Oscar 2013, Anne Hathaway così amata... e noiosa?
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Oscar 2013, Anne Hathaway così amata... e noiosa?

Era un premio scontato, il suo. Adorata da tanti che hanno gioito per lei, altri invece la "odiano". Ma il suo discorso questa volta è parso spontaneo...

Anne Hathaway ce l'ha fatta, come da previsioni e da percorso di arrivo agli Academy Awards, lastricato di premi. Da principessa Mia del tutt'altro che memorabile Pretty Princess (2001) di Garry Marshall, a poco più di una decina d'anni dal suo esordio cinematografico la trentenne dal largo sorriso e dagli occhi da cerbiatto è diventata principessa degli Oscar 2013, guadagnando la statuetta come migliore attrice non protagonista .

(La regina è invece stata Jennifer Lawrence , la seconda più giovane di sempre a vincere - a 22 anni - un Oscar come migliore attrice protagonista).

Tagliarsi i capelli a zero e perdere undici chili per interpretare la Fantine di Les Misérables sono valsi la fatica alla nivea Anne. Che questa volta non ha aperto il suo discorso sul palco del Dolby Theatre con un "Blerg" (esclamazione) seguito da "È successo per davvero", come aveva fatto ai Golden Globe . Il suo intervento di allora era stato considerato da alcuni grondante di saccarina e, seppur tremante di nervosismo, studiato per tante notti davanti allo specchio. Tra le frasi "incriminate" di essere state accuratamente preparate questa: "Grazie per questo bell'oggetto contundente che sempre userò come arma contro l'insicurezza":

Ecco Anne Hathaway ai Golden Globe:

Questa volta l'ex Andy de Il diavolo veste Prada, radiosa ed emozionata, è sembrata più spontanea. Buffo notare come vestisse proprio Prada, in un abito rosa antico da cui emergevano, puntati contro il pubblico, i capezzoli, che non potevano passare inosservati.

Anne ha aperto con un "It came true". E sì, per colei che ha cantato I dreamed a dream, il sogno si è avverato. Les Misérables è stata la colonna sonora della sua infanzia: a sette anni per la prima volta ha visto il musical a teatro, con sua madre attrice lì sul palco. Lo spettacolo tratto dal romanzo di Victor Hugo è stato l'ultimo a cui ha partecipato la mamma prima di dedicarsi alla famiglia. Quindi per Anne il film di Tom Hooper a cui ha partecipato ha tanti significati.

Dopo una lista di nomi doverosamente memorizzati e snocciolati e una dichiarazione d'amore al marito, la Hathaway ha chiuso il suo discorso agli Oscar con l'augurio che "un giorno, in un futuro non troppo lontano, le disgrazie di Fantine si possano trovare solo nelle storie inventate e non nella realtà".

Il New Yorker dà voto C+ al suo "speech" (Michael Schulman si tiene più basso solo con Quentin Tarantino), certo che "le prostitute tubercolotiche francesi con problemi di odontoiatria che stavano guardando gli Oscar abbiano apprezzato".

Anne Hathaway, nonostante per molti che la adorano sia difficile da credere, è soggetta a ironie e da alcuni è considerata assai noiosa. Cercando su Google "Anne Hathaway" e "annoying" vi sorprenderete a vedere i tanti risultati usciti.
In Rete sono nati anche gli Hathahaters (coloro che odiano la Hathaway). Le motivazioni apportate dietro a questo "odio" spesso sono alquanto infondate o affilate: "Semplicemente odio la sua faccia", "Ha rovinato Il cavaliere oscuro - Il ritorno", "Ha la bocca enorme e grandi denti". A volte invece sono divertenti: "Se odi sentir Anne Hathaway piangere nel trailer di Les Misérables, allora i prossimi tre mesi saranno complicati".

Ma accanto a un certo scherno e a chi è infastidito da Anne, tanti invece sono quelli che nella notte del 24 febbraio hanno gioito insieme a lei per il suo Oscar. Da Twitter estrapolo: "Praticamente Anne Hathaway ha recitato per più o meno 10 minuti, ma Dio santo, 10 minuti mooooolto intensi", "Sono così felice. Se l'è strameritato", "La bellezza di Anne Hathaway mi sconvolge ogni volta", "Se non avesse vinto Anne Hathaway avrei urlato al reato".

L'ex principessa di Genovia, nel bene o nel male, è catalizzatrice. Non è un caso che nella notte degli Academy Awards il momento della sua premiazione sia stato il momento più attivo a livello social , dopo quello che coinvolgeva Adele.

Kevin B. Lee di Fandor, sito americano per chi ama il cinema indipendente, trova l'interpretazione di Anne addirittura la peggiore del quintetto delle nominate e la definisce "da cucciolo triste", "urlata a tutto volume", "questa performance non si limita a chiedere l'elemosina per l'Oscar, addirittura si umilia per questo".

Ci va giù pesante Kevin B. Lee, anche se devo ammettere che mi strappano sorrisi le sue affermazioni. Sul filo della risata e dell'elemosinare l'Oscar, è esilarante la parodia che da un po' di tempo circola sul web, con la bravissima Emma Fitzpatrick che imita Anne Hathaway in versione Fantine, e implora l'Academy di assegnarle la statuetta visto che "non ho avuto paura, ho lasciato che mi tagliassero i capelli", "ho perso peso", "ho cantato in presa diretta", "ho tossito e gridato in tutte le scene", "ho già preparato il discorso: 'O mio Dio, sta accadendo davvero?'".

Eccola:

Per quanto sia lacrimevole la Fantine di Anne, devo ammettere che mi sono emozionata durante il suo assolo, anche se poi è sopraggiunta l'orticaria da troppo zucchero nella scena finale in cui riappare accanto a Hugh Jackman.
Neanche io avrei assegnato l'Oscar a lei. L'avrei vista meglio seconda, dietro la sorprendente Jacki Weaver de Il lato positivo.
Ma detto tutto ciò, Anne, è successo per davvero: l'Oscar è tuo. E ora goditelo con tutto il cuore.

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Simona Santoni

Giornalista marchigiana, da oltre un decennio a Milano, dal 2005 collaboro per Panorama.it, oltre che per altri siti di testate Mondadori. Appassionata di cinema, il mio ordine del giorno sono recensioni, trailer, anteprime e festival cinematografici.

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