che firma anche la copertina, come in La qualità dell'aria aveva fatto Riccardo Falcinelli con il suo apocalittico, pinkfloydiano maiale sopra un cavalcavia di Roma. I giorni della merla è un cortometraggio di fantascienza postindustriale, con cupe ambientazioni all'interno di una misteriosa cava, un ingegnere parzialmente irreprensibile, avvistamenti, telepatie. Ma cupissima è anche la valle del Fucino dove Paolo Sortino ambienta Il casco verde, brutale allegoria di un gioco di ruoli in cui i bambini sterminano gli adulti sopra i sedici anni per imporre una società primordiale basata sulla violenza, il sesso e la legge del più forte.

Insomma L'età della febbre somiglia, racconto dopo racconto, a un romanzo di formazione cubista. Come se un virus mutante avesse trasformato il presente in un filamento di DNA impazzito, che vaga senza direzione a ricomporre i frammenti del sé traversando un oceano di parole e visioni, incubi e speranze, luoghi e non-luoghi. Mi ha colpito la citazione "inattuale" posta da Chiara Valerio in principio della sua storia, una frase da All'ombra delle fanciulle in fiore di Proust: "Più di tutto, ho desiderato vederti un po' meno triste". Obiettivo fallito, sarà per la prossima volta.

AA.VV.
L'età della febbre
minimum fax
336 pp., 16 euro

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Michele Lauro