Federico Novaro, Love Song
Lifestyle

Federico Novaro, Love Song

Storia di un matrimonio omosessuale

C’è qualcosa di inalienabile nella realtà: la differenza fra una promessa e un fatto, come dice l’autore di Love song (Isbn editore), Federico Novaro. La politica appartiene al campo delle promesse: diritti per tutti. E anche certa morale: quella che garantisce che niente cambierà mai. Promesse sono anche quelle che fa chi si ama: ti vorrò come sei e cercherò la tua felicità. E poi ci sono i fatti: quelli della politica della discriminazione che non garantisce gli stessi diritti, quelli della morale che cambia, e anche quelli che dicono “ti vorrò come sei ma solo se sei come ti voglio io” sono un fatto.

Solo un bel film?
Le uniche promesse che diventano fatti sembrano essere quelle del cinema. “Ora siamo sposati” scrive Novaro “La Legge lo ha sancito. E poi ci siamo sposati a New York, come nei film. Questo fa. Nessuno può mettersi contro un film sentimentale”.

Ci siamo sposati a New York, come nei film. Questo fa. Nessuno può mettersi contro un film sentimentale.

Federico e Stefano alla fine si sono sposati ma hanno dovuto farlo a New York, riconosciuti da una legge che non è quella del paese in cui vivono e protetti dalla forza di un film sentimentale più che dallo stato in cui risiedono. Nel suo libro Federico Novaro racconta la storia di un amore (il suo con Stefano) e quella di un matrimonio (di tutti gli amici, i parenti e gli sconosciuti che ha coinvolto) ma non solo. Racconta anche cosa c’è stato prima e dopo un momento che insieme hanno condiviso con milioni di persone: quella serata sul palco di Sanremo in cui hanno dichiarato al mondo il loro amore, in silenzio. Ed è subito diventata una storia di tutti. Milioni e milioni di persone, dall’avvocato di Voghera alla casalinga milanese quella sera hanno pianto. Chi crede che le lacrime di commozione abbiano avuto una preferenza di genere o un’inclinazione sessuale denuncerebbe tutta la sua stupidità.

Una vita normale
Federico Novaro racconta soprattutto la fatica che si fa per avere qualcosa di normale: una vita insieme riconosciuta dalla legge, un paese dove tutti abbiano gli stessi diritti e non ci sia discriminazione per un uomo che vuole dividere la sua vita con un uomo. Ma non è solo sua questa battaglia. Non solo chi viene privato di un diritto, infatti, viene discriminato, ma anche chi può esercitare solo un diritto monco lo è. Che diritto è un diritto concesso per natura solo ad alcuni? Può essere un privilegio di molti, forse, ma non un diritto. Si è sempre in due a essere discriminati e trovarsi dalla parte più fortunata della discriminazione può essere riposante, ma non per questo più giusto. Sarebbe la fine del mondo cancellare il privilegio di alcuni di scegliere con chi unirsi in matrimonio e garantire questo diritti a chiunque lo voglia? Probabilmente sì, dice Novaro, sarebbe la fine di un mondo vecchio e l’inizio di uno più giusto.

I puntini sulle i
Ma chi credesse di avere a che fare con un Savonarola si sbaglierebbe di grosso. Questo libro non è fatto di fiamme per filistei, c’è invece ironia e buonsenso, logica e razionalità, amore e commozione, c’è rabbia ma non rancore. C’è la coscienza di quanto la retorica speso vanifichi gli sforzi di un dialogo necessario e di quanto sia difficile adeguarsi a un mondo che cambia. Perché il mondo nel frattempo cambia per tutti, minoranze e non, e se domani non vorremo trovarci a recitare per paura la parte dei barbagianni nascosti dietro le nostre fragili barricate sarà bene imparare per tempo a non rinunciare alla complessità, alla diversità, a quel dialogo che è l’unica chiave possibile per una convivenza civile.

I più letti

avatar-icon

Giulio Passerini