Letture eretiche ed erotiche: 'Jayne Mansfield 1967' di Simon Liberati
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Letture eretiche ed erotiche: 'Jayne Mansfield 1967' di Simon Liberati

Un libro sul sex symbol di Hollywood amorale e amante del sesso

Jayne Mansfield 1967
di Simon Liberati
(Fandango, 248 pagine, 16 euro)
Una vita da romanzo ha avuto Jayne Mansfield, forme da pin-up, testa biondo platino, tre mariti, amanti, Lsd, alcol, sesso. Passare dall’immagine del suo corpo spezzato (nel senso letterale) dopo l’incidente che la tolse di scena, da Hollywood e dalla vita, alla quotidianità pazza degli anni che precedettero quel 29 giugno 1967 è uno shock emotivo superbo. Jayne Mansfield non era immorale, era amorale, era un sex symbol perché adorava il sesso mentre Marilyn Monroe, la grande rivale, lo era per volere degli studios.
Perché leggerlo
Non è un romanzo, non è un racconto biografico, è semplicemente un grande libro che ha vinto il più raffinato premio francese, Prix Femina, e ha scomodato come termine di paragone per l’autore Truman Capote. Parte come una puntata di Cold case o di C.S.I., poi si trasforma in Hollywood Babilonia. Sono mischiati i generi, così come sono mischiati i colori della diva: il rosa, sua ossessione (aveva anche una piscina pink), il rosso del sesso estremo, il nero della morte misteriosa e il verde dei dollari che le offrirono per ruoli da seduttrice o per vederla nuda su Playboy.

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