Trattato di educazione sessuale, scappatella nel nome di Aristotele
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Trattato di educazione sessuale, scappatella nel nome di Aristotele

Marketing editoriale ante litteram: in epoca vittoriana si usurpò la firma del grande filosofo per un libro su orgasmi e tradimento

di Marco Filoni

Un’onorabile casa d’aste, la Lyon&Turnbull, attiva dal 1826 a Edimburgo. Un libro particolarissimo, annunciato fra i lotti che sarebbero stati battuti da lì a poco. E i sobbalzi sulla sedia di qualche bibliofilo appassionato appena scoperto di cosa si trattava. Soprattutto per il nome dell’autore: Aristotele, il famoso filosofo, come recita la copertina. Non si tratta però del ritrovamento di un qualche prezioso inedito del filosofo greco. Piuttosto di un trattato risalente al 1680 e di cui è stata messa all’asta un’edizione del 1766. Il titolo è Compleat master-piece e, contrariamente a quanto ci si possa aspettare da un volume il cui autore si è voluto fare passare per Aristotele, non tratta di etica bensì di sesso.

Il libro è un vero e proprio trattato di educazione sessuale, dove fra istruzioni per le giovani donne e consigli per le coppie non mancano riferimenti espliciti e poco consoni alla società vittoriana dell’epoca. La quale si scandalizzò non poco, visto che il libro fu censurato e condannato (e proprio per questo divenne fra i più letti di sempre oltremanica). Anche perché il libello difende precisamente due idee che molto cozzavano contro la morale e i costumi del tempo. Ovvero: l’adulterio è vivamente consigliato, tanto per gradire; il piacere e l’orgasmo femminile sono cosa buona e giusta. Insomma, un testo circolato sempre clandestinamente, popolarissimo e gradito anche alle signore.

E poi l’anonimo autore (o autori) è il precursore delle operazioni di marketing editoriale, visto che usando il nome del filosofo ha garantito al libro una discreta aura di interesse e curiosità. Ora torna fuori grazie al defunto lord Gretton, dalla cui biblioteca è spuntata quest’edizione andata all’asta il 16 gennaio scorso e aggiudicata da un anonimo compratore del sud dell’Inghilterra per 550 sterline (660 euro). Certo, non vi si può leggere nulla capace di scandalizzarci oggi. Ma le illustrazioni esplicite sono molto interessanti e il valore storico è innegabile.

Perché al di là della nota di costume, il libello testimonia il cambiamento della sessualità in atto fra Settecento e Ottocento. E la sua popolarità fu tale che persino James Joyce lo fa citare a Leopold Bloom, il personaggio principale del suo capolavoro Ulisse (1922). C’è da chiedersi soltanto quanti furono davvero convinti che si trattasse di un’opera di Aristotele. Il quale nell’Etica nicomachea, è vero, scrisse che il piacere è un segno del bene supremo. Ma da qui all’educazione sessuale dei giovani inglesi vittoriani il passo non è affatto breve.

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