A Milano i tre giorni dell'OCA
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A Milano i tre giorni dell'OCA

L'acronimo sta per Officine Creative Ansaldo, il laboratorio culturale che Milano offre ai giovani artisti che vogliano condividere le proprie idee

C'è il funambolo e il designer, il mangiafuoco e il film maker, l'artista di strada e il mimo. In Via Tortona a Milano, presso l'ex Ansaldo è partita la tre giorni di incontri, tavoli, spettacoli  ed work-shop che dovrebbe rappresenatre l'inizio di un nuovo modo di intendere l'evento culturale in città.

Sull'onda dell'esperienza di Macao il Comune di Milano ha fortemente voluto l'Officina Creativa Ansaldo che con l'acronimo Oca e il logo di tre simpatici pennuti unisce sotto l'ex pazio industriale nel cuore della vecchia Milano le menti 'creative' della città.

I lavori sono iniziati nel pomeriggio di giovedì e dopo alcuni tentennamenti anche i ragazzi di Macao hanno deciso di unirsi alla fucina di stimoli. L'idea sarebbe quella di gettare le basi per un progetto di think tank permanente che possa coordinare gli stimoli e le suggestioni che si producono in città e di tradurli in azione. Il Comune ha aperto una pagina ad hoc sul suo sito internet al quale si potevano inviare proposte per l'Oca.

Ne sono state raccolte più di 250 e in questi giorni saranno argomento di lavoro dei vari gruppi. Entrando dalla porta del 14 di Via Tortona si trova un tavolo di accoglienza. Lì ci si registra e si accede ai lavori. Sempre a piano terra c'è lo spazio dedicato agli spettacoli e alle performance. Salendo le scale, al primo piano sono collocati i tavoli dei dibatti e dei workshop.

Tutti gli ambienti hanno a dispozione la rete wi-fi del Comune. I lavori sono divisi in tre sezioni: ‘OCA che pensa’, con tavoli di discussione e  workshop, 'OCA che crea’, con momenti di creatività spontanea e attiva e ‘OCA in scena’ con  spettacoli ed eventi. Il cartellone è fitto di appuntamenti che culmineranno con 'la notte bianca della creatività' dalle 18.00 fdi sabato all'alba di domenica.

Le porte sono aperte e il fermento creativo profuma di novità. Il rischio è che quello dell'OCA resti un momento isolato e che dalle belle parole non si passi ai fatti. Lo stato impietoso in cui versa la cultura in generale e il teatro in particolare non permette false partenze. La voglia di fare c'è, gli stimoli pure, mancano i soldi e su quello bisogna lavorare.

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Barbara Massaro