Amore e sesso ai tempi di Papa Francesco
ANSA/CLAUDIO PERI
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Amore e sesso ai tempi di Papa Francesco

Il libro di Ignazio Ingrao svela che cosa è accaduto davvero dietro le quinte del sinodo dei vescovi sulla famiglia

È vero che Papa Francesco ha dovuto arretrare di fronte ai cardinali conservatori? Che i tentativi di apertura sull’accesso ai sacramenti per i divorziati risposati, sul riconoscimento delle unioni di fatto, sulle coppie gay sono stati respinti, con perdite? Bergoglio rischia di essere sfiduciato dagli stessi cardinali che lo hanno eletto e già penserebbe alle dimissioni?

Sono domande che si sono moltiplicate all’indomani dell’Assemblea generale straordinaria del sinodo dei vescovi sulla famiglia, che si è svolto in Vaticano dal 5 al 19 ottobre scorso. La riunione dei presuli e dei porporati giunti da tutto il mondo si è trasformata in terreno di scontro tra quanti difendono le ragioni della tradizione e coloro che spingono la Chiesa al dialogo con il mondo. Un fatto è certo, Papa Francesco non arretra di un metro e non ha intenzione di dimettersi. Come svela Ignazio Ingrao nel suo ultimo libro Amore e sesso ai tempi di papa Francesco (Piemme, 194 pagine, 14,50 euro) dedicato alle riforme di Bergoglio sul delicato terreno della famiglia, della morale sessuale e dell’accesso ai sacramenti.

Il Papa gesuita tiene ferma la dottrina ma chiede alla Chiesa maggiore capacità di ascolto ed empatia nei confronti della realtà di oggi. E, come racconta il volume, si è trovato a fronteggiare un’inedita alleanza tra vescovi e cardinali più legati alla dottrina e coloro che all’apparenza chiedono riforme ma, in realtà, sperano che nulla cambi. I gattopardi sono il principale pericolo per Papa Francesco. Su 191 padri sinodali votanti, un blocco di circa 60 ha cercato di bloccare la discussione sui temi più controversi. Ma il Papa ha fatto un atto di forza chiedendo la pubblicazione integrale del documento finale, compresi i paragrafi non approvati.

I prossimi mesi saranno cruciali: i vescovi tedeschi, francesi, argentini, brasiliani cercheranno di tenere vivo il dibattito in vista del prossimo sinodo, dal 4 al 25 ottobre 2015. Italiani, statunitensi, ungheresi, africani puntano invece a mettere la sordina al confronto sperando che non vi siano troppi stravolgimenti nel magistero. Francesco deve fare i conti anche con i cardinali che lo hanno votato per riformare la Curia ma non vogliono che affronti le questioni che riguardano la dottrina, in particolare quella sessuale. Su questo terreno si gioca la partita del pontificato di Bergoglio. Chi ha cercato di utilizzare Benedetto XVI contro Francesco, durante il sinodo, è rimasto deluso. Il silenzio di Ratzinger non ha fatto da sponda a nessuno. Ora il Pontefice argentino chiama la Chiesa a un esame di maturità. A 50 anni dal Concilio Vaticano II si rimettono in discussione questioni mai risolte. Una ventata di novità che fa paura a molti. Anche a quanti, solo a parole, per tanto tempo hanno auspicato riforme e cambiamenti, senza volerli veramente. (G. F.)

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