Giulia Schucht e Gramsci: un amore travolgente
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Giulia Schucht e Gramsci: un amore travolgente

Un romanzo ripercorre la passione tra i due. Recensione d’autore di chi ha visto il Pci molto da vicino

di Walter Veltroni

Chi ha scritto che l’amore è una "stella filante di San Lorenzo"? Domanda difficile. Scommetto che nessuno attribuirebbe parole così intime e felici ad Antonio Gramsci. Eppure è così e sua è la straordinaria e drammatica storia d’amore con Giulia Schucht. E mentre, mai come in questo momento, storici e polemisti incrociano le armi e i documenti sulle vicende politiche gramsciane, Lucia Tancredi ha scelto la strada di un romanzo sulla vicenda personale del grande pensatore italiano e di Giulia. S’intitola La vita privata di Giulia Schucht e ricalca con precisione e cura le biografie, le immagini, anche le parole (quelle delle lettere che Antonio e Giulia si sono scambiati tra il 1922-23 e il 1937), ma è un romanzo e così va letto.

È Giulia in queste pagine a fare la parte del leone. A cominciare dalla foto color seppia che apre il libro: una bellissima donna vestita di bianco accoccolata su un prato accanto al figlio nudo e al vecchio padre Apollon coi capelli e la barba bianca. Giulia è colta, cosmopolita, una violinista bravissima e insieme una donna che mantiene una componente ferina, selvatica, che il giovane Gramsci percepisce e impara subito ad amare e temere.

C’è la Mosca degli anni rivoluzionari nel libro, c’è l’Italia già precipitata sotto il tallone fascista che farà di Gramsci una delle sue vittime più illustri. Eppure i riferimenti storici, il passare tra le pagine di grandi personaggi (c’è anche Lenin, vecchio amico degli Schucht), gli stenti, i pericoli, la vita da mezzo fuggiasco di Gramsci prima in Urss, poi a Vienna e infine di nuovo in Italia colpiscono meno di quella specie di febbre che corre nelle pagine quando protagonista è il loro rapporto. Gramsci è rinchiuso in carcere, Giulia, malata di depressione ed epilessia, finisce tra ospedali e sanatori di un’Urss sempre più buia e feroce. Due diverse prigioni tra le quali continuerà a scorrere un fiume di lettere, messaggi e messaggeri, e sotto un sentimento radicale e profondo. La storia fra carcere e dolore sembra una stella nera sulle loro teste. Ma "la stella filante di San Lorenzo" resta viva. Non cercate sguardi dal buco della serratura in questo romanzo, ma ci sono il sangue e la carne della storia. E non è poco.

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