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5 libri per la Giornata della Memoria

Pensieri e titoli dedicati alla Shoah

La memoria

Il racconto è forse lo strumento migliore per mantenerla viva: fa pensare. Fornisce stimoli alla riflessione, per non lasciare che il tempo dia spazio all'oblio, cancellando il passato. Ecco perché leggere (e scrivere) ancora sulla Shoah. Cinque titoli per la Giornata della Memoria.

Martin Pollack, "Paesaggi contaminati"

Torna in libreria lo scrittore austriaco Martin Pollack con un nuovo titolo a metà strada tra il reportage e il romanzo. Con "Paesaggi contaminati" infatti l'autore propone una nuova geografia dell'Europa, basata su un'indagine giornalistica che traduce boschi meravigliosi e aree bucoliche delle zone orientali, tra Balcani, Polonia, Paesi Baltici, Ucraina, Bielorussia, nella patria dei più efferati crimini: "furono luoghi di uccisioni di massa, eseguite però di nascosto, al riparo dagli sguardi del mondo, spesso con la massima segretezza", spiega lo scrittore. Così la natura diventa un monumeto impietoso e il paesaggio, appunto, contaminato dal veleno di quel capitolo atroce della storia. Con una nota ancora più dolorosa: erano i boschi in cui Pollack bambino andava a passeggiare con il nonno. Erano i luoghi in cui la sua famiglia aveva partecipato ai crimini nazisti.

Martin Pollack, "Paesaggi contaminati", Keller (pp.144, euro 14)

Shifra Horn, "Scorpion Dance"

A scrivere è un'autrice israeliana, che si è fatta conoscere al pubblico italiano per "Quattro madri" e "La più bella tra le donne". In questo nuovo libro, cammina su un filo sottile, quello funambolico che segna il confine tra la necessità di ricordare e quella di dimenticare gli orrori della Shoah. La storia dello stato di Israele si intreccia con quella dei campi di concentramento nella figura del protagonista, Orion, un ragazzo abbandonato dalla madre dopo aver perso il padre durante la Guerra dei Sei Giorni che viene cresciuto da due donne sopravvissute ad Auschwitz. C'è tutto in queste pagine: il sapore della dolcezza dei sentimenti umani, la ricerca della propria identità, la Storia (con la maiuscola) e il tema dello sradicamento. Il tutto, miscelato in una sapiente scrittura ad alto tasso di sensualità.

Shifra Horn, "Scorpion Dance", Fazi (pp.422, euro 18,50)

Carlo Greppi, "Non restare indietro"

Lo storico Carlo Greppi si cala nei panni di un ragazzo italiano, Francesco, che partecipa a un viaggio in Polonia, destinazione Auschwitz, organizzato dalla sua scuola. Ad iscriverlo a questa iniziativa sono stati i genitori e lui si trova su quel treno quasi a sua insaputa. L'impatto con quei luoghi, naturalmente, è violentissimo e catapulta Francesco nell'universo del dolore, a fare i conti con i propri sentimenti, a confrontarsi con quelli degli altri e a cercare risposte alle eterne domande sul senso della storia. Un romanzo di formazione.

Carlo Greppi, "Non restare indietro", Feltrinelli (pp, 244, euro 13)

Hilde Domin, "Il coltello che ricorda"

A dieci anni dalla sua scomparsa, arriva per la prima volta nelle librerie italiane questo titolo che presenta le ultime raccolte pubblicate dalla poetessa accanto a due saggi autobiografici e una delle sue celebri Lezioni di Francoforte in cui la poesia viene celebrata come territorio oltre i generi e le differenze tra le nazioni. Domin è un'autrice poco nota in Italia,ma una delle voci più interessanti del Novecento letterario tedesco. Inclusa la sua storia personale: nasce a Colonia, studia a Heidelberg giurisprudenza, teoria economica e sociologia. Lì conosce Erwin Walter Palm con cui scappa a Roma per poi spostarsi di nuovo, nel 1939, in Inghilterra, da cui scappano nuovamente nel 1940 per approdare in Repubblica Dominicana. Negli anni 50 poi i coniugi riallacciano i rapporti con la Germania e rientrano a Heidelberg, dove Hilde morirà nel 2006.

Hilde Domin, "Il coltello che ricorda", Delvecchio (pp. 300, euro 15,80)

Francesca Paci, "Un amore ad Auschwitz. Edek e Mala: una storia vera"

La giornalista Francesca Paci ricostruisce, attraverso il materiale custodito nell'archivio del museo di Auschwitz, documenti dell’epoca e testimonianze dirette dei sopravvissuti, la vera storia tra Edek e Mala. Una storia d'amore tra due prigionieri, un giovane detenuto politico polacco e una ragazza ebrea che si conoscono e si innamorano in campo di concentramento. Mala Zimetbaum conosce molte lingue e per questo viene scelta dalle SS come interprete e traduttrice; Edek, Edward Galinski, è stato tra i primissimi deportati di Auschwitz-Birkenau, incarcerato meno di due mesi dopo l’inaugurazione del lager voluta da Heinrich Himmler. I due organizzano la fuga il 24 giugno del 1944, ma vengono ricatturati sul confine polacco. Una favola, senza lieto fine.

Francesca Paci, "Un amore ad Auschwitz. Edek e Mala: una storia vera", Utet (pp. 208, euro 14)

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Micol De Pas