Brigitte Bardot, la "via" moderna verso il fascino mariano
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Brigitte Bardot, la "via" moderna verso il fascino mariano

Ecco perché L'Osservatore Romano individua un legame diretto tra la bellezza dell'attrice francese e la Madre di Gesù

Arrivare alla venerazione della bellezza della Madonna anche attraverso le immagini create da mano umana. Da secoli è così tra cristiani cattolici e cristiani ortodossi.

La storia dell'arte di ieri e di oggi ne è piena di esempi. Ma accanto alla pittura, alla scultura e a tutte le altre forme di arti figurative, vanno collocate anche bellezze di attrici che, apparentemente, non hanno avuto diretti e costanti "legami" con la Vergine Maria, specialmente in ambito cinematografico, come ad esempio l'eterna divina Brigitte Bardot, da qualche giorno, su "indicazione" dell'Osservatore Romano, l'austero quotidiano della Santa Sede – il giornale più citato al mondo - , elevata a moderna "via" che col suo fascino può elevare lo sguardo dei credenti al fascino mariano.

Mentre per non credenti e diversamente credenti, può servire ad avvicinare alla conoscenza della bellezza di quella giovanissima palestinese di nome Maria che circa 2018 anni fa, secondo i racconti dei Vangeli, mise al mondo un bimbo di nome Gesù destinato, comunque, a cambiare il corso della Storia

Dopo le Madonne di Michelangelo, Leonardo, Filippo Lippi, e dei tanti anonimi artisti autori di immagini della Vergine, punti di riferimento delle immumerevoli tradizioni locali, eccoci dunque a Brigitte Bardot, eterna icona cinematografia mondiale, elevata dal giornale del Papa a bellezza ideale utile per elevare lo sguardo verso un'”altra” bellezza, dal sapore eternamente divino, quella della Madonna.

Non è una provocazione blasfema né, tantomeno, una battuta dall'evidente sapore anticlericale. E', invece, una solenne affermazione fatta, a sorpresa, dal giornale della Santa Sede, che, in un articolo pubblicato in occasione della festività della Madonna dell'Assunta, nelle pagine culturali a firma di Silvia Guidi (non a caso una donna), teorizza l'esistenza di un legame diretto tra la bellezza che lega il fascino dell'attrice francese alla bellezza della Madre di Gesù.

Un ardito ragionamento - che sicuramente non sarà gradito da tradizionalisti e conservatori - ben spiegato fin dal titolo, Brigitte Bardot, il Midrash Rabba e l’Assunta, e dall'occhiello, Dal film di Vadim attraverso l’esegesi rabbinica alla festa cristiana.

E "Dio creo la donna" non è solo il titolo di un film

Ed ecco come L'Osservatore lo spiega. "Et Dieu créa la femme (E Dio creò la donna) non è solo il titolo del film di Roger Vadim che lanciò in tutto il mondo il mito di Brigitte Bardot - è (anche) una citazione dal secondo capitolo della Genesi", si legge nell'attacco del commento, che riprende e rilancia la newsletter di Prixm.org, un sito in lingua francese, inglese e portoghese nato con lo scopo di "ridare gusto alla Bibbia".

Le splendide foto di BB pubblicate dal sito Prixm.org nei giorni della festa dell’Assunta "non sono solo - commenta, tra l'altro, l'Osservatore Romano - un espediente per attirare qualche navigatore in più. Sono soprattutto un’occasione per riflettere sul mistero della bellezza e sulla 'benedetta diversità' che fa scontrare e incontrare le due metà del cielo" l'uomo e la donna.

"La grazia e l’armonia delle immagini" relative al film che lanciò Brigitte Bardot a livello internazionale per il quotidiano del Papa "non sono un accessorio, hanno un ruolo importante nel processo della conoscenza; in fondo, come rivela l’etimologia del verbo latino sapere, ciò che non viene apprezzato e gustato non è davvero capito e metabolizzato".

Per questo anche un’immagine celebre - magari tratta da un film di cassetta, come E Dio creò la donna, ma presente nella memoria di tanti e, per questo, con pieno diritto di cittadinanza nell’immaginario collettivo - può diventare, ammette il giornale pontificio, "un efficace strumento di educazione dello sguardo".

Non è comunque la prima volta che i testi del Libro dei Libri vengono presi in "prestito" da artisti contemporanei. Di frasi tratte dalla Bibbia - spiega infatti l'Osservatore - "è intessuta la nostra vita quotidiana", ma anche i testi di grandi cantautori di ieri e di oggi cari a generazioni di giovani e meno giovani, da Bob Dylan a Bruce Springsteen alle canzoni di Léonard Cohen. Per non dimenticare gli italiani Fabrizio De Andrè, l'Adriano Celentano di Chi era Lui, Pregherò, il giovanissimo Eros Ramazzotti de La Terra Promessa”.

Come pure - ricorda ancora il giornale vaticano - i capolavori di artisti immortali del calibro di Rembrandt, Guttuso, Michelangelo; le citazioni nascoste nei romanzi di Dostoevskij; i commenti biblici dal Midrash Rabba, testo rabbinico da cui viene il famoso adagio ebraico che recita: "La donna uscì dalla costola dell’uomo per essere uguale, sotto il braccio per essere protetta, accanto al cuore per essere amata".

In fondo - ragiona il quotidiano pontificio - gli autori di Prixm cercano di mettere in pratica - anche nel campo della comunicazione - il metodo dell’Incarnazione, che rende quotidiano il divino ed esperienza concretamente sperimentabile la presenza di Dio.

Paolo VI: la bellezza dell'arte al servizio della Chiesa

Un consiglio già implicito, nota l'autrice del commento Silvia Guidi, nell’omelia di Paolo VI nel giorno dell’Assunta di cinquanta anni fa, il 15 agosto 1968, là dove spiegava, tra l'altro, che "mentre celebriamo la gloria della Madonna cercheremo di avvicinare il suo eccelso modello alla nostra esperienza d’ogni giorno. Anche coloro che si atteggiano a spregiudicati e secolarizzati, avvertono la nostalgia di una bellezza ideale, specie dopo le delusioni di taluni idoli, addotti quali capolavori, mentre sono miserevoli fantasmi. Giornali, libri, letteratura, spettacoli ne sono pieni. Occorre, allora, sollevare in alto gli occhi, come sempre il popolo cristiano ha fatto; cercare la Madonna; e da Lei attingere la lezione della vita".

Sollevare, dunque, lo sguardo anche con l'aiuto delle immagini create dalle mani degli artisti, ai quali prprio Paolo VI si rivolse con una Lettera - primo Papa della modernità - per invitarli a operare anche per la Chiesa. E la bellezza della Brigitte Bardot diretta nel 1956 da Roger Vadim in "E Dio creò la donna" va proprio nella direzione indicata da papa Montini.

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Orazio La Rocca