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Arte contemporanea per diffondere i valori dell'Islam

Dieci artisti americani promuovono la cultura pop mediorientale per combattere i pregiudizi

Combattere i pregiudizi con la creatività. È questo l'obiettivo che si è prefisso un collettivo di dieci artisti statunitensi di fede musulmana e di origine saudita. I dieci stanno percorrendo l'America con un autobus che è stato trasformato in atelier. Ad ogni tappa, realizzano delle opere che vengono proposte al pubblico locale. Temi ricorrenti, quelli della religione islamica e della realtà mediorientale, ma solo con l'intento di proporre l'inclusione della diversità nel discorso pubblico, senza cedere alla provocazione fine a se' stessa.

Shaweesh Bey, uno dei componenti del gruppo, infatti, ha ribadito che il progetto non ha lo scopo di proporre messaggi eccessivamente controversi, potenzialmente offensivi per il pubblico. Piuttosto, c'è la volontà di avvicinare i fruitori delle opere d'arte alla cultura dell'Arabia Saudita.

Un risultato che si ottiene sfruttando canoni estetici arabeggianti e immagini delle cultura pop mediorientale, che vengono filtrati attraverso tecniche compositive occidentali.

La tournée è partita dal Texas, Stato conservatore per eccellenza, dove gli artisti sauditi hanno esposto le loro opere davanti a un pubblico che si è rivelato incuriosito e ricettivo, anche di fronte alla riproduzione di una moschea realizzata con reti di metallo che è stato il pezzo più imponente messo in mostra. Anche la mescolanza tra lo stile espressivo arabo e l'iconografia da far west, presente in alcune opere realizzate combinando fotografie scattate sul posto ad elaborazioni successive, ha attirato molta attenzione.

Ultima tappa, San Francisco, in California: la patria del pensiero progressista e liberal. Qui sono state inscenate performance che hanno mescolato videoarte con le tecniche tradizionali di calligrafia araba e proposte realizzazioni in cui era evidente l'influsso della grande pop arte americana. D'impatto anche l'intervento all'aperto consistito nella riverniciatura di una strada con caratteri arabi, pensato per essere temporaneo (il traffico ha rapidamente cancellato le iscrizioni), proprio a riprova della transitorietà dei pregiudizi. Tutto è stato ammirato dal pubblico, mentre il collettivo artistico ha potuto apprezzare ancora di più gli spazi di libertà espressiva che sono garantiti negli Stati Uniti e che in patria sarebbero impensabili. Alla conclusione del viaggio, forse qualche stereotipo sul mondo arabo è stato messo in discussione: un risultato particolarmente importante in una fase storica in cui l'islamofobia è diventata materia di campagna elettorale in vista delle elezioni presidenziali di novembre.

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Claudia Astarita

Amo l'Asia in (quasi) tutte le sue sfaccettature, ecco perché cerco di trascorrerci più tempo possibile. Dopo aver lavorato per anni come ricercatrice a New Delhi e Hong Kong, per qualche anno osserverò l'Oriente dalla quella che è considerata essere la città più vivibile del mondo: Melbourne. Insegno Culture and Business Practice in Asia ad RMIT University,  Asia and the World a The University of Melbourne e mi occupo di India per il Centro Militare di Studi Strategici di Roma. Su Twitter mi trovate a @castaritaHK, via email a astarita@graduate.hku.hk

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