Lady Gaga
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Oscar 2019, i 5 migliori discorsi - Video

Dall'invito a non mollare e credere nei propri sogni di Lady Gaga alla dedica alla nonna di Mahershala Ali

Gli Oscar 2019 hanno incoronato a sorpresa come miglior film Green Book di Peter Farrelly, regista sceneggiatore abituato ai successi (Scemo & più scemoTutti pazzi per Mary), meno a cotanti riconoscimenti di alto lignaggio. Nel ritirare il premio, a proposito del suo film che celebra l'inattesa amicizia tra un buttafuori italoamericano e un pianista afroamericano negli anni Sessanta, ha detto: "L'intera storia ha a che fare con l'amore: si tratta di amarsi, nonostante le nostre differenze, e scoprire la verità su chi siamo". 

A colpirci di più, però, non è stato il suo discorso, nella cerimonia di premiazione dei 91^ Academy Awards. Ecco i cinque acceptance speech migliori, secondo noi.

1) Lady Gaga e lo sprone a non arrendersi

Dopo l'emozionante duetto occhi negli occhi con il suo compagno di set e regista Bradley Cooper, Lady Gaga ha vinto l'Oscar per Shallow, canzone originale di A star is born

Nel ritirarlo ha spronato a credere nei propri sogni, nonostante tutto. Detto da lei, popstar osannata, vale doppio: "Sappiate che è stato il frutto di un grande lavoro", ha detto con l'Oscar in mano e le lacrime agli occhi. "Ho lavorato tanto e per così tanto tempo, non è questione di vincere: se avete un sogno combattete per realizzarlo, non importa quante volte verrete rifiutati. Dipende tutto da quanto saprete resistere e rialzarvi dopo le cadute". 

2) Rami Malek, figlio di immigrati come Freddie Mercury

Per Rami Malek, alla sua prima candidatura e al primo Oscar, come migliore attore protagonista del film sui Queen e Freddie Mercury Bohemian Rhapsody, un'emozione profonda (è anche caduto all'interno dell'auditorium poco dopo la cerimonia, per riprendersi comunque prontamente, dopo accertamenti medici). 

"È un momento epico e vorrei esprimere la mia gratitutinde a chi ha contributo a portarmi qui, grazie ai Queen per avermi permesso di essere una piccolissima parte del patrimonio grandissimo che ci lasciate", ha detto sul palco del Dolby Theatre di Los Angeles. E poi si è rivolto al se stesso bambino: "Penso a come sarebbe stato dire a quel piccolo 'sai, un giorno questo succederà'. Quel bambino aveva difficoltà a capire chi era, penso che chiunque le abbia. Noi abbiamo fatto un film su un uomo gay, immigrato, che ha vissuto la sua vita in modo impenitente. Io sono figlio di immigrati che vengono dall'Egitto, americano di prima generazione, non ero la scelta più ovvia (come Freddie Mercury, ndr) ma a quanto pare ha funzionato".

3) Spike Lee e l'omaggio agli antenati

Spike Lee ha vinto l'Oscar per la migliore sceneggiatura non originale di BlacKkKlansman, film sul primo detective afroamericano nel Dipartimento di polizia di Colorado Springs, determinato a infiltrarsi nel Ku Klux Klan e a metterlo alle strette. 

Sul palco, vestito di viola in tributo alle leggenda pop Prince, il regista sceneggiatore ha ringraziato gli antenati afroamericani, in primis la nonna, "che era stata una schiava. Rendo omaggio a lei e ai nostri antenati, grazie al loro sacrificio siamo qui, grazie per aver costruito il Paese e sopportato il genocidio dei nativi".
E un messaggio poco cifrato per il futuro politico degli States: "Le elezioni 2020 sono dietro l'angolo, ricordiamocelo, possiamo fare una scelta di amore e non di odio".

4) Olivia Colman con genuina ironia

La britannica Olivia Colman ha vinto l'Oscar come migliore attrice protagonista per la tragicommedia saffica La favorita di Yorgos Lanthismo. Ha avuto la meglio sulla popstar Lady Gaga e sulla veterana di Hollywood Glenn Close, eterna sconfitta degli Academy.

Nel ringraziare per il riconoscimento non ha cercato frasi a effetto o discorsi altamente intellettuali. Per lei tanta emozione e ancora più ironia, nel segno di una genuinità che ci è piaciuta: "Mi viene da ridere. Ho preso l'Oscar", con sorriso sbarazzino. "Yorgos, il miglior regista, il miglior film. Rachel (Weisz, ndr) e Emma (Stone, ndr), le migliori donne di cui innamorarsi". Un plauso a Glenn Close: "Sei stata il mio idolo per così tanto tempo". Un pensiero ai figli, "che sono a casa a vedermi. Se non mi stanno vedendo, bene, ben fatto. Ma spero che lo facciano: questo (l'Oscar, ndr) non succederà di nuovo". Quindi un accenno a un passato umile: "Tempo fa facevo le pulizie". E alcune parole d'amore: "Mio marito, il mio migliore amico, ti amo". 

5) Mahershala Ali e la dedica alla sua eroina, la nonna

Mahershala Ali ha vinto l'Oscar come migliore attore non protagonista per Green Book. "Grazie Doc Shirley", ha detto, ringraziando il suo alterego cinematografico, il pianista il cui tour musicale nel sud razzista degli anni Sessanta è raccontato nel film di Peter Farrelly.

L'attore ha ringraziato il regista per aver dato spazio agli attori e alla loro creatività e poi, anche lui ma in maniera più dolce e meno politica di Spike Lee, ha ringraziato la nonna: "Mia nonna che è stata la mia eroina, per tutta la mia vita. La donna che mi ha detto che avrei potuto far qualunque cosa mi fossi messo in mente di fare, la donna che mi ha insegnato che, se non riesci la prima volta devi provare di nuovo e di nuovo sino al successo, la donna che mi ha insegnato a pensare positivo".

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Simona Santoni

Giornalista marchigiana, da oltre un decennio a Milano, dal 2005 collaboro per Panorama.it, oltre che per altri siti di testate Mondadori. Appassionata di cinema, il mio ordine del giorno sono recensioni, trailer, anteprime e festival cinematografici.

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