Le vere foto del viaggio del ragazzo di Into the wild
Christopher Johnson McCandless Memorial Foundation
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Le vere foto del viaggio del ragazzo di Into the wild

Into the wild racconta una storia vera, quella di Christopher McCandless. Ora un libro fotografico raccoglie le immagini che ha scattato nel corso del suo viaggio nelle terre selvagge, prima di morire.

Chris McCandless era solo un ragazzo quando ha deciso di lasciare tutto, prendere uno zaino e partire all’avventura. Con sé aveva pochi spiccioli, una tenda, l’occorrente per cucinare, alcune provviste e una macchina fotografica che ha conservato le immagini che ora ritroviamo sulle pagine di Back to the wild , il volume (pubblicato in Italia da Nobordersmagazine) che raccoglie le foto di Chris e i suoi pochi scritti. La sua storia avventurosa e tragica è stata raccontata da Jon Krakauer nel libro Nelle terre estreme e Sean Penn ne ha tratto un film dal titolo Into the wild , con la superlativa colonna sonora di Eddie Vedder.

E proprio la musica era una delle passioni di Chris, assieme alla vita del college, le ragazze, la sua auto di seconda mano (gialla, tossicchiante, adorata): un ragazzo come tanti altri. Poi un giorno cambia ogni cosa. Decide di partire, lasciare la sua casa e i suoi cari, e intraprendere un viaggio alla ricerca di se stesso sulla strada e nella natura profonda, portando con sé lo stretto indispensabile.

L’uomo solo, e specialmente l’uomo solo con se stesso, ha un modo tutto speciale di stare con gli altri, fatto di condivisione di cose come il cibo, il sonno, il lavoro e pochissime parole. Nessuna delle persone incontrate da Chris verrà dimenticata. Lungo il percorso scrive qualche cartolina ai compagni di avventure (mai alla sua famiglia o agli amici di un tempo) e scatta delle foto. A chi erano destinate queste poche tracce del suo viaggio? Molti paesaggi, tanti autoscatti, alcuni ritratti delle persone incontrate lungo strada, poche brevi annotazioni di caccia. Tutto qui. Moltissimi chilometri, pochissime parole.

Nell’epoca del selfie , è quasi incredibile immaginare un ragazzo di una ventina d’anni appena, con la barba incolta e la camicia a quadrettoni, che invece di scattare foto al suo piatto di alce biologico imbraccia il fucile ed esce a caccia per sopravvivere. Niente istagram, niente social network, nessuna connessione a internet, nessun desiderio di apparire, nessuna voglia di comunicare con i propri amici o i propri cari. Chris voleva solo esserci, vivere, lasciare un segno unicamente come prova del proprio passaggio.

Sconcerta la felicità degli occhi che ci osservano da queste foto, la voglia di andare che mostrano le sue membra vibranti. Un po’ perché sappiamo già che il viaggio di Chris si concluderà con la fame e la morte in un autobus abbandonato nel bel mezzo dell’Alaska. Un po’ perché non possiamo fare a meno di chiederci: cosa sa Chris che noi non sappiamo? Qual è il suo segreto? Perché in punto di morte lascia un biglietto in cui ci benedice e ci rassicura sulla sua felicità? Chi siamo noi per lui? La risposta non la troveremo certo nel nostro piatto di alce biologico.

@giuliopasserini

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Giulio Passerini