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Laika: 60 anni fa la prima cagnolina nello spazio - foto

Il 3 novembre 1957 il lancio del secondo Sputnik con a bordo una piccola randagia che non ritornò. Per l'Urss una vittoria nella corsa spaziale con gli Usa

Esattamente sessant'anni fa la cagnetta russa Laika, una bastardina del peso di appena sei chilogrammi, fu in grado di dare un forte schiaffo ai rivali Americani entusiasmando il popolo dell'Unione del presidente Nikita Kruschev.

Immolandosi per la vittoria nella corsa alla conquista dello spazio, uno degli aspetti principali della Guerra Fredda, Laika fu fatta simbolo dell'orgoglio "proletario", anche perché la cagnetta senza pedigree fu raccolta randagia nelle strade di Mosca e destinata all'esperimento spaziale.

E'il 3 novembre 1957 alla base di Baykhonur in Kazakhistan quando un bagliore nel pieno della notte annuncia il lancio del secondo satellite artificiale sovietico, lo Sputnik II. Era la prima volta nella storia che a bordo di una sonda lanciata in orbita trovava posto un essere vivente.

Laika (che in realtà si chiamava Kudrjavka, ma il suo nome fu confuso con il nome russo della razza, simile al samoiedo) fu sistemata nello spazio angusto del satellite sovietico largo appena poche decine di centimetri senza che vi fosse alcuna cognizione delle possibili reazioni dell'organismo al volo orbitale e al conseguente impatto con l'atmosfera terrestre in fase di rientro.

A bordo dello Sputnik II erano stati installati rudimentali sensori per la registrazione dei parametri vitali della "piccola abbaiatrice", come veniva chiamata dai tecnici della missione spaziale sovietica.

La scelta della data di lancio avrebbe dovuto cadere, per volere dello stesso Kruschev, al quarantesimo anniversario della rivoluzione russa del 1917 per rendere ancora più enfatico l'avvenimento a livello mondiale. Inoltre era intenzione del governo di Mosca ribadire quel "balzo in avanti" annunciato poco prima del lancio del primo Sputnik, che parve indicare il vantaggio sovietico iniziale nei confronti degli Stati Uniti.

La piccola Laika fu imbragata nella piccola cabina pressurizzata del satellite, fornita di cibo e acqua in forma gelatinosa.

Poco dopo il lancio, gli strumenti di bordo comunicarono ai tecnici a terra che la cagnolina era agitata ma viva, anche se la temperatura nella cabina aveva raggiunto in pochi minuti i 43°C. Raggiunta la quarta fase orbitale, gli strumenti non trasmisero più nulla.

Anche se le fonti sovietiche inizialmente dichiararono che Laika sopravvisse alcuni giorni in orbita, in realtà negli anni che seguirono la fine della Guerra Fredda emerse una verità molto diversa. La cagnolina sarebbe morta poco dopo l'entrata in orbita per l'incontrollato surriscaldamento dell'abitacolo dello Sputnik, mentre il satellite iniziava il suo viaggio orbitale attorno alla Terra durato ben 162 giorni con un apogeo di oltre 1,600 km e un ipogeo di 211 km.

Come previsto, il satellite rientrò nell'orbita terrestre il 14 aprile 1958, disintegrandosi nell'impatto con l'atmosfera. Nella lunga scia generata dall'attrito spariva ogni traccia della piccola Laika, l'eroina a quattro zampe che fece sobbalzare il vecchio Dwight Eisenhower sulla poltrona della stanza ovale della Casa Bianca.

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Ansa
La cagnetta Laika prima del lancio del 3 novembre 1957 imbragata sul sedile che verrà installato nel satellite orbitale Sputnik II

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Edoardo Frittoli