Umeå capitale europea della cultura 2014: la lezione svedese
Lifestyle

Umeå capitale europea della cultura 2014: la lezione svedese

Ecco come gli svedesi puntano sulla cultura: investimenti sui bambini e adolescenti, budget in aumento, agevolazioni fiscali per i finanziatori

Il premier Gianni Letta ha da poco convocato gli stati generali della cultura. Il punto è: come riuscire finalmente a preservare e a far fruttare l’immenso patrimonio artistico e culturale italiano? Mentre il Belpaese ancora si interroga, dal 2007 gli svedesi guidano la classifica Eurobarometro come maggiori consumatori culturali in Europa e sono riusciti nel difficile intento di trasformare una città semisperduta del nord, Umeå, nella capitale europea della cultura nel 2014 insieme con la lettone Riga. Il segreto è un ricco calendario di eventi, metodo e finanziamenti pubblici in costante aumento da sette anni, nonostante la crisi. Perché come dice Rikard Sandard, responsabile del dipartimento delle Arti e della cultura del Ministero della cultura svedese, “il consumo culturale comincia nella culla”. Ecco, quindi, come funziona in Svezia.

Come incoraggiate il consumo culturale in Svezia?
Noi consideriamo la cultura come una forza dinamica, stimolante e indipendente basata sulla libertà di espressione: quindi l’obiettivo è quello di garantire a tutti una piena partecipazione alla vita culturale. Per questo motivo la nostra politica non è estemporanea, ma punta a mettere radici. In particolare lavorando sui giovani e sui bambini.

Qualche esempio?
Le istituzioni culturali statali hanno l’incarico di integrare la prospettiva del bambino nelle loro attività, anche aumentando gli stanziamenti destinati alle arti indipendenti che parlano a questo pubblico. L'ingresso ai musei statali è gratuito fino ai 19 anni. Una delle preoccupazioni è quella di conservare e di rendere accessibile il nostro patrimonio culturale, mentre lo Stato sostiene iniziative attraverso le sue agenzie specializzate. Insomma, facciamo in modo che il consumo culturale non sia limitato a un’élite.

Da quanto tempo gli svedesi guidano la classifica europea dei consumi culturali?
Già il primo sondaggio di Eurobarometro del 2007 ci poneva in testa alla classifica come forti consumatori di cultura. Purtroppo l’ultima indagine indica un calo dei consumi un po’ in tutta la Ue, che potrebbe essere dovuto alla crisi economica in atto . In ogni caso, il governo svedese ha aumentato il budget culturale annualmente e con costanza sin dal 2006, senza tentennamenti. E questo potrebbe in parte spiegare la continuità in classifica.

Quando il governo svedese ha iniziato una politica efficace in questo senso?
Nel dicembre 2009 il governo ha presentato il progetto di legge ”Tempo per la cultura” che comprendeva proprio una revisione degli obiettivi di politica culturale. Il disegno di legge si proponeva di rafforzare ulteriormente il ruolo della cultura nella società, tenendo conto dei cambiamenti avvenuti grazie ai progressi tecnologici e l'internazionalizzazione. Un passo significativo è stata anche l’affermazione del diritto dei bambini e dei giovani alla cultura.

A quanto ammontano gli stanziamenti governativi?
Il budget è cresciuto dai 5,937 milioni di corone (664 mila euro) del 2006 ai 6,927 milioni di corone (775 mila euro) del 2014. Nel 2011, abbiamo introdotto un nuovo modello di cooperazione tra stato e regioni per la distribuzione di fondi dedicati a iniziative territoriali rivolte alla scuola. A regime il nuovo sistema gestirà 1,2 miliardi di corone svedesi (135 milioni di euro).

Su cosa siete concentrati, ora?
Per il prossimo anno stiamo investendo in iniziative di promozione alla lettura, in particolare per i bambini. E al fine di approfondire il lavoro delle scuole, il governo ha lanciato l'iniziativa Scuole Creative già nel 2008. A partire dal 2011, i fondi (169 milioni l’anno) vengono distribuiti agli alunni di grado 1-9 per migliorare l'accesso a tutte le manifestazioni e le occasioni culturali attraverso le quali possano sviluppare la propria creatività, sulla base del curriculum scolastico.

Come coinvolgete i privati?
Un ruolo importante lo hanno le Fondazioni mentre le sponsorizzazioni rappresentano solo l’1% degli investimenti.

Ci sono benefici fiscali?
La sponsorizzazione è fiscalmente deducibile a condizione che la spesa sia destinata ad aumentare o mantenere il reddito dell'impresa e che lo sponsor riceva un servizio equivalente del valore di mercato della sponsorizzazione originale. Tuttavia, la sponsorizzazione non è deducibile dalle tasse se costituisce una donazione diretta.

Cosa vi aspettate dall’evento del 2014: Umeå capitale europea della cultura?
Umeå è una città aperta che, insistendo nel territorio Sami, difende la diversità e che storicamente ha sempre messo la cultura e la partecipazione al centro del suo programma politico. Ci aspettiamo gli effetti tipici di un evento di questo tipo: notevole aumento di visibilità sui media, aumento del flusso turistico, realizzazione di progetti comunali, aperture di nuove attività commerciali e produttive. A tal fine è stato predisposto un ricco calendario che prevede 40 festival, 100 progetti culturali, conferenze e oltre 80 eventi tra cui i più interessanti sono l’opera all’aperto “Elektra” e il festival UxU. Prevediamo che i visitatori crescano tra il 5 e il 15% e che l’interesse per Umeå continui anche in futuro.

Quanto è stato investito per Umeå e come?
In tutto circa 330 milioni di corone svedesi (37 milioni di euro), che sarà però potenziato il prossimo anno. Il 30% è fornito dal Comune di Umeå, il 23% dallo Stato, il 14% dall'Unione europea, l'11% da enti statali e il 10% da parte di sponsor e imprese. Il restante 12% proviene da altri comuni, fondazioni e dal fondo Ue Melina Mercouri.

Il governo italiano vuole istituire un giorno l'anno dedicato alla cultura, scegliendo una città diversa ogni anno come testimonial che sarà selezionata sulla base di un programma di eventi. Suggerimenti e opinioni?
Il successo dei progetti e manifestazioni culturali è fortemente dipendente dal coinvolgimento delle persone con programmi, obiettivi e iniziative che impegnano a lungo termine. Basterà tenere a mente questi fattori.

I più letti

avatar-icon

Antonella Bersani

Amo la buona cucina, l’amore, il mirto, la danza, Milan Kundera, Pirandello e Calvino. Attendo un nuovo rinascimento italiano e intanto leggo, viaggio e scrivo: per Panorama, per Style e la Gazzetta dello Sport. Qui ho curato una rubrica dedicata al risparmio. E se si può scrivere sulla "rosea" senza sapere nulla di calcio a zona, tennis o Formula 1, allora – mi dico – tutto si può fare. Non è un caso allora se la mia rubrica su Panorama.it si ispira proprio al "voler fare", convinta che l’agire debba sempre venire prima del dire. Siamo in tanti in Italia a pensarla così: uomini, imprenditori, artisti e lavoratori. Al suo interno parlo di economia e imprese. Di storie pronte a ricordarci che, tra una pizza e un mandolino, un poeta un santo e un navigatore e i soliti luoghi comuni, restiamo comunque il secondo Paese manifatturiero d’Europa (Sì, ovvio, dietro alla Germania). Foto di Paolo Liaci

Scrivimi a: antbersani@alice.it

Read More