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Barbie al museo: perché è una scelta giusta

Al Mudec "Barbie-The Icon", mostra che sta facendo discutere. Ma la bambola si intreccia con la storia dell'umanità. Che ci piaccia o no

“Quando me l'hanno detto ho pensato ad uno scherzo”, parole di Stefano Boeri, ex assessore alla cultura del Comune di Milano. Almeno lui ha avuto il coraggio: non considera Barbie, un giocattolo, degna delle sale d’un museo, tempio di cultura per definizione. Per lei bastano e avanzano le camerette infantili. Non si è accorto d’aver pensato qualcosa che può fare il paio con: “Le donne devono stare ai fornelli”, ma pazienza.

Molti altri, dietro sorrisi di circostanza, sparlano alle spalle della bambola, protagonista della mostra del milanese Mudec, fino al 12 marzo 2016. Per fortuna, dopo il 28 ottobre, inaugurazione di Barbie - the Icon nelle sale del Museo delle Culture (via Tortona 56), l’equivoco sarà chiarito. Certo, non tutte le malelingue saranno messe a tacere (c’è chi ribadirà: “Ma proprio a Milano dovevano fare questa inutile mostra?”, “Una mostra eticamente ambigua, culturalmente insignificante”), ma a chi avrà occhi per vedere apparirà evidente che ripudiare Barbie come opera d’arte, e non riconoscere in lei (30 cm affusolati e prosperosi) un’interprete senza rivali del gusto e dello stile di molte generazioni, è peggio che un crimine.

È un errore (come avrebbe detto Talleyrand, che di grandi personalità se ne intendeva). Basta pensare che la bambola, figuretta antropomorfa declinata in varie taglie nei secoli, si intreccia strettamente con la storia dell’umanità. Con lo scopo di fare un’immagine di se stesso, l’uomo ha fatto della bambola un simbolo culturale, che lo accompagna attraverso tutte le esperienze della sua vita: simbolo di devozione religiosa, oggetto votivo, simbolo magico, idolo, amuleto, talismano.

Come l’uomo stesso, recentissimo prodotto della natura, la bambola come giocattolo viene per ultima, occupa solo una piccola parte dell’esistenza di questa rappresentazione della figura umana. E le Barbie (plurale, come sanno le bambine di tutto il mondo), di questa evoluzione, sono la parte, finora conosciuta, più fantasiosa, apprezzata, significativa. E affascinante. Sta scritto anche nelle stelle: Barbie, pesciolina, è nata il 9 marzo (1959), vicina di data di Sharon Stone (nata il 10) e in condivisione con Juliette Binoche, Emma Bonino, Ornella Muti, tutte over50 che si distinguono per virtù, dalla bellezza al carattere, all’intelligenza. Perciò non chiediamoci se Barbie ha un futuro: Barbie è il futuro.

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Santi Urso