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Arena di Verona: la Fondazione lirica in liquidazione

I lavoratori dell'ente lirico hanno votato no al referendum sul contenimento dei costi che avrebbe consentito di accedere ai sostegni governativi

La lirica areniana porta i libri in Tribunale. Non si può dire che il Festival 2016 sia formalmente a rischio, ma potrebbe non essere organizzato dalla Fondazione Arena, perchè dopo il no all'accordo sul contenimento dei costi sancito dal referendum dei lavoratori, è stata decisa la messa in liquidazione dell'ente lirico. Richiesta che ora dovrà passare dal Ministero dei Beni culturali.

La clamorosa decisione è stata presa dal Consiglio di Indirizzo della Fondazione, e comunicata dal sindaco, e presidente dell'ente, Flavio Tosi. Tutto sembrava risolto quando Cgil e Uil, pochi giorni fa, avevano fatto seguito alla Cisl sottoscrivendo il protocollo d'intesa con la Fondazione che per evitare il rischio di messa in liquidazione. L'accordo escludeva i licenziamenti, ma prevedeva la gestione di 60 esuberi con prepensionamenti e incentivi all'esodo.

Nessuna riduzione per il corpo di ballo, ma un taglio netto del costo del personale per 4 milioni di euro. Una medicina necessaria per poter accedere ai sostegni alle Fondazioni lirico-sinfoniche in crisi previsti dalla cosiddetta Legge Bray, e consentire la chiusura del bilancio in pareggio tecnico. Il referendum di ieri tra i 300 lavoratori dell'Arena ha però cambiato tutto: 132 i no all'intesa, 130 sì, 2 schede bianche e 2 nulle. Accordo bocciato.

Al termine della riunione del Consiglio, Tosi, ha definito quella dei lavoratori "una decisione sciagurata, che comporterà, di conseguenza, l'azzeramento di tutti i posti di lavoro". "Questo non significa - ha aggiunto - che salterà la prossima stagione lirica estiva. Ma che serve uno strumento alternativo, e il Festival lirico non sarà più organizzato dalla Fondazione Arena, che sarà posta in liquidazione". "Se la richiesta verrà accolta dal Mibac - ha spiegato -, dovrà essere definito un altro strumento che organizzi in maniera più privatistica la stagione estiva in Arena".

Insomma salta la Fondazione, collegata ai fondi del Mibac, ma Verona - ha fatto intendere Tosi - potrebbe organizzare in maniera privata il festival. Questo perchè, ha sottolineato Tosi, "la priorità e la ragione di vita della Fondazione Arena e anche del turismo della città è la stagione lirica".

La decisione della messa in liquidazione è stata presa all'unanimità dal Consiglio di Indirizzo. Tosi ha rimarcato il fatto che ai dipendenti era stato proposto un accordo che prevedeva "nessun licenziamento, solo scivoli in uscita, incentivazioni all'esodo, una riduzione assolutamente contenuta del contratto integrativo, contributi straordinari per molti milioni da tutto il sistema Verona, quindi il miglior accordo possibile". "Nonostante questo - ha concluso - c'è stato un voto sciaguratamente negativo, e a questo punto il Mibac, con il quale ci confronteremo, deve decidere".

Una strada con non molte vie d'uscite, e nessuna facile. "Una scelta - ha detto Tosi - potrebbe essere il commissariamento. Ma il commissario avrebbe ancora meno risorse a disposizione, venendo meno i presupposti per accedere alla Legge Bray. Inoltre c'è il rischio che magari si ritrovi con gli scioperi dei lavoratori il 30 giugno".  Verona vanta il Festival lirico all'aperto più famoso al mondo. La prima edizione risale al 1913. Sul palco dell'Arena si sono esibiti i più prestigiosi nomi della storia dell'opera: da Maria Callas a Luciano Pavarotti, da Placido Domingo a Josè Carreras, da Beniamino Gigli a Mario Del Monaco a Renata Tebaldi.

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Redazione