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La CIA tentò di sabotare l’Unione Sovietica con ‘Il dottor Zivago’

'We Were Never Here', romanzo d'esordio di Lara Prescott, racconta di come gli USA usarono la più famosa opera di Boris Pasternak come mezzo di propaganda

Lara Prescott è un’autrice esordiente, neo diplomata in scrittura creativa all'Università del Texas. Nonostante l’inesperienza, la sua carriera è però partita già alla grande, con un contratto da 2 milioni di dollari per il suo primo romanzo, dopo un’accesa battaglia fra case editrici in America e in Europa per accaparrarsi i diritti di pubblicazione. Il motivo? Il tema della sua opera. Si intitola We Were Never Here e racconta di come gli Stati Uniti tentarono di utilizzare il libro Il dottor Zivago di Boris Pasternak come arma di propaganda nella Russia sovietica, durante la Guerra fredda.

Il dottor Zivago: la censura sovietica

Come molti sanno, la prima pubblicazione de Il dottor Zivago è del 1957. Ma non avvenne in Russia, patria di Pasternak, bensì in Italia, con Feltrinelli. In breve il romanzo raggiunse un successo mondiale e valse, fra l'altro, il Nobel per la letteratura nel 1958 al suo autore. In Unione Sovietica, però, la prima pubblicazione ufficiale arrivò solo nel 1988: Il dottor Zivago subì infatti una censura da parte del regime sovietico, che considerava sovversivi alcuni aspetti del romanzo.

il-dottor-zivago-pasternak-feltrinelliCopertina del romanzo 'Il dottor Zivago', di Boris PasternakFeltrinelli


La trama è nota: si racconta la storia d’amore fra il medico Jurij Zivago e l’infermiera Lara Antipov, nella Russia messa a soqquadro dalla guerra civile del 1918 (iniziata dopo la Rivoluzione d’ottobre del 1917), dalla quale risultarono vincitori i rivoluzionari bolscevichi. Il punto è che, in modo per nulla marginale, raccontando questa storia Pasternak ha anche evidenziato i lati meno eroici del regime sovietico. Citando la stessa Lara Prescott: "Le raffigurazioni che faceva della Rivoluzione d'ottobre e della guerra civile russa, così come alcuni temi che sottolineano l'importanza della libertà individuale di fronte al collettivismo forzato dell'Unione Sovietica, portarono il romanzo a essere visto come sovversivo. Eppure per me Zivago parla più di vita e di amore che di politica".

Zivago diventa un’arma di propaganda

La natura così sovversiva del romanzo di Pasternak fu il motivo per cui la CIA volle tentare una sorta di attacco letterario in Russia. Secondo uno dei documenti non più segreti che parlano di questa vicenda, il capo della divisione sovietico-russa della CIA sosteneva nel 1958 che "Il messaggio umanista di Pasternak - che ogni persona ha diritto a una vita privata e merita rispetto come essere umano, indipendentemente dalla sua lealtà politica o grado di contributo allo stato - pone una sfida fondamentale all'etica sovietica, toccando il tema del sacrificio dell'individuo nei confronti del sistema comunista". Per questo, nel corso degli anni Sessanta, venne messo a punto un programma di pubblicazione e diffusione clandestina de Il dottor Zivago in terra russa.

We Were Never Here: realtà, fantasia, letteratura

La storia di come "una volta i governi credevano che i libri potessero cambiare il mondo deve essere raccontata. Oggi forse più che mai". Così ha affermato Lara Prescott, che con il suo romanzo ha voluto ridare forma a quel capitolo così bizzarro della Guerra fredda, dove un’opera letteraria diventa a suo modo un’arma, non letale certo, ma deflagrante per la potenza del suo messaggio. L’autrice ha comunque creato un lavoro che è per lo più finzione. Molte parti dei documenti della CIA riguardanti la vicenda sono rimasti infatti ancora segreti e per questo la Prescott ha dovuto “riempire gli spazi vuoti utilizzando la fantasia”.

Quando verrà pubblicato We Were Never Here

We Were Never Here verrà pubblicato non prima del 2020, dalla Penguin Random House per l’Inghilterra e dalla Knopf per gli Stati Uniti.

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Andrea Bressa