'12 anni a Guantanamo', diario di un prigioniero innocente
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'12 anni a Guantanamo', diario di un prigioniero innocente

In uscita in contemporanea in 16 paesi il resoconto di Mohamedou Ould Slahi sulla sua detenzione nel campo di prigionia più tristemente famoso

Mauritania, novembre 2001. Mohamedou Ould Slahi viene convocato dalla polizia. Il motivo di tanto interesse è il suo passato da simpatizzante Al Quaeda. Non è in effetti la prima volta che gli succede, ma, al posto delle solite domande di rito, questa volta si trova di fronte a funzionari in pieno delirio post 11 settembre. Gli Stati Uniti vogliono risposte immediate e colpevoli da punire, senza troppo badare ai metodi.

È così che Mohamedou inizia a girare celle e campi di prigionia. Passa otto mesi sotto tortura in Giordania, una detenzione disumana che però chiarisce finalmente la sua posizione: innocente. Ma non è abbastanza, perché gli americani lo trasferiscono comunque a Guantanamo, la prigione più tristemente nota fra quelle dedicate ai sospettati di terrorismo.

Oggi, ormai nel 2015, Mohamedou è ancora là a Guantanamo, nonostante sia stata accertata la sua estraneità ai fatti dell’11 settembre, così come a qualsiasi tipo di associazione terroristica. Dodici anni ininterrotti di ingiusta detenzione, pagando colpe non commesse, uno dei tanti capri espiatori per un Occidente che ha bisogno di un nemico per distrarsi dalle vere piaghe interne, e vittima collaterale di un estremismo distorto e distruttivo.

Tutto questo è raccontato in 12 anni a Guantanamo, libro in uscita per Piemme il prossimo 20 gennaio, in contemporanea in 16 paesi nel mondo. È firmato dallo stesso Mohamedou Ould Slahi: è il suo personale diario dal carcere, che è riuscito a far pubblicare dopo anni di oscuramento da parte del governo USA.

Un documento importante e molto attuale, pensando ai tragici fatti francesi di questi giorni.

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Andrea Bressa