Fumetti - "Odissea a tavola": intervista a Quino
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Fumetti - "Odissea a tavola": intervista a Quino

Tavole imbandite, critica sociale e tanta immaginazione: il creatore di Mafalda si racconta

"Odissea a tavola" , pubblicata in Italia da Magazzini Salani , è l'ultima raccolta umoristica a fumetti firmata da Joaquín Salvador Lavado Tejón, meglio noto come Quino . Nel libro il celebrato fumettista argentino rivolge tutte le sue attenzioni all'ambito gastronomico, offrendoci illustrazioni, vignette e strip che compongono un ritratto divertente, irriverente e spesso amaro da digerire dei peggiori comportamenti umani a tavola e in cucina.

Abbiamo contattato l'autore per fargli qualche domanda.

Come nascono i suoi disegni umoristici? Prende appunti o fa schizzi quando le viene un'idea?  

Freud ha detto che il lavoro creativo è come mettersi a letto col proposito di sognare di stare con tre belle ragazze. È impossibile! I sogni non si possono programmare. E io non potevo programmare le idee che mi venivano in mente. Qualche volta c’era una notizia che mi faceva arrabbiare; allora mi impegnavo a fare qualcosa sull’argomento per sbollire la rabbia. Oppure, ascoltando un disco, un concerto, guardando un film oppure osservando i passanti.
Di solito facevo prima dei bozzetti a matita e poi ripassavo a china. In generale non usavo prima la carta da disegno ma un block notes dove abbozzavo idee confuse e non finite che raccoglievo in una cartella; le usavo come miniera di idee.

Le vignette di "Odissea a tavola" sono inventate o ce ne sono alcune ispirate da fatti reali?

Frutto di immaginazione, la vignetta introduttiva, quella di “Oggi spaghetti” è un esempio concreto.

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Qual è il suo rapporto con il cibo? Cosa le piace mangiare?

Data l’età e soprattutto gli acciacchi il mio attuale regime alimentare è scandito dai medici. Quello che accade ormai al ristorante dove nel menù c’è di tutto meno che un piatto di pasta e ceci, per esempio. Anche lì devi mangiare quello che vogliono gli altri.

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Da decenni è un osservatore ironico e impietoso dei comportamenti umani. Cosa la diverte di più? Cosa le provoca più rabbia?

Direi che c’è poco da divertirsi oggi. Basta guardarsi intorno, leggere il quotidiano o ascoltare un notiziario per arrabbiarsi, e anche tanto. Puoi fare una rivoluzione, ma per la gente non cambia mai nulla.

Ha vissuto per diverso tempo in Italia per poi tornare in Argentina: che differenze ha trovato, se ci sono, tra la vita a Milano e Buenos Aires? Cosa le è mancato di più?

In realtà la mia vita ora si svolge tra Buenos Aires, Madrid e Parigi. Ogni tanto mi capita di tornare a Milano - sino a tre anni fa avevo un casa – le posso dire che Milano è cambiata tantissimo, in peggio purtroppo.

Le è mai venuta voglia di ricominciare a fare le strisce di Mafalda ?

Riprendere Mafalda non avrebbe senso. Gli Anni Sessanta sono un tempo che non tornerà mai più. C’era la speranza che la politica potesse cambiare le cose: oggi l’economia conta più della politica.

Nota: tutte le immagini sono Copyright di Joaquín Salvador Lavado (Quino), Caminito S.a.s. Agenzia Letteraria e per l'edizione italiana, Adriano Salani Editore.

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Nicola D'Agostino