Kevin Wilson: casa Fang, dove l’arte si intreccia con la follia
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Kevin Wilson: casa Fang, dove l’arte si intreccia con la follia

Il romanzo ha destato il grande interesse di critica e di pubblico. Che fascino la realtà reinventata!

La follia, la follia che sconfina senza sosta nella normalità, la follia che vive in ciascuno di noi, la follia creatrice, si rispecchia genialmente in questo romanzo dalle vertiginose sequenze tematiche. Ne sono protagonisti Cabel e Camille Fang che organizzano performance nei più diversi luoghi pubblici: sfidando convenzioni e leggi. I due figli, Annie e Buster, sono obbligati a prendere parte alle performance dei genitori; ne subiscono la radicale influenza, e non riescono a vivere una vita autonoma e dotata di senso. I genitori poi scompaiono fingendo di essere morti; ma, rintracciati dai figli, a questi attribuiscono crudelmente la causa della loro scomparsa. "Ci eravamo tanto impegnati per rendervi parte integrante di quelle performance, per trasformarvi in elementi essenziali del nostro processo creativo, e voi ci avete abbandonati". Nel vortice delle loro temerarie performance Caleb e Camille giungono infine ad annullare le proprie identità: divengono Jim Baltz e Patricia Howlett. "Dovevamo creare nuovi personaggi per quando Caleb e Camille fossero morti, due identità in cui avremmo potuto cacalarci facilmente".

Così si concludono le performance, immerse nella follia, di Caleb e Camille Fang. Cosa ci può dire un romanzo, come questo, così complesso e così enigmatico? Dal romanzo riemergono dinamiche genitoriali che fanno dei figli l’oggetto delle loro performance, dei loro happening, delle loro azioni teatrali fondate su assurde improvvisazioni; e il destino dei figli ne è così condizionato, e lacerato.

Questa è la prima linea tematica; ma ancora più originale e radicale ne è la seconda: quella che descrive le camaleontiche performance indirizzate alla ricostruzione immaginaria del reale, al sovvertimento dei modelli convenzionali del vivere, e alla ricerca di identità altre da quelle preesistenti. Le tracce scintillanti e  strazianti della follia dilagano nelle performance di Caleb e di Camille; e arte e follia si intrecciano misteriosamente l’una all’altra.

Come spiegare il grande interesse di critica e di pubblico che il romanzo ha destato? La follia, che ne è la cifra tematica, fa paura quando è follia clinica, follia reale, ma, quando si mimetizza, e si metaforizza, in performance, come avviene nel romanzo, sgomenta e affascina. Un inconscio desiderio di follia come radicale alternativa alla banalità della vita quotidiana? Forse.

(Eugenio Borgna è professore emerito di psichiatria)

La famiglia Fang di Kevin Wilson
Fazi editore, 397 pagine, 18 euro

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Eugenio Borgna