Goldman Sachs, i segreti in un libro
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Goldman Sachs, i segreti in un libro

Greg Smith, ex dirigente del gruppo americano, racconta la "cultura tossica" della banca d'affari in Why I left Goldman Sachs

C'è già chi trema ai piani alti della Goldman Sachs, a una manciata di giorni dall'uscita del libro che promette di svelare tutti i segreti del colosso bancario. E non sono pochi, dal momento che i primi bividi corsero lungo le schiene di tanti big della finanza quando, sette mesi fa, Greg Smith si dimise dalla banca d'investimento newyorkese, scrivendo un editoriale apparso sul New York Times, intitolato: "Perchè sto lasciando Goldman Sachs". Ora sta per uscire in libreria il suo libro, che parte da dove si era fermato proprio quel lungo articolo e si intitola Why I left Goldman Sachs ovvero Perchè ho lasciato Goldman Sachs.

Il libro, edito da Grand Central Publishing, racconta cosa accadeva nella nota banca d'affari, senza lesinare critiche anche molto dure alle pratiche disinvolte seguite dal Goldman Sachs nel corso degli anni. Racconta di come, da istituto finanziario tra i più grandi al mondo, che ha tra i propri investitori anche molte multinazionali, clienti privati e Governi, si sia evoluto, perdendo affidabilità.

Se all'inizio la regola numero 1 che Goldman Sachs dava ai propri dipendenti era "Gli interessi dei clienti vengono sempre prima", oggi quella regola è rovesciata, perchè prevale il motto "take-the-money-and-run" (prendi i soldi e scappa). Insomma, ormai si è in presenza di quella che l'autore ha definito letteralmente "una cultura tossica e distruttiva" che mette i profitti davanti a qualsiasi tipo di principio. La cultura descritta da Smith nel libro-denuncia è definita dall'ex dirigente "vampiresca" e tratta  i clienti come "muppets", ovvero pupazzi.

Le premesse perchè il libro sia una vero terremoto ci sono tutte. Smith ha già dichiarato, senza pentirsi, di non sopportare "di vedere gente senza scrupoli che parla di imbrogliare i propri clienti". Per questo ha deciso di mettere a nudo un mondo, come quello della finanza, che lui ha imparato a conoscere bene, molto bene. Entrato in Goldman Sachs a soli 21 anni come stagista, nel 2000, è riuscito a compiere la scalata all'interno dell'istituto, arrivando ad essere direttore esecutivo e responsabile della gestione dei derivati del patrimonio dell'impresa commerciale in Europa, Medio Oriente e Africa. Ciononostante alcuni esponenti dell'industria editoriale, che si erano dati battaglia per accaparrarsi i diritti sul libro dopo l'uscita dell'articolo, hanno messo in dubbio la credibilità stessa di Smith. Quanto a Goldman Sachs, per ora attende, dopo aver sminuito la portata delle precedenti dichiarazioni del suo ex dipendente.

Greg Smith, nato in Sud Africa, ma ormai cittadino newyorkese da tempo, non si è comunque fatto intimorire. Lo scorso marzo, a 33 anni ha lasciato il suo incarico alla Goldman Sachs, con l'intenzione di "lavare i panni sporchi in piazza". "Credo fermamente che questo declino nello spessore morale (di Goldman Sachs, ndr) rappresenti la minaccia più seria per una sopravvivenza a lungo termine" ha scritto. Le previsioni sul futuro di Goldman Sachs, ma anche di altri big della finanza mondiale, erano spietate: "Mi stupisce quanto venga ignorata una verità fondamentale: se i clienti non si fidano di te, dopo poco tempo smetteranno di fare affari con te. Non importa quanto sei valido o intelligente. In questi giorni, la domanda più frequente sui derivati è: "Quanti soldi abbiamo ricavato dal cliente?" Mi da fastidio ogni volta che la sento..".

Ora la pubblicazione, molto più estesa e dettagliata, che arriva in un momento delicato per Goldman Sachs, appena riuscita ad abbassare i riflettori su una serie di notizie negative sull'istituto finanziario (dalla manipolazione dei tassi di interesse all'insider trading). L'istituto, dopo l'arresto di un dirigente e le indagini su altri due, ha anche dovuto pagare 550 milioni di dollari per risolvere la causa con il Governo americano.

Il libro, dunque, potrebbe gettare nuova benzina sul fuoco, alimentando nuove feroci reazioni, come quella del sindaco di New York, Michael Bloomberg, che aveva già bollato le parole di Smith su Goldman Sachs e il mondo finanziario semplicemente "ridicole" e frutto di "un impiegato scontento". Sta di fatto che l'articolo da cui è nato il libro riuscì ad attirare l'attenzione di oltre 3 milioni di lettori in 24 ore. Adesso il libro, che a Smith frutterà 1 milione e mezzo di dollari: tanto è stato promesso all'ex banchiere dalla casa editrice, che fa parte della divisione Hachette Book Group.

Why I left Goldman Sachs, 288 pagine, sara' disponibile in America dal 22 settembre, in 150 mila copie, salvo ristampe. Potrà' comunque essere acquistato anche in formato ebook negli Stati Uniti (su Amazon a 18,28 $, anche versione Kindle), mentre non è ancora prevista un'uscita in Italia.

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Eleonora Lorusso