La Fiat come malattia d'amore
(Credits: Getty/Scott Olson)
Video Divertenti

La Fiat come malattia d'amore

Riccardo Ruggeri, il manager che ha fatto la fortuna degli Agnelli, racconta in un libro la sua vita alle dipendenze della "grande mamma"

Solo Riccardo Ruggeri poteva riuscirci: convincere il (ancora per poco) commissario alla spending review, Carlo Cottarelli, a riompere il suo riserbo per andare a presentare (alle 17,30 del 23 ottobre in via Uffici del Vicario 30) un libro. Quello che Ruggeri ha scritto in occasione della quotazione, oggi, del titolo Fca (Fiat Chrysler Automobiles) al listino di Wall Street. Si intitola “Fiat, una storia d’amore (finita)” (GranTorino Libri).

Ruggeri è notista economico e politico di Italia oggi e Mf ed è stato l’uomo che ha risanato e portato in borsa l’attuale Cnh che Marchionne ha scorporato dal gruppo Fiat per consegnarla alla Exor della famiglia Agnelli. Come mai? Probabilmente perché, insieme alla Ferrari, è l’unica società con le ruote del gruppo a fare utili. In altre parole il suo straordionario lavoro su macchine agricole e macchine movimento terra, è quello che permette oggi al clan torinese di non preoccuparsi delle perdite del settore auto della Fiat.

Il libro consegna al lettore esattamente ciò che promette: il racconto sentimentale di una vita intera passata in Fiat. Anzi: quattro vite, visto che anche nonno, padre e madre sono stati operai al Lingotto. E, per questo, Ruggeri di cose da raccontare sulla Fiat ne ha più di chiunque altro e starlo ad ascoltare (lui scrive come parla e sembra di sentirne la voce) è un piacere impagabile. Ma la particolarità del libro non consiste nello sguardo distaccato e  neutro del Ruggeri-investitore (in obbligazioni) della Fiat e nemmeno nelle acute analisi di cui in ogni riga delle pagine dedicate alla scelte industriuali del gruppo è infarcita. No, la particolarità è che tutto questo è amalgamato da sentimenti mai zuccherosi. La particolrità è che accanto alle analisi degli errori, ma anche delle grandi intuizioni che il gruppo ha avuto nella sua storia, coesistono ricordi e aneddoti personali che fanno del libro un unicum nel panorama della saggistica dedicata al gruppo.

I più letti

avatar-icon

Marco Cobianchi

Sono nato, del tutto casualmente, a Milano, ma a 3 anni sono tornato a casa, tra Rimini e Forlì e a 6 avevo già deciso che avrei fatto il giornalista. Ho scritto un po' di libri di economia tra i quali Bluff (Orme, 2009),  Mani Bucate (Chiarelettere 2011), Nati corrotti (Chiarelettere, 2012) e, l'ultimo, American Dream-Così Marchionne ha salvato la Chrysler e ucciso la Fiat (Chiarelettere, 2014), un'inchiesta sugli ultimi 10 anni della casa torinese. Nel 2012 ho ideato e condotto su Rai2 Num3r1, la prima trasmissione tv basata sul data journalism applicato ai temi di economia. Penso che nei testi dei Nomadi, di Guccini e di Bennato ci sia la summa filosofico-esistenziale dell'homo erectus. Leggo solo saggi perché i romanzi sono frutto della fantasia e la poesia, tranne quella immortale di Leopardi, mi annoia da morire. Sono sposato e, grazie alla fattiva collaborazione di mia moglie, sono papà di Valeria e Nicolò secondo i quali, a 47 anni, uno è già old economy.

Read More