Conan Doyle, Avventura nell'Artico
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Conan Doyle, Avventura nell'Artico

Il diario di bordo dei sei mesi passati dal creatore di Sherlock Holmes sulla baleniera Hope

Arthur Conan Doyle è conosciuto soprattutto per il suo personaggio più riuscito, Sherlock Holmes, ma la sua produzione vanta anche numerosi racconti e romanzi di avventura. Conan Doyle, medico che ha poi deciso di dedicarsi completamente alla scrittura, aveva lui stesso un animo impavido e curioso, che ha messo alla prova, ancora neppure laureato, imbarcandosi su una baleniera come medico di bordo. Avventura nell’artico (Utet, 2016) è la cronaca di quei mesi di caccia alle foche e alle balene, a cui Conan Doyle, lungi dal restare nascosto sottocoperta, ha partecipato in prima persona.

Diario di bordo
Conan Doyle, che era già incaricato di tenere il diario di bordo ufficiale, ne redige anche uno parallelo, personale, in cui giorno per giorno segna gli avvenimenti più rilevanti per l’equipaggio o per se stesso, le nuove scoperte nell’ambito della caccia e della navigazione artica e le letture con cui si tiene impegnato nelle lunghe ore di navigazione.
A lato dei testi spesso Conan Doyle prova a illustrare graficamente le scene o gli elementi che più lo colpiscono (le illustrazioni sono tutte riportate in un inserto all’interno del volume), ne risulta un racconto lieve e appassionato, in cui fanno capolino le emozioni dell’autore, l’esaltazione della scoperta ma anche la noia di quelle eterne giornate in cui nulla accade all’orizzonte.

Nascita di uno scrittore
Imbarcatosi sulla baleniera Hope l’ultimo giorno di febbraio del 1880, il giovane Conan Doyle ci resterà fino all’11 agosto dello stesso anno: un’esperienza che gli farà dismettere i panni di studente per entrare di diritto nel mondo degli adulti. Quello che vede la luce sulla Hope, però, non è solo l’uomo che diventerà Conan Doyle, ma anche e soprattutto lo scrittore. Nelle pagine del suo diario la vita sottocoperta è descritta vividamente, dagli incontri di boxe con il cambusiere alla sgradevole scoperta del furto – reiterato – del suo diario da parte di alcuni marinai. 

La stessa vividezza hanno i racconti di caccia, che riportano momento per momento l’uccisione e lo scuoiamento di svariate bestie artiche, dalle foche ai leoni marini, per culminare con la difficile cattura di due balene. Non sono certo scene per deboli di stomaco e di cuore, ed è meglio non pensare agli occhi grandi dei cuccioli di foca perché Conan Doyle, da grande autore quale diverrà e da aspirante chirurgo, descrive la dura vita dei cacciatori in ogni particolare.

Scritti artici
Non solo diario, il volume proposto da Utet racchiude anche alcuni scritti di Conan Doyle sul tema dei viaggi nell’Artico. Due racconti poco conosciuti, Il capitano della Pole Star e L’avventura di Black Peter e due testi in forma di breve saggio, L’incanto dell’Artico e Vita a bordo di una baleniera della Groenlandia. Tutti questi documenti, a cui si aggiunge un’articolata postfazione dei due curatori che svela dettagli sui primi anni di lavoro di Conan Doyle dopo la laurea, non forniscono solo elementi relativi alla vita del padre di Sherlock Holmes, ma anche lo spaccato storico di un mestiere spietato e difficile e di una società in cui lavoro, esplorazione e progresso scientifico erano indissolubilmente legati.

Arthur Conan Doyle
Avventura nell’Artico
Utet, 2016
251 pp., 22 euro

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Matilde Quarti