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Milano, 1943–1953: dai bombardamenti alla ricostruzione - Foto

La "storia di una rinascita" in mostra a Palazzo Morando: 170 immagini d’epoca, video, documenti, reperti bellici, oggetti di design e cimeli

Inaugurerà il 10 novembre a Palazzo Morando a Milano la mostra Milano, storia di una rinascita. 1943 – 1953 dai bombardamenti alla ricostruzione. In esposizione, 170 immagini d’epoca, video, documenti, reperti bellici (dalle maschere antigas agli ordigni), oggetti di design, cimeli e molto altro, per documentare un periodo cruciale della storia del capoluogo lombardo, tra la fine della Seconda Guerra Mondiale e la ricostruzione.

Il materiale in mostra ci racconta il decennio in cui la Milano piegata dai bombardamenti delle forze alleate, da quelle ferite ha saputo rialzarsi e ripartire, dando vita a una stagione esaltante, nella quale è diventata artefice del proprio riscatto e motore per quello dell'intero Paese.

La distruzione della guerra

La mostra si apre con i grandi bombardamenti del 1943, quando Milano diviene oggetto di reiterati attacchi che ne segnano per sempre il profilo. Una mappa con i luoghi colpiti dai raid, dal Duomo a Palazzo Reale, passando per il Cenacolo Vinciano, sarà il fulcro di una narrazione che racconta la situazione dei diversi quartieri cittadini. 

Una pagina dolorosa per Milano, riassunta anche in una sezione video dove accanto ai filmati originali delle incursioni aeree si affianca la testimonianza del trionfale concerto di riapertura della Scala, diretto dal maestro Arturo Toscanini nel maggio 1946, a simboleggiare il ritorno alla normalità.

La mostra prosegue con il racconto di alcuni aspetti della quotidianità in tempo di guerra, ricostruendo la complessità ma anche la ricchezza delle relazioni sociali tessute in un momento tanto difficile e drammatico, passando dal dramma degli sfollati agli episodi di solidarietà vissuti nelle mense collettive, fino alla documentazione di un'economia spontanea basata sul mercato nero.

È inoltre proposto un importante approfondimento sulla presenza del regime in città, attraverso i luoghi del Fascismo: l'Albergo Diana, prima sede del comando tedesco; l'Albergo Regina, a sua volta quartier generale nazista a Milano; Villa Triste, teatro di sevizie e torture compiute dalla Banda Koch, un reparto speciale della polizia della Repubblica di Salò incaricato di catturare ed eliminare gli oppositori politici; e Piazzale Loreto, teatro dell'epilogo dell'egemonia fascista.

La ricostruzione
Terminato il focus sul periodo bellico, l’esposizione accompagna il visitatore alla scoperta degli anni ricchi di fermento ma non meno traumatici della ricostruzione passata, anche attraverso la distruzione di edifici storici e di pregio che, seppure danneggiati solo marginalmente dalle bombe, furono sacrificati alla modernità o alla speculazione. È il caso del vecchio Palazzo Trivulzio, di Palazzo Visconti sul Naviglio, di Palazzo Pertusati Gropallo, del teatro Manzoni di piazza S. Fedele e di molti altri luoghi ormai dimenticati.

I cambiamenti urbanistici corrono in parallelo al mutamento radicale di una società che uscita da vent’anni di regime e da cinque di guerra, riassapora lentamente la libertà: Milano, progressivamente, torna alla vita. Aprono nuovi negozi e nascono nuove forme d’impiego; i bambini si dilettano con giochi e giocattoli prima sconosciuti e anche gli adulti riscoprono il tempo dello svago. Si apre la stagione delle balere e delle osterie, ritrovi pubblici fondamentali per rinsaldare il senso di appartenenza ad una comunità rinnovata.

È sempre una duplice visione quella che accompagna la mostra di Palazzo Morando, che intende testimoniare come una nuova città sia risorta – dal punto di vista architettonico e urbanistico – ma anche come abbia preso forma una cittadinanza nuova: con interessi, sogni e visioni completamente diversi rispetto al passato.

E così, mentre sorgono nuovi quartieri, come il QT8, e nuovi edifici inseriti nel contesto del centro cittadino su progetti degli architetti Moretti, Figini, Pollini, Bottoni e Portaluppi, compare in piazza San Babila la prima cabina telefonica installata in Italia, si afferma la grande scuola del design e Palazzo Reale ospita nel 1953 la mostra monografica dedicata a Pablo Picasso con la significativa esposizione di Guernica, capolavoro di denuncia sociale mai più in futuro esposto in Italia, nella distrutta Sala delle Cariatidi.

L’esposizione proseguirà anche al di fuori degli spazi di Palazzo Morando con due sezioni speciali: una alla Biblioteca Gorla in via Asiago 1, con un approfondimento sul bombardamento subito il 20 ottobre 1944 dalla scuola elementare "Francesco Crispi" in cui morirono 184 bambini; l’altra alla Biblioteca Gallaratese in via Giacomo Quarenghi 21, nel quartiere QT8 simbolo della ricostruzione e rinascita della città. Inoltre, in concomitanza con l’esposizione sono previsti tre Percorsi fuori mostra che si snoderanno nelle vie cittadine.

Si tratta del terzo degli appuntamenti espositivi a Palazzo Morando - dopo "Milano tra le due guerre. Alla scoperta della città dei Navigli attraverso le fotografie di Arnaldo Chierichetti" (2013) e "Milano, città d'acqua" (2015) - che mirano a raccontare il capoluogo meneghino a partire dalla sua storia, dalla sua specificità, dalle vicende della storia sociale, capaci di trasformare in modo radicale il volto della città.

La mostra è organizzata dall'Associazione Spirale d'Idee e promossa da Comune di Milano | Cultura, Direzione Musei Storici. Accompagna la mostra un catalogo edito da Spirale d'Idee 

Milano, storia di una rinascita.
1943–1953 dai bombardamenti alla ricostruzione

a cura di Stefano Galli
10 novembre 2016 - 12 febbraio 2017
Palazzo Morando
via Sant’Andrea 6, Milano


Milano Fiera
Striscione pubblicitario della Fiera, 1952.

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