Chiude lo Smeraldo. La storia del teatro
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Chiude lo Smeraldo. La storia del teatro

Dopo 70 anni di attività scende il sipario su una delle più imporanti sale milanesi. Colpa dei box.

Chiuso per debiti. Sarà questo il cartello che si troverà affisso davanti alla prestigiosa vetrata del Teatro Smeraldo di Milano, una delle sale di prosa storiche del panorama milanese. A darne il triste (ma atteso) annuncio è il direttore artistico Gianmario Longoni che, col nodo alla gola, spiega in una lunga lettera le ragioni della resa: "Questi anni in cui ho scelto di resistere e rimanere aperto, non finanziato e indipendente, hanno creato un deficit troppo profondo per essere sanato con il lavoro, nonostante l’imminente riapertura della piazza. Ora dovrò cedere le amate mura dello Smeraldo che saranno più laicamente destinate ad altro utilizzo, permettendomi di sanare gli insostenibili debiti contratti negli anni e di rispettare gli impegni e il mio buon nome, come la mia famiglia e la mia azienda hanno sempre  fatto. Senza nulla chiedere alle Istituzioni salverò la mia  impresa dalla cancrena finanziaria, non con la buona medicina della  giustizia ma con quella traumatica della chirurgia…".

Il 'male' che ha colpito lo Smeraldo nasce nel 2006 quando Piazza XXV Aprile viene impacchettata per dar vita ai lavori di costruzione dei box sotterranei in grado di risolvere i molteplici problemi di viabilità nel cuore del quartiere Garibaldi, epicentro della movida milanese.

Lo Smeraldo dal 2006, si è in pratica trovato isolato nel nulla e dalle 250 giornate l'anno di tutto esaurito l'affluenza degli spettatori è calata di due terzi con conseguenze disastrose per le casse della sala. Non solo. A quanto pare a rendere anora più difficile la situazione sarebbe subentrata la concorrenza del Teatro degli Arcimboldi che, da quanto trapela, affitterebbe la struttura a prezzi inferiori rispetto allo Smeraldo sottraendo una bella fetta di quel mercato degli affitti che è vitale per la buona salute dei teatri.

Risultato: si chiude! A rilevare le mura è la catena enogastronomica Eately che adibirà gli spazi ad altra funzione. Il prossimo primo di luglio ci sarà l'addio durante una lunga notte di spettacoli ed eventi che segnerà la parola fine ad un esperienza culturale lunga 70 anni.

La sala nasce, infatti, nel 1940. Allora era un cinema e per molti anni ha ospitato pellicole e spettacolini di streep-tease, fino agli ottanta quando la gestione è passata all'attuale direttore artistico Gianmario Longoni. Lo Smeraldo è sempre stato dalla famiglia Longoni tramandandosi di generazione in generazione.

Negli anni settanta sul vecchio palcoscenico hanno mosso i primi passi Billie Holiday, Baby Gate (la giovane Mina), ad Adriano Celentano. La stagione di prosa a inizio ottanta era piuttosto tradizionale, ma lo Smeraldo, con tempo, si è specializzato in grandi produzioni internazionali.

Il merito che va loro, senz'altro, riconosciuto è stato quello di importare dagli States il genere musical tradizionalmente lontano dalla cultura teatrale italiana. Un nuovo modo di intendere la piece che strizzando l'occhio agli Usa ha creato nel pubblico il gusto per i fasti di Broadway. Negli ultimi anni si sono succeduti musical internazionali come Evita, A Chorus Line, Jesus Christ Superstar, West Side Story, Oh  Calcutta!, Sophisticated Lady The Phantom of the Opera, Forever Tango, The Rocky Horror Show, Tommy, senza dimenticare il grandissimo successo di Cats e di Mamma Mia!. Il Teatro Smeraldo, nella stagione 2009-2010, ha avuto inoltre la possibilità di ospitare "Thriller-Live", il grande tributo a  Michael Jackson.

Sul gigantesco palcoscenico di quel teatro costruito in epoca fascista si sono, inoltre, esibili i grandi nomi del panorama musicale italiano e straniero: tra gli altri Astor Piazzolla,  David Bowie, Ute Lemper, Miles Davis, B.B. King, Neil Young, George  Benson, Bruce Springsteen, Paolo Conte, Gino Paoli, Ornella Vanoni, Fabrizio De Andrè, Lucio Dalla, Noah, Caetano Veloso, Ray Charles e i  Buena Vista Social Club.

Alla fine degli anni Novanta, nel 1998 i California Dream Men hanno  debuttato proprio su questo palcoscenico per diventare in breve un evento  nazionale, un fenomeno di costume.
Fondamentale poi il ruolo della danza nella storia dello Smeraldo. Tra i grandi coregrafi basti ricordare: Moses Pendleton, David Ezralow e David Parsons e poi ancora i grandi eventi internazionali, come la presenza di David Copperfield, Joaquin Cortez e Queen Esther  Marrow.

Ecco tutto questo bagaglio verrà chiuso nella valigia dell'attore e saluterà le mura che hanno contribuito a scrivere una bella pagina della cultura teatrale italiana. Il Comune (come nel caso del CRT ) si è impegnato a provvedere all'assegnazione di una sala per la prossima stagione, ma bandi e burocrazie mettono già ora a rischio la prossima stagione. Per questo 'il trasloco' sarà in un tendone da circo; in un luogo mobile in cui cercare di ricreare la magia del palco. L'imporante è non mollare, dicono i milanesi che si stringono intorno al cuore ferito del teatro e salutano con un cenno del capo lo Smeraldo che con Gianmarco Longoni chiude così:

"Ci congediamo, quindi. Con profonda gratitudine verso gli artisti e i milioni di milanesi che in questi quasi trent’anni ci hanno onorato della loro appassionata compagnia."

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Barbara Massaro