A Napoli in scena la 'leggerezza'
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A Napoli in scena la 'leggerezza'

Si alza il sipario sul Napoli Teatro Festival Italia. Dal 7 al 24 giugno più di cento eventi in locandina

25 giorni di spettacoli, 130 rappresentazioni in 30 diversi luoghi. Sono i numeri del Napoli Teatro Festival Italia . Il debutto è il 7 giugno, si va avanti fino al 24 e, dopo la pausa estiva, si riprende dal 25 al 30 settembre. Il taglio del nastro è stato il 6 giugno, con il concerto della cantante israeliana Noa.

Il Festival napoletano è una delle manifestazioni teatrali più importanti del nostro paese, la terza in Europa in termini di vitalità e visibilità dopo il Festival di Avignone e quello di Anversa. L'edizione di quest'anno è la prima interamente curata dal direttore artistico Luca De Fusco che a Panorama.it non nasconde l'orgoglio di un progetto maestoso. "La prima sfida - ci dice - è quella popolare i teatri. Già adesso che il Festival deve ancora iniziare abbiamo venduto più di 10mila biglietti e molti spettacoli sono già sold out".

Riempire i teatri, quindi, non è impossibile. Come ci siete riusciti?

Avvicinandoli alla gente e rendendoli 'comodi'. Abbiamo, per esempio, predisposto un servizio di aria condizionata momentanea in alcune location che, in vista del periodo caldo, avrebbero raggiunto una temperatura insopportabile. Ci sono poi navette, sconti, pacchetti di offerte per invogliare la gente ad andare a vedere gli spettacoli. E' una catena. Se si inizia a vederne uno si deve essere spinti a seguire il secondo. Napoli diventerà una sorta di gigantesca multisala.

Quasi un miracolo nell'anno nero della crisi nel quale sono scesi i sipari su interi Festival se non addirittura su intere sale.

Una sfida vinta grazie ad un'amministrazione del Fondo Europeo per lo Sviluppo che ha investito nella cultura. E' una scelta sapiente della Regione che ha messo a frutto un capitale non facile da gestire. Per i registi non si possono certo fare degli appalti. Ci vuole la fiducia da parte di chi ci mette i soldi nelle scelte della direzione artistica. Questa fiducia c'è stata e il risultato è di una locandina fittissima di appuntamenti

Il Festival è giunto alla sua quinta edizone e ha davanti a sè quasi un mese ininterrotto di eventi nei luoghi più disparati

Questa è una nostra antica passione, quella di portare il teatro fuori dai teatri. Proprio adesso che stiamo parlando al telefono io sto entrando nel parco archeologico di Pausilypon. E' un posto meraviglioso a strapiombo sul mare con una vista mozzafiato. Percorrendo un lunghissimo tunnel romano scavato nel tufo si scopre un'area archeologica strabiliante. Qui ci sono due teatri. Quello grande è un complesso romanico praticamente intatto. Può ospitare 300 spettatori per un palcoscenico di 700 metri quadri. Collegato da un giardino si trova il piccolo teatro, l'Odeion, con una platea che contiene una settantina di posti. L'area archeologica sarà organizzata come una vera multisala con tutta una serie di eventi che si susseguiranno già a partire dalle 18.00. Abbiamo istituito delle navette che collegano Napoli al sito proprio nell'idea di portare la gente in sala.

Il Festival avrà anche una forte impronta sociale.

Si. Parte del progetto si svolgerà negli ospedali napoletani. Ci saranno eventi e spettacoli in corsia per i pazienti dei nosocomi partenopei. Il tutto sempre nell'ottica di portare il teatro fuori dai teatri.

Tanta innovazione, ma anche dei mostri sacri.

Il Festival inizia il 7 giugno con Robert Wilson che mette in scena The Makropulos Case. Vedremo il maestro americano indossare una veste inusuale. Wilson ha colto la parola chiave di quest'anno che è 'leggerezza' e ha messo in scena un'operetta post moderna sul tema dell'immortalità. Un Wilson lontanissimo dalle atmosfere gotiche cui siamo abituati e decisamente divertente

Il tema della 'leggerezza' come viene declinato?

L'accento sulla freschezza abbiamo voluto porlo investendo in due grandi novità. La prima è il focus sul teatro argentino. E' un teatro nuovo, una sorta di mix tra Almodovar e le atmosfere brasiliane. I giovani registi argentini hanno la capacità di unire ironia, leggerezza e divertimento in quel clima melodrammatico che ricorda le telenovelas strizzando l'occhio al candore carnevalesco. La seconda novità è la sezione dedicata alla danza israeliana. E' una danza moderna, concreta, tattile, sensuale, senza essere maliziosa. Parla dell'eros con semplicità, senza quella tensione peccaminosa data dal retaggio cattolico.

Si apre, però, con Bob Wilson e si chiude con un altro mostro sacro, Peter Brook

E' la prima italiana per lo spettacolo di Brook, 'The Suit'. E' una commedia leggera riuscitissima. In Francia è già uno spettacolo culto. Si indaga sul tema dell'infedeltà in maniera originale, con quell'occhio attento e preciso nello scrutare gli animi umani tipico di Brook. Sia con il regista inglese sia con Robert Wilson si è avviato un progetto biennale che terminerà la prossima stagione, quindi li rivedremo presto con noi.

Un Festival all'insegna della 'leggerezza' è una bella sfida in questo periodo.

Una sfida e un investimento. Al Napoli Teatro Festival non si celebrano mostri sacri, ma si crea un laboratorio che guarda a cosa bolle in pentola nel panorama culturale internazionale

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Barbara Massaro