I migliori 10 libri brevi (da leggere in poche ore)
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I migliori 10 libri brevi (da leggere in poche ore)

Non è vero che i romanzi più belli hanno più di 200 pagine. Ecco una lista di capolavori e classici, corti ma irrinunciabili

'Cronaca di una morte annunciata', di Gabriel García Márquez

Numero di pagine: un centinaio, dipende dall'edizione.

Un gioiello della letteratura sudamericana novecentesca, forse il miglior romanzo di Garcìa Màrquez dopo Cent’anni di solitudine, che però richiede molto più tempo. Cronaca di una morte annunciata viene pubblicato nel 1981, e pur nella sua brevità riscuote il successo che l'anno successivo porterà Màrquez a essere incoronato con il Nobel per la letteratura.


Cronaca di una morte annunciata, di Gabriel García Márquez (Mondadori).



'Una storia semplice' di Leonardo Sciascia

Numero di pagine: 66.

Sciascia è stato uno dei campioni italiani della misura breve. Molti dei suoi romanzi gialli (se si può usare questo termine per lui) più noti e più belli, come Il giorno della civetta o A ciascuno il suo (Adelphi) si mantegono sotto le 150 pagine. Ma l'esercizio più estremo resta Una storia semplice, che a dispetto del titolo non ha una trama semplice ma molto articolata e avvincente. 


Una storia semplice di Leonardo Sciascia (Adelphi).


'Bartleby lo scrivano' di Hermann Melville

Numero di pagine: un centinaio circa (dipende dall’edizione).

Molto più corto di Moby Dick ma imperdibile allo stesso modo. Bartleby è un esempio di perfezione stilistica pressoché assoluta e raggiunta nella misura brevissima. E poi queste poche pagine costituiscono da sempre una fonte di riflessione per il lettore e di ispirazione per i grandi narratori dell’esistenza e del surreale. 

'Cuore di tenebra' di Joseph Conrad

Numero di pagine: circa 120 (dipende dall'edizione).

Romanzo di un viaggio a risalire un fiume dell'Africa, in mezzo alla foresta e verso l’ignoto, alla ricerca del leggendario agente Kurtz, l'uomo dal cuore di tenebra. Questo romanzo, piccolo nelle dimensioni, resta ancora oggi un opera originalissima e senza tempo. È davvero obbligatorio leggerlo, tanto più che il tempo richiesto vi sembrerà fin troppo poco. Nel caso, dopo passate all'altro capolavoro breve conradiano, La linea d’ombra (circa 160 pagine, a seconda del formato).

'Le città invisibili' di Italo Calvino

Numero di pagine: 176, ma con capitoli molto brevi.

Non un romanzo ma un atlante di città immaginarie. Ogni pagina è una meraviglia, e un viaggio in un luogo sognato. Ma il tutto viene risolto da Calvino nella più squisita brevità. Anche questo libro di solito viene propinato agli studenti che più avanti, da adulti, evitano di riprenderlo in mano perché l’hanno già letto. Peccato: proprio come insegnava Calvino (nel saggio Perché leggere i classici, Mondadori, 1985), leggere un classico in età matura "è un piacere straordinario." Soprattutto quando si tratta di un libro breve e magico come Le città invisibili.

'La caduta', di Albert Camus

Numero di pagine: 90.

Eccolo qui, un altro fuoriclasse della brevità. Già nell'esordio eccellente di Lo straniero, Albert Camus dispiegava la complessità della sua letteratura in meno di 170 pagine. Fra i romanzi successivi, un altro libro piccolo e gigantesco allo stesso tempo è La caduta, ultimo romanzo pubblicato in vita. Un geniale virtuosismo in forma di monologo sull'esistenza. Gli intenditori che, ahiloro, finora se lo siano perso non possono lasciarselo scappare.


Albert Camus, La caduta (Bompiani).

'La bella estate', di Cesare Pavese

Numero di pagine: 111.

Questa edizione non contiene Il diavolo sulle colline e Tra donne..., i due racconti che completavano il volume originale. Anche da solo, La bella estate resta un romanzo breve ma magnifico. Ha l'intensità del thriller psicologico e sconvolge come una storia d'amore. Ed è entrambe queste cose, ma anche di più. Chi non avesse un buon ricordo di questa lettura già provata ai tempi del liceo, provi a riprenderlo: dovrà ricredersi.

Cesare Pavese, La bella estate (Einaudi). Vincitore del premio Strega nel 1950.

'La fattoria degli animali', di George Orwell

Numero di pagine: circa 140 (dipende dall'edizione).

A scuole insegnano che Orwell, attraverso questa geniale allegoria satirica di pecore e maiali, intendeva raccontare a modo suo la rivoluzione russa che si mutò in stalinismo. Ma ridurre questo capolavoro breve a satira di un episodio storico specifico, seppur importante, a me sembra riduttivo: in realtà La fattoria degli animali spiega il potere e l’umanità di qualsiasi epoca, compresa quella attuale, quelle passate e quelle future.

'La metamorfosi' di Franz Kafka

Numero di pagine: 70 o anche meno, dipende dall'edizione.

Benché di mestiere facesse l'assicuratore per campare e dovesse relegare il talento per la scrittura a passatempo non retribuito, Franz Kafka è riconosciuto come gigante della letteratura europea novecentesca: un autore troppo avanti per i suoi contemporanei. La metamorfosi costituisce il suo capolavoro più noto, con la geniale e (spaventosa) allegoria esistenzialista dell'uomo  tramutato in insetto. Anche in questo caso l’autore riesce a risolvere il capolavoro nella brevità di un racconto che spesso viene edito come volumetto a sè.

'Candido', di Voltaire

Numero di pagine: circa 140 o 150 pagine, ma dipende dall’edizione.

Questo romanzo, breve quanto immortale, è stato scritto nel XVIII secolo, ma non dimostra affatto la sua età. Anzi: nelle migliori traduzioni conserva la freschezza dell'innovazione. E poi fa ridere, perché il Voltaire narratore aveva anche uno splendido senso dell’umorismo. Candido sarà sempre un classico, da rileggere e custodire gelosamente, come un vecchio amico in grado di dispensare saggezza con ironia.

 

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Lorenzo Barbarossa