‘La Caduta’, una moderna Apocalisse in forma di romanzo
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‘La Caduta’, una moderna Apocalisse in forma di romanzo

Il terrorismo, Anders Breivik, Bin Laden, la primavera araba, i rifiuti campani, l’uragano Katrina e la crisi finanziaria raccolti da Giovanni Cocco in un’opera dal sapore biblico

A una prima lettura sembrerebbe solo un’originale raccolta di racconti tenuti insieme da un sottile filo rosso che ripercorre alcune delle più grandi tragedie degli ultimi dieci anni. Ma in realtà La Caduta di Giovanni Cocco, edito da Nutrimenti, è un vero e proprio romanzo postmoderno.

Nel libro si susseguono alcuni dei più recenti avvenimenti epocali, come l’uragano Katrina a New Orleans, le rivolte delle banlieue di Parigi, la pericolosa e criminale gestione dei rifiuti in Campania, Anders Breivik e la strage di Oslo, il collasso finanziario, la crisi greca e spagnola, la primavera araba, gli attentati di Londra e la morte di Osama Bin Laden. Ognuno di questi eventi fa da cornice a singole storie più piccole, frutto della fantasia dell’autore, che insieme diventano gli ingredienti sapientemente intrecciati  di un romanzo che ha per protagonista la civiltà contemporanea e il suo tramonto, in una sorta di Apocalisse moderna.

Si sente il senso del Sacro tra le pagine de La Caduta. Che sia il divino, il caso, la natura, ogni lettore può individuarlo a seconda della propria sensibilità. Lo si intuisce attraverso i destini che si incrociano, in alcuni personaggi o immagini che ritornano in più storie, anche in modo nascosto (per chi lo leggerà: fate attenzione a un tatuaggio ricorrente).

Sempre, in ogni singola vicenda del libro, sembra ci sia qualcosa di più grande che regge le sorti degli uomini e delle loro opere. E proprio l’attenta costruzione architettonica rende La Caduta uno di quei romanzi che una volta finiti si ha voglia di riprendere in mano, per ripercorrerlo attraverso un altro punto di vista. Come per andare a scovare quell’elemento che ci è parso di intuire, ma che il primo sguardo non è riuscito a cogliere.

In effetti, giunti alla fine, è lo stesso Cocco a spiegare intento e metodo di costruzione del suo libro, che ha per tema principale la “Caduta dell’Occidente analizzata attraverso il filtro dell’Infanzia e dell’Adolescenza (categorie romanzesche per definizione)”. Si tratta del primo di quattro episodi che compongono un’opera più vasta e articolata chiamata Genesi.

L’influenza del testo biblico si nota subito all’inizio di ogni capitolo, introdotto da una frase presa dal Pentateuco e dall’Apocalisse. Anche la struttura del volume rispecchia una vicinanza con la simbologia sacra: La Caduta è formato da 12 episodi, a loro volta suddivisi in insiemi di 2 (prologo ed epilogo), 6 (i capitoli, cinque riferiti al Pentateuco e uno all’Apocalisse) e 4 (le voci narranti). Il numero 12 richiama le tribù d’Israele, o gli Apostoli. Così come le quattro voci narranti possono benissimo rappresentare i quattro evangelisti e le quattro virtù cardinali. “E così ad libitum”, dice Cocco, non ponendo limiti all’interpretazione.

Non solo Bibbia, però. Anche l’arte è chiamata in causa nella costruzione della cornice. In particolare Cocco ha preso come riferimento due cicli pittorici realizzati tra il XV e il XVI secolo. Uno si trova nella cappella Ovetari, a Padova, dipinto da Mantegna, mentre l’altro è di Vincenzo Foppa, nella cappella Portinari della basilica di Sant’Eustorgio a Milano. Nella Caduta i capitoli non sono altro che le scene principali del ciclo pittorico, mentre le funzioni accessorie (i ‘tondi’) sono rappresentate dalle quattro voci narranti tra un capitolo e l’altro.

C’è infine, nel tipo di approccio storiografico, una grande e dichiarata influenza della Scuola delle Annales, in particolare della figura dello storico francese Fernand Braudel.

Una nota a margine: Giovanni Cocco sembra strappare anche un sorriso al lettore, con una frase apparentemente fuori luogo, posta appena dopo il prologo e in apertura del primo capitolo, da rileggere assolutamente a libro concluso, che, involontariamente o meno, è in grado di dare un tocco di ironia e leggerezza:

“A chi gli chiedeva cosa ne pensasse di Proust, il giovane Céline era solito rispondere ‘Bravo, sarà anche bravo. Ma dovrete ammettere che ottanta pagine per dire che lo vuoi prendere nel culo sono un pochino troppe…’”

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- La Caduta - Giovanni Cocco (Nutrimenti)

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Andrea Bressa