Asterusher, l'autobiografia per feticci di Michele Mari
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Asterusher, l'autobiografia per feticci di Michele Mari

Il nuovo progetto dell'autore di Roderick Duddle è un libro illustrato con gli oggetti entrati nei suoi libri come luoghi e personaggi

In ogni casa ci sono oggetti che il tempo ha impregnato di vita e di affettività, oggetti dei quali il tempo non ha spento - anzi ha esaltato - la capacità di alimentare le illusioni del pensiero magico. Nella fantasia di Michele Mari l'idea si è condensata a sua volta in un raffinato manufatto: Asterusher, un libro dal formato insolito e dalla bella copertina anticata che cita con ironia una locandina horror, un curioso libro fatto di altri libri (i testi sono perlopiù citazioni e autocitazioni), ovvero un oggetto fatto di altri oggetti (fotografati da Francesco Pernigo).

Concetti come reificazione della persona e feticismo delle merci, capisaldi della critica al capitale in Storia e coscienza di classe di György Lukács, vengono reinterpretati da Mari in chiave letteraria e sciamanica, esaltando cioè il potere mistico e mitopoietico degli oggetti. Il gioco di scatole cinesi comincia dal titolo, neologismo-crasi da La casa di Asterione di Jorge Louis Borges - cui è ispirata la prima fotografia - e Il crollo della casa Usher di Edgar Allan Poe, cui è ispirata l'ultima. Le novanta fotografie di Asterusher sono state scattate nelle due case-libro dello scrittore: la villa di famiglia di Nasca, piccolo paese del varesotto dove passava le estati da bambino e che ricorre con una certa frequenza in tutta la sua opera, e la casa di Milano in cui vive dal 1983.

Asterusher è una rara autobiografia a 4 occhi, perché gli scatti e le ambientazioni di Francesco Pernigo posseggono una ratio estetica dotata di un proprio stile e di una autonomia dettata, per ammissione dello stesso Mari, dalla "saggezza distonica di chi è meno coinvolto". Sicché ci troviamo di fronte a un libro illustrato in cui l'autore parla di sé attraverso le visioni di qualcun altro e didascalie il cui livello di aderenza all'iconografia è garantito da un mix di verità e finzione. Un progetto bizzarro ed egocentrico, pienamente coerente con la Fantasmagonia che impregna il corpus narrativo dello scrittore: sorta di metalibro autobiografico di cui Asterusher costituisce una variante estetica o, più semplicemente, un lungo inserto a colori.

Nella carrellata di botole e scale, intrichi di ganci e catene, cancellate e persiane, tini e botti sfasciate, fienili e studioli da commendatore, muri scrostati come ustioni di Burri, lugubri sale da pranzo e solitarie camerette color van Gogh, spiccano detriti industriali ricollocati sulle cassapanche come sghembe nature morte, matite e mozziconi, pugnali e attaccapanni di minatori, angeli e zombies, teste di legno a guisa di Jekill e Hyde, ceramiche simili a vertebre di dinosauro, semi mummificati e vecchi quadranti di orologi. E ancora una prosopopea di libri e librerie, labirinti di parole e ossessioni da restarne prigionieri.

Ogni oggetto di Asterusher suggerisce immaginazioni e allucinazioni, proiezioni e stratificazioni di senso che smontano le categorie del reale: sacro e profano, mitologico e allegorico, agricolo e industriale, poesia e prosa, classico e pop, sublime e kitsch risaltano in una miscela alchemica della consistenza del Verderame. Su una presa di corrente c'è Glenn Gould che suona il piano assieme al suo cane. L'omino Michelin sorveglia gli scaffali dallo stipite di una porta, sopra una vasca da bagno Maradona con il Che tatuato sulla spalla occhieggia un'edizione della Rappresentazione del mondo del fanciullo - Universale Scientifica Boringhieri - con in copertina la foto di Michele Mari da bambino moltiplicata all'infinito...

Ogni immagine ne rimanda a un'altra, ogni oggetto è come un Giardino dei sentieri che si biforcano, per citare il titolo di un'altra novella di Borges. Scenari kinghiani, canti orfici e radici di mandragola. Fra il distico omerico e un baloon di Dick Tracy, a un passo dalla notte si palesano continuamente nuove trame, nuovi bivii in cui svoltare simultaneamente. Persone, personaggi: la vita come una novella dall'infinita stesura.

Michele Mari, Francesco Pernigo
Asterusher
Corraini
110 pp., 16 euro

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Michele Lauro