Joyce Carol Oates, La donna del fango
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Joyce Carol Oates, La donna del fango

L'ultimo romanzo della grande scrittrice trascina nella disperazione del nuovo incubo americano

Leggendo i romanzi di Joyce Carol Oates, autrice americana tra le più prolifiche e le più apprezzate, ci si domanda quanto di autobiografico ci sia nelle trame dei suoi libri: storie di donne sempre sofferenti, con un passato triste e oscuro che torna a bussare alla porta del presente. Storie che, all'inizio, respingono. Poi però, quando "ci entri dentro", fanno sentire il lettore parte del racconto e lo catturano in un vortice di sensazioni imprevedibili e di riflessioni illuminanti. Sensazioni che la maestria della Oates è in grado di trasmettere meglio di chiunque altro.

La donna del fango (Mondadori), il suo ultimo romanzo tradotto in Italia, non fa eccezione. Il racconto terribile della vicenda di una bambina abbandonata da una madre pazza nel letto fangoso di un fiume - denutrita, con i capelli rasati e la testa sanguinante - fa orrore e allo stesso tempo coinvolge. All'inizio si va avanti a fatica.

Lunghe descrizioni, digressioni che mostrano una visione sfocata tra realtà, sogni, fantasie e psicosi, conducono il lettore nella vita di MR: questo è il nome - neutro e asessuato - che Meredith Neukirchen usa per firmare i suoi articoli e i documenti che fanno parte della sua sfera lavorativa. Prima donna ad essere diventata Rettore di una famosa università statunitense, affermata e ricercata in pubblico, Meredith ha in realtà una vita incompleta, come se stesse attraversando un percorso che non è stato tracciato da lei, ma che altri hanno scelto. Del resto lei è la bambina abbandonata, la donna del fango, e del fango che le riempiva la bocca sulla riva del Blake Snake River sente ancora il sapore. Quando il passato e il presente si scontrano, si viene risucchiati insieme a MR in un vortice di follia e disperazione. Per fortuna, poi seguirà una lenta risalita verso la vita.

Non si riesce a non provare pena e a tifare per Meredith. Ma non si riesce neanche ad avvicinarsi a lei fino alla metà della storia, quando sarà la stessa protagonista ad aprirsi al lettore: guardando dentro di sé, imparerà che cosa significa diventare adulta e padrona della propria vita. "È meglio non ricordare, mia cara Meredith! Questo significa crescere" - le dirà suo padre adottivo. Un monito ad andare avanti rivolto a un'intera generazione di americani, quella dell'11 settembre, che ritorna in questo libro tra i molti argomenti di interesse generale che Joyce Carol Oates dissemina tra le pagine. E chi legge "cresce" con Meredith, attraverso parole che si attaccano alla mente come colla e danno la sensazione che qualche detrito di questa storia ci rimarrà addosso.

Joyce Carol Oates
La donna del fango
Mondadori, 2013, 426 p., 20 euro

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Antonella Sbriccoli