A me piace settembre: il diario privato di una donna a teatro
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A me piace settembre: il diario privato di una donna a teatro

Interpretata da Alessia Vicardi, la pièce viaggia tra passato, presente e disincanto

A me piace settembre, nel mio amore per questo mese c’è molto di quello che sono… Sì lo so, amare settembre non è proprio da tutti, e come si può voler bene al mese che porta via l’estate, che toglie spazio al riposo, alla spensieratezza, e in cambio porta realtà, la realtà dei nostri doveri”.

E’ con queste parole che inizia A me piace settembre,uno spettacolo teatrale interpretato da Alessia Vicardi. Sulla scena solo una panchina, foglie secche per terra e una donna seduta che racconta.

Racconta la storia di come ha perso la verginità, durante una gita scolastica in Germania, con un ragazzo tedesco anch’egli in gita. Dovrebbe essere un bel ricordo, gli occhi verde intenso, l’intimità del momento tanto atteso, il poter dire finalmente alle amiche “l’ho fatto anch’io!”, come tappa fondamentale per entrare nell’età adulta. Ma non sempre le cose sono come appaiono. Sì certo, di settembre si può, come descrive il personaggio, amare il profumo, l’aria tiepida. Ma settembre è il mese che ci porta via l’estate, le vacanze, la gioia e apre le porte all’autunno. Settembre contiene un velo di malinconia. La stessa malinconia del racconto, perché il momento tanto atteso e tanto desiderato ha lasciato un altro ricordo, nascosto, sepolto nell’inconscio, che pian piano riaffiora e come un’epifania irrompe nella coscienza.

A me piace settembre è una pièce intima, un lungo monologo attraverso il quale lo spettatore è sempre più coinvolto in una narrazione su più piani, il presente nel parco e la panchina, il lontano ricordo di quel giorno della gita, e il vicino presente in cui viene svelata la realtà delle cose, sulle note di una canzone che traghetta il ricordo sepolto alla sfera della realtà. E così settembre si fa metafora del disincanto.

L’interpretazione di Alessia Vicardi è coinvolgente, non si riesce a distogliere lo sguardo, l’attenzione non cala mai, nonostante non ci sia dinamica sul palco. Il personaggio è quasi sempre seduto e la narrazione interrotta solo da spezzoni proiettati sullo schermo in cui i protagonista sono sempre la donna e il suo racconto.

A me piace settembre è stato scritto e diretto da Lorenzo Garozzo, drammaturgo cremonese, e prodotto da Armida Artaud Teatro. Abbiamo avuto l’occasione di vederlo presso l’Auditorium S. Salvatore di Rodengo Saiano (BS) all’interno della rassegna teatrale CI.T.T.A’ DOLCI il 22 Ottobre 2016.

 

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Michela Vecchia