"Fuoricorso" di Matteo Pelli, storia di un eterno laureando
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"Fuoricorso" di Matteo Pelli, storia di un eterno laureando

Con il suo nuovo romanzo, un po’ alla Fabio Volo, Matteo Pelli racconta il bilancio di un pezzo di vita passata tra libri, lavori, amori. Sempre incompiuti

C’è che lo ha già investito del titolo di “nuovo Fabio Volo”, e per i temi, lo stile e la leggerezza narrativa sembra un giudizio non così lontano dalla realtà. Parliamo di Matteo Pelli e del suo nuovo breve romanzo Fuoricorso, edito da Tea, libro in cui una buona fetta di trentenni di oggi non faticheranno a ritrovarsi.

«Pronto? Che ne direbbe di un caffè, vorrei farle una proposta a quattr’occhi.»
Quello era stato l’inizio. L’inizio della fine della carriera scolastica.
Mamma era stata piuttosto chiara: fai quello che vuoi, ma con un pezzo di carta in tasca. Finisci gli studi e poi vai pure a fare la guida nel Deserto del Gobi in Mongolia.Tobia voleva tenere fede agli impegni, così decise che la scuola lo avrebbe occupato all’ottanta per cento, il resto massimo al venti. In pochi mesi le percentuali cambiarono, e dopo un anno appena, alla scuola restava un venti per cento scarso.

E così Tobia ha ormai trent’anni e una lunga lista di ricordi da far scorrere. Dal tentativo di una carriera da batterista a quello di diventare il nuovo Keith Haring. E mentre lavora prova a dare qualche esame, o cerca di darsi spiegazioni inattaccabili per giustificare quelli saltati. Intanto la vita procede, tra ragazze che vanno e vengono, e gli innumerevoli progetti e propositi lasciati a metà e mai conclusi. Come non è mai conclusa la sua carriera universitaria, all’Accademia di Belle Arti di Brera.

La storia di Tobia è molto simile a quella di migliaia di ragazzi e ragazze che si sono ritrovati, più o meno consapevolmente, nella condizione di “fuoricorsisti”, ormai classici prodotti degli anni a cavallo del nuovo millennio.

Fuoricorso nasce dalla penna di Matteo Pelli, classe 1978, di Lugano, che ha già all’attivo Johnny Pio del 2008  (di cui pare si sia innamorata Mina) e Novecento metri del 2009, entrambi per Casagrande, e Non invitarmi al tuo matrimonio del 2011 (Tea). Tutti i suoi lavori hanno come fil rouge le esperienze della generazione di cui fa parte: dagli amori all’università (fra l’altro, Pelli stesso si è laureato dopo una carriera fuoricorso decennale), dalle amicizie di una vita alle strade che si dividono, magari con i primi matrimoni. E i vecchi sogni e gli obiettivi che si scontrano con la maturità.

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- Fuoricorso – Matteo Pelli (Tea)
- Johnny Pio – Matteo Pelli (Casagrande)
- Novecento metri – Matteo Pelli (Casagrande)
- Non invitarmi al tuo matrimonio – Matteo Pelli (Tea)

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Andrea Bressa