"Apocalypsis" di Mario Giordano. Romanzo d'appendice al tempo del tablet
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"Apocalypsis" di Mario Giordano. Romanzo d'appendice al tempo del tablet

Intrighi in Vaticano e suspense in un bestseller multimediale in bilico fra libro e serie tv. Su Panorama l'intervista all'autore

di Andrea D'Addio

Un libro come una serie tv. Da gustarsi a piccole dosi, settimana dopo settimana. E non su carta, ma su schermo, iPad o tablet in generale che sia. È questa l’originalissima forma di pubblicazione scelta dalla casa editrice tedesca Bastei Lübbe per il romanzo Apocalypsis, che nei capitoli di testo miscela video, illustrazioni, contributi audio e altri elementi interattivi. Insomma, tutto ciò che fino a oggi era soltanto teoria rispetto al futuro del romanzo digitale diventa ora una realtà, e baciata dal successo.

A firmare la nuova frontiera del romanzo d’appendice in salsa thriller è il tedesco Mario Giordano, 49 anni, padre italiano, già scrittore e sceneggiatore (con al suo attivo, fra l’altro, il grande successo di The Experiment: libro e film). Dallo scorso autunno, con la cadenza di un capitolo la settimana su tablet, Apocalypsis è stato dato in pasto ai lettori tedeschi. Che l’hanno divorato. L’indagine di un giornalista tedesco sull’improvvisa scomparsa di un Papa dei giorni nostri, raccontata da Giordano, ha registrato sin dalla prima puntata cifre record di download: fra i 5 e i 10 mila download ogni settimana a 1,50 euro ciascuno. Tanto che il suo autore è stato chiamato l’8 giugno a tenere la lezione "Come scrivere un thriller digitale" al celebre festival della letteratura di Hay, in Galles.

Come è nato Apocalypsis?
"Non è stata una mia idea, ma della casa editrice che mi ha contattato per dirmi se fossi interessato a scrivere un thriller su una cospirazione in Vaticano da distribuire a puntate attraverso applicazioni per tablet. Non si trattava solo di inventare una storia e scriverla bene, ma anche di sfruttare la multimedialità offerta dalla lettura su tablet: illustrazioni, fotografie, minigiochi, audio e video. L’esperienza da sceneggiatore in tal senso mi ha aiutato a visualizzare la storia sotto vari punti di vista".

Come si organizza la trama di un romanzo di questo tipo?
"Ho pensato subito a una struttura da serie tv. Ho immaginato tre stagioni, ognuna composta da 12 episodi per un totale di circa 600 pagine a libro. Ho pensato subito ai personaggi, al prologo, alle tappe essenziali della trama e al finale. Nel mezzo però c’è una buona parte di materiale malleabile ed è ciò che rende il libro interattivo anche secondo un altro punto di vista, oltre quello della multimedialità, ovvero l’intervento dei lettori. Attraverso Facebook e altri forum infatti si possono esprimere le proprie idee sulla storia e su come si vorrebbe che continuasse. Alcuni commenti hanno davvero indirizzato le mie scelte".

A che punto è del progetto?
"Le prime due stagioni sono già finite, della prima è stato fatto anche un romanzo 'di carta'. Al momento sto scrivendo il terzo volume. Il libro è già stato tradotto in spagnolo, cinese e inglese, mentre ancora non è stato acquistato in Italia. La seconda stagione uscirà in inglese fra sei mesi".

Pensa che questa sorta di ebook a puntate possa funzionare solo con i thriller, ovvero con dei testi che, nascondendo sempre un mistero, invogliano il lettore ad andare avanti finché non è tutto risolto?
"Se un testo è ben scritto, il lettore avrà voglia di finire una storia, a prescindere dal genere di racconto. Dovremo abituarci a questo tipo di ebook: ce ne saranno sempre di più in futuro".

Il suo è un Vatican-thriller, ovvero una tipologia di romanzo che negli ultimi anni ha avuto grande successo, come dimostrano Dan Brown e tanti best seller. I lettori sembrano sempre più appassionati ai misteri della Chiesa...
"Ormai s’intende la Chiesa come si potrebbe intendere la Cia negli Stati Uniti, ovvero un mondo avvolto da un mistero che lascia molti spazi a possibili cospirazioni".

Ha condotto molte ricerche in Italia per scrivere Apocalypsis?
"Sono stato molto spesso a Roma e continuo a tornarci. Ogni luogo che descrivo l’ho visitato personalmente. Sono anche stato in Vaticano. Mio padre era italiano, purtroppo in famiglia abbiamo sempre parlato tedesco e ho imparato a parlare la vostra lingua solo a 19 anni. Ora la parlo abbastanza bene da sentirmi a casa ogni volta che vengo nel vostro Paese".

Ha ricevuto critiche da parte della Chiesa a causa della trama del suo libro?
"Per fortuna no. E comunque, nella mia storia, il Papa finisce per essere dalla parte dei buoni. Ho avuto anche una simpatica intervista con il servizio radiofonico della Chiesa tedesca ed è andato tutto bene. Credo però che in generale la Chiesa sappia che la gente distingue bene la verità dalla finzione".  

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