Il ritorno di Mao, "Il Nuovo Mao"
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Il ritorno di Mao, "Il Nuovo Mao"

L'ultimo libro di Gennaro Sangiuliano è una lettura senza filtri sulla Cina di oggi alla conquista del mondo, si ma a che prezzo per noi?

«Romperemo le ossa ai separatisti e li ridurremo in polvere».
Sono le parole, durissime, di Xi Jinping durante la sua visita in Nepal a ottobre scorso. L'avvertimento del presidente cinese era rivolto non solo ai 20mila tibetani che vivono nel Paese, ma a tutti gli oppositori di Pechino, dai ragazzi dell'università di Hong Kong a Taiwan e alle minoranze musulmane in terra cinese, a cominciare dagli Uiguri.
Parole che sono passate sottotraccia sui media internazionali. Ma, provate a immaginare cosa sarebbe successo se le avesse pronunciate uno qualsiasi degli altri leader mondiali, da Trump a Putin: si sarebbe scatenato l'inferno, tra vibranti proteste dell'Europa in primis, sempre pronta a parlare di diritti umani a patto che vengano calpestati in Paesi con i quali Bruxelles non fa affari, e attivismo civico nelle piazze.

Invece, a pronunciarle è stato il “principe rosso” che regna a Pechino. E tutti sono rimasti in ossequioso silenzio.

Xi Jinping è probabilmente l'uomo più potente del pianeta. E con lui bisogna fare i conti, analizzare le sue mire politiche e strategiche, ma – allo stesso tempo – indagare sulle pieghe finora rimaste nascoste della sua incredibile vicenda umana.

Xi è presidente della Repubblica Popolare della Cina, segretario del partito comunista cinese ed è a capo della Commissione militare centrale, vero scettro del potere nella nazione più popolosa del mondo.

Da dove viene, chi è e qual è il suo progetto globale ce lo racconta in modo avvincente Gennaro Sangiuliano nel suo ultimo libro “Il nuovo Mao – Xi Jinping e l'ascesa al potere nella Cina di oggi” (Mondadori). Il direttore del Tg2, che già ci aveva brillantemente raccontato Putin e Trump, questa volta si cimenta con l'impero Celeste, e lo fa con la sua penna da giornalista rigoroso, attento sia ai fatti che ai dettagli più umani.

Ne viene fuori una biografia imponente, che con uno stile narrativo incredibilmente scorrevole e puntuale tratteggia per il grande pubblico non solo chi è il “principe rosso”, ma anche qual è il cambiamento epocale vissuto dalla Cina del Novecento; dalla Lunga marcia alla proclamazione della Repubblica Popolare nel 1949, dal “grande balzo in avanti” alle atroci purghe della Rivoluzione culturale, di cui è vittima lo stesso Xi Jinping, che incarna l'uomo nuovo, il nuovo Mao sopravvissuto ai campi di lavoro del regime cinese, e per questo resuscitato e rispettato al pari di un nuovo Messia.

Ne “Il nuovo Mao” Gennaro Sangiuliano traccia i contorni di storie e personaggi che hanno profondamente cambiato il volto della Cina. A cominciare da Deng Xiao Ping, il condottiero che ha avviato quel poderoso cammino verso la modernizzazione culminato nel suo dire al popolo cinese che “arricchirsi è glorioso”. Una frase storica, che ha di fatto dato il via al galoppo economico del gigante cinese sul cavallo del capitalismo di Stato.

Sangiuliano sa cogliere alla perfezione l'essenza stessa di quel rapido galoppo, che si incarna in Xi Jinping, il frutto di quel cambiamento e di quella lunga corsa.

Classe 1953, sposato due volte, una figlia, la sua seconda moglie è Peng Liyuan, una cantante lirica molto amata e molto popolare in Cina. Cosa che ha reso la sua immagine meno polverosa rispetto ai grandi leader del passato, e molto più pop, vicina al suo popolo, creando un nuovo culto della personalità, direttamente proporzionale alla vastità dei suoi poteri.

Fenomenale la sua ascesa al potere, dall'iscrizione al partito comunista cinese nel 1974, ai campi di lavoro, per poi tornare alla testa dell'impero Celeste.

Dalla polvere alle stelle, la biografia di Gennaro Sangiuliano racconta in modo avvincente la storia di un uomo che è specchio della storia di un Paese che in pochi conoscono, e aiuta a comprendere le insidie che si nascondono dietro parole apparentemente suadenti come quelle sul progetto della “nuova via della seta”.

La Cina ha bisogno di conquistare territori e lo fa in ogni modo, per garantire non solo la sopravvivenza ma l'arricchimento progressivo del suo popolo. Basti pensare alla sinizzazione dell'Africa, dove i cinesi hanno costruito infrastrutture in tutto il continente, e poi ospedali e scuole. In Kenya l'alta velocità recentemente inaugurata tra Nairobi e Mombasa viaggia su binari e treni cinesi ad alta tecnologia.

Ma, cosa riceve in cambio la Cina da tutto questo?

“Ridurremo in polvere gli oppositori”.

E' bene non dimenticare queste parole di Xi Jinping quando ci si siede al tavolo con la Cina. Perché vale non solo per i tibetani o per gli Uiguri, ma per tutti quelli che ostacolano il glorioso cammino dell'impero Celeste.

E' impensabile non avere rapporti economici con il gigante cinese, ma i leader mondiali dovrebbero imparare a memoria la biografia del “nuovo Mao”, per capire fino in fondo dove la Cina sta andando, e – soprattutto – a quale prezzo per tutti noi.

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Oriana Allegri