Cosenza inaugura la statua di “Alarico a cavallo”
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Cosenza inaugura la statua di “Alarico a cavallo”

Il 5 novembre la città calabrese celebra la bellezza, la cultura e la vocazione turistica in evento fra la storia e il mito

Cosenza Alarico torna a far parlare di sé. Il 5 novembre, infatti, la città calabrese inaugura la statua del re dei Goti di Paolo Grassino posizionandola alla confluenza dei fiumi Crati e Busento, ovvero nel luogo in cui secondo gli storici fu sepolto Alarico e il suo ingente tesoro.

E così, una volta di più, Cosenza si conferma città del turismo, anche nell'attesa che la sua candidatura a Capitale della Cultura 2018 venga confermata. I dati recenti parlano di un boom di visitatori che negli ultimi anni sono aumentati grazie alle strategie di promozione del territorio messe in campo dall’esecutivo del sindaco Mario Occhiuto.

Soprattutto dopo il tam tam mediatico legato all’operazione Tesoro di Alarico rimbalzato sulle testate di tutto il mondo, dalla BBC al Telegraph. Una copertura che ha suscitato la curiosità degli stranieri, e non solo, che raggiungono il capoluogo bruzio per seguire le tracce della leggendaria tomba del re dei visigoti che, dopo oltre 1500 anni, è ancora capace di affascinare e attrarre. È grazie proprio ad Alarico – oltre che all’abate Gioacchino da Fiore – se Cosenza, capoluogo di provincia calabrese, viene menzionata nei libri di storia internazionale.

Ora, sulla scia di quegli elementi visivi la città inaugura questa nuova opera che dal 5 novembre rappresenterà un'altra tappa fissa per i viaggiatori.

Il sindaco Occhiuto, urbanista ed esperto conoscitore delle città e della sua storia, in questi anni ha lavorato molto per creare una vocazione turistica di Cosenza. Visibili a tutti i primi risultati: Cosenza è terza in Calabria per presenze turistiche dopo Tropea e Reggio Calabria. In questi anni l’amministrazione ha lavorato sull’organizzazione della logistica, creando percorsi ed itinerari turistici con il pullman ScopriCosenza e con punti informativi, guide e materiali di supporto (compresa la guida Touring Club). Inoltre, si riscopre città dell’arte e della creatività anche grazie alla nascita del famoso progetto dei Box Art. È grazie al re dei Visigoti, oltre che all’abate Gioacchino da Fiore, se il capoluogo di provincia calabrese viene menzionato nei libri di storia internazionale.

Il sindaco Occhiuto ha ripreso un tesoro nel tesoro: la valorizzazione di un evento al limite fra la storia e il mito – la sepoltura di Alarico nel Busento (era usanza nota quella seppellire gli imperatori barbari nel letto dei fiumi) – allo scopo di rendere, anche grazie a questo, più bella e più attraente la città di Cosenza.

L’unico testo che riporta di questo episodio, è quello di Jordanes, uno storico del gotico che riprende la vicenda della sepoltura del barbaro a Cosenza un secolo dopo da quella morte, riferendo appunto che Alarico venne sepolto nelle acque del Busento. La sepoltura nel Busento, citata da Jordanes – il quale a sua volta riprese quanto scritto dal catanzarese Cassiodoro, celebre magister officiorum (segretario) di Teodorico – divenne di dominio pubblico nell’Ottocento grazie alla poesia di August von Platen intitolata Das Grab im Busento, tradotta in italiano da Giosuè Carducci.

Così riportò Jordanes: "Alarico, colpito da morte improvvisa, uscì dalla scena del mondo. I Goti, piangendo per il grande affetto, deviano dal suo corso il fiume Busento, presso la città di Cosenza. Infatti qui il fiume, sceso dal piede del monte presso la città, scorre con onda pura. Dunque, raccolta una schiera di prigionieri, scavano il luogo della sepoltura in mezzo all'alveo, nel grembo del quale seppelliscono Alarico con molte ricchezze, e di nuovo riconducendo le acque nel loro alveo, perché il punto non fosse riconosciuto da qualcuno, uccidono tutti gli scavatori […]".

Ricorrenti sono state nel tempo le ricerche della tomba portate avanti da scienziati,studiosi, archeologi e appassionati. I progetti dell’Amministrazione comunale attorno alla figura di re Alarico sono diversi e tutti con un pensiero ben preciso e definito: realizzare nel centro storico il museo di Alarico e le botteghe di Alarico, riqualificare i fiumi, per puntare sulla promozione turistico-culturale del nome del re dei Goti.

Nei progetti del Sindaco rientra anche il Comitato scientifico, costituito di recente, il cui obiettivo principale è l’organizzazione e la progettazione di programmi ed eventi turistico-culturali legati alla leggenda di re Alarico.

Con il completamento dell’opera che raffigura Alarico sul cavallo Cosenza si arricchisce sempre di più. La scultura dell’artista Paolo Grassino, realizzata grazie ad un finanziamento della Fondazione Carical, è stata posizionata nei pressi della confluenza dei fiumi Crati e Busento.
"È una iniziativa strategica – spiega il primo cittadino - per rafforzare la vocazione turistica della nostra città perché ‘Alarico sul cavallo’ costituirà un simbolo per i tanti visitatori che già arrivano a Cosenza e si recano sul Busento attratti dalla storia straordinaria del tesoro del re dei Goti".

L’idea che è stata alla base del progetto della scultura dell’artista Paolo Grassino è chiara: “Il cavallo del progetto è ferito. Non ha gambe. È reduce da cento battaglie. Fantasma. Viene sorretto e innalzato come una giostra per i bimbi da quattro linee-tubi-trampoli o come le impalcature di un cantiere. Non c'è trionfo in questo gesto ma la radicale volontà di staccare l’opera e il mito dalla superficie della terra. Sradicare il monumento equestre dal terreno crea un meccanismo che riconverte l'oggetto materiale in dispositivo per accompagnare l'osservatore su una dimensione immateriale. Qualcosa di più simile all’inesprimibile, al segreto. Il re guerriero è in piedi e con i piedi rimane collegato al suo destriero, non si abbandonano, hanno un comune destino. La figura riemerge dall'acqua e ci interroga dopo secoli. Uno scarto temporale. Forse il mito come la scultura rimane in quel limbo senza tempo dove tutto è cristallizzato. La fusione del metallo ferma l’idea, una resistente impresa donata ai secoli".

In particolare, la superficie della scultura è rivestita da una pelle di linee in rilievo che rende omogenei i tre elementi cardini dell’opera. Il cavallo, il re e la struttura che li sorregge, sono legati insieme dallo stesso derma, da una buccia di onde che ridisegnano le forme e coprono i dettagli della figurazione che non sempre lascia eventualità aperte per l'interpretazione personale.

"L’intento di questo progetto – sottolinea l’artista - è di proteggere un segreto, esporlo ma tenerlo coperto da un ‘velo’. Rispettare e tentare di non dare delle risposte a degli eventi in modo razionale. Lasciare che un mistero rimanga tale e sentirsi appagati nel condividere questo".

Presenti alla manifestazione del 5 novembre l’artista Paolo Grassino e il Sindaco Mario Occhiuto, il prefetto Gianfranco Tomao, Mario Bozzo presidente della Fondazione Carical, che ha finanziato la statua. All'inaugurazione non mancheranno il Sottosegretario dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Dorina Bianchi e Mario Pagano della Soprintendenza di Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Catanzaro, Cosenza e Crotone.

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Redazione