"Il segreto è la vita", Alessandro Cevenini e il suo Beat Leukemia
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"Il segreto è la vita", Alessandro Cevenini e il suo Beat Leukemia

A 26 anni è morto per leucemia. Ma in oltre due anni di malattia ha battagliato come un guerriero, profondendo sorrisi e vitalità a tutti e fondando un sito per unire e aiutare malati come lui. La sua intensa e travolgente storia è libro

"Sono stato sul punto di morire e ho capito che è inutile aspettare le condizioni migliori per vivere al massimo. Le condizioni migliori non arrivano mai. Le condizioni migliori sono qui e adesso".

E ancora. "Nella vita non può esserci sconfitta. Nemmeno vivere una vita breve può essere considerata una sconfitta".

Si potrebbe riempire un articolo di citazioni forti o emozionanti, che ti fanno increspare la pelle, estrapolandole da Il segreto è la vita di Alessandro Cevenini (uscito a maggio, edito da Piemme, collana Incontri, pagg. 236). Perché è straripante e ricca di energia la storia di forza e positività di Alex, come era chiamato Alessandro dagli amici (del resto, ultimata la lettura del libro, non si può non sentire Alessandro un po' come un amico, pur non avendolo conosciuto).

Alex, ragazzone pieno di vitalità, si è ammalato di leucemia mieloide acuta al ritorno da una vacanza in Egitto. Nel giorno del suo ventiquattresimo compleanno è arrivata la diagnosi. Con una tenacia e soprattutto con una capacità di sorridere a tutti inusitate, ha iniziato la sua battaglia e con una speranza travolgente ha strappato anni di vita alla "stronza", infondendo coraggio ai suoi cari ripetendo "batterò la leucemia". I dottori, dal Frac al Lambertenghi, il suo "angelo custode più saggio", le infermiere, gli inservienti, gli altri pazienti del Policlinico di Milano, tutti sono stati sommersi dalla sua ondata di ottimismo, raccontata in prima persona con freschezza tra le pagine de Il segreto è la vita. Anche per loro Alex ha lottato come un guerriero: "Si meritano che io continui la mia lotta, fino all'ultimo grammo di energia".

Il 28 novembre 2009 Alex è mancato, neanche il trapianto del midollo osseo è servito, ma nella vita non può esserci sconfitta. Anche perché Alex ha fatto sì che la leucemia si trasformasse "da minaccia in opportunità, da rischio in vantaggio". Parola chiave: condivisione. Sul filo della condivisione ha deciso di creare un gruppo su Facebook e quindi un sito. Il nome? Beat Leukemia . Battere la leucemia. Il sito raccoglie informazioni base sulla leucemia in quindici lingue, consigli su come affrontare gli effetti collaterali delle terapie e suggerimenti a famigliari e amici del malato per comprendere come aiutarlo. Si basa sul credo che la conoscenza sia la condizione necessaria per la vittoria. E anche oggi che Alex non c'è più, continua la sua battaglia.

"Da quando Ale è mancato Beat Leukemia è diventato una onlus e una fondazione", ci racconta il fratello Michele. "Lui non voleva fare un'ulteriore associazione sulla leucemia, la sua idea era far conoscere questa realtà, dare una mano a chi sta affrontando la malattia, avvicinare alle varie associazioni locali. Voleva dare una piattaforma ai malati stessi per supportarsi a vicenda". Beat Leukemia non raccoglie fondi e anche i pochi fondi arrivati spontaneamente o derivanti dal libro ora pubblicato sono finalizzati a progetti diretti , come borse di studio a ricerche per sconfiggere la leucemia.

Uscito da poco, Il segreto è la vita già ha raccolto in Rete pareri entusiasti, di persone che conoscevano Alessandro, il quale aveva frotte di amici (col suo carattere solare impossibile il contrario), come di chi non lo conosceva. "Tramite il nostro sito e tramite Facebook riceviamo commenti da persone di tutte le età", dice ancora Michele (che giovedì 19 luglio alle 18.30 presenterà il volume alla libreria Mondadori Multicenter di Milano, in piazza Duomo). "Restano colpite da quanto Alessandro è riuscito a trasmettere e da quanto aveva bisogno di farlo. A volte si scoppia a ridere leggendo, altre a piangere".

I lacrimoni a volte non sono trattenibili, neanche le strette al cuore, no. Ma non pensate assolutamente che si abbia a che fare con la "solita" storia di malattia da guardare con diffidenza, certi di essere attanagliati da dramma e dolore. Il dolore inevitabilmente c'è, ma ciò che più riempie le pagine è vita sferzante, è gioia incredibile, è speranza inguaribile.

Il motto di Beat Leukemia del resto è: "La differenza tra le cose difficili e le cose impossibili sta nel fatto che per quelle considerate impossibili ci vuole solo più tempo, più impegno, più fede".

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Simona Santoni

Giornalista marchigiana, da oltre un decennio a Milano, dal 2005 collaboro per Panorama.it, oltre che per altri siti di testate Mondadori. Appassionata di cinema, il mio ordine del giorno sono recensioni, trailer, anteprime e festival cinematografici.

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