Arte, il fascino dei dipinti incompiuti
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Arte, il fascino dei dipinti incompiuti

Breve viaggio nel mondo dell'arte, analizzando il fascino di alcuni tra i più celebri dipinti incompleti

Mentre osservate un dipinto, non vi siete mai chiesti qual è stato il momento preciso nel quale l'autore ha capito che l'opera fosse pronta?

Io si, molte volte a dire il vero e la risposta più pratica, ma non un granché soddisfacente è nel momento in cui ogni parte della tela è colma di colore.

Ho deciso di approfondire l'argomento. Ho fatto una ricerca in rete, mi sono documentato e questo è, brevemente, il risultato.

Analizzando alcuni dipinti incompiuti, li ho raggruppati in tre macro-categorie per rendere il tutto più comprensibile.

La prima è senza dubbio per la improvvisa morte dell’artista che, per motivi facilmente comprensibili, non gli ha permesso di proseguire.

Ubi maior.

Farei rientrare nell'elenco:

La serie di dipinti e serigrafie che la Mercedes commissionò ad Andy Warhol, ma che rimasero incompiute a causa della prematura dipartita del padre della Pop art.
L'opera Victory Boogie-Woogie del maestro della pittura astratta Piet Mondrian, venduto ad un collezionista americano per 80 milioni di dollari.
Il dipinto di Lucian Freud Eli and David, nella fattispecie il suo cane e il suo assistente personale, in posa ed incompiuti.

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La seconda categoria la definirei più come uno stato di abbandono volontario per mano dell'autore.

Nell'Adorazione dei Magi di Leonardo da Vinci, l'artista e scienziato fu costretto a lasciare incompiuta la tela, presente dal 1670 agli Uffizi di Firenze, a causa di una improvvisa partenza. I committenti, convinti che Leonardo non avrebbe mai più ripreso il lavoro, decisero di affidare l'incarico al collega Filippino Lippi.

Nella produzione di Michelangelo invece si possono trovare, tra gli altri, due esempi interessanti: la Madonna di Manchester e la Deposizione di Cristo, nei quali è facile osservare intere zone lasciate intonse dalla vernice.

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La terza classificazione di un incompiuto e, a mio avviso la più affascinante, può essere semplicemente il non finito.

In questo caso l'autore sceglie di completare solo alcuni elementi, considerandoli fondamentali alla comunicazione finale dell'opera, ponendo meno attenzione su parti secondarie.

Quattro casi eccellenti li possiamo incontrare ne La montagna di Sainte-Victoire di Cézanne, dove gran parte del fondale è stato dipinto con assoluta approssimazione rispetto agli elementi in primo piano, lasciando allo spettatore il compito di completarlo - Cézanne utilizzò lo stessa cifra stilistica anche in una Natura morta con mele -

Nel celebre dipinto di Jaques Louis DavidLa morte di Marat, il pittore scelse di lasciare incompiuta la parte destra del fondale nero, nel quale è facile osservare il colore marrone presente prima dell'applicazione definitiva.

In epoca moderna e contemporanea, rientrano nella categoria altri due nomi tanto famosi, quanto opposti per stili ed epoche.

Pablo Picasso ritrasse suo figlio Paulo vestito da Arlecchino in posa appoggiato ad una sedia: i dettagli delle ombre dell'abito e le sfumature del volto, contrastano fortemente con il resto della composizione, dove gli elementi sono appena accennati nei tratti.

Keith Haring, uno dei maggiori esponenti della Graffiti art, realizzò una tela incompiuta nel 1989, facendola rientrare nella categoria autoritratto.

Haring, consapevole che l'AIDS in avanzato stato non gli avrebbe permesso di ultimare la tela, la lasciò volontariamente incompiuta.

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Andy Warhol - serigrafia dalla serie "Cars"

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Riccardo Fano

Grafico e illustratore con tante idee quanti difetti. Scrivo di Street art e di comunicazione. Perché l'idea è tutto e la curiosità fa il resto.

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