Looking For Grace
Vittorio Zunino Celotto/Getty Images
Lifestyle

Looking for Grace a Venezia, il dispotismo del caso negli sterminati spazi australiani

L'imprevedibilità del destino e i bizzarri meccanismi famigliari in un film che affascina e disorienta. La regista Sue Brooks: "Nella vita è importante trovare momenti di grazia"

I paesaggi sterminati e pianeggianti della "cintura del grano" dell'Australia Occidentale lasciano libero di muoversi senza definizioni Looking for Grace, film di Sue Brooks che inizia come racconto di adolescenza per tingersi di giallo e trasformarsi poi in cronaca famigliare e quindi in dramma, cambiando ogni volta forma e diventando altro. A percorrerlo, in maniera sibillina e a chiazze, un'ironia che si fa beffe delle contraddizioni e delle manie del genere umano. 

Secondo lungometraggio in concorso proiettato alla Mostra del cinema di Venezia, dalla stampa ha ricevuto applausi mescolati a qualche fischio. È senz'altro disorientante nel finale imprevisto, ma è proprio questo che lo rende un assoluto inno al caso, il caso che rimescola tutto, che irrompe senza che noi piccoli uomini possiamo prevedere o intervenire. "È il tentativo di spiegare quanto sia imprevista la vita", precisa la regista e sceneggiatrice australiana, presente al Lido con le due attrici principali Radha Mitchell e Odessa Young. "Per tutto il film c'è questa famiglia pazza che cerca di riportare la vita alla normalità. Ma Looking for Grace dice che ciò è impossibile. Ci sarà presto un altro scherzo del destino a impedirlo". 

Dopo riprese aeree sulle affascinanti e sconfinate campagne australiane, la narrazione si apre su Grace (Young), ragazzina in viaggio insiema a un'amica. L'incontro con un giovane intrigante la porterà però verso risvolti inattesi. Sua madre (Mitchell) e suo padre (Richard Roxburgh) intanto la cercano, affidandosi a un anziano e bizzarro investigatore privato (Harry Richardson), personaggio divertente di cui è un piacere ascoltare le divagazioni.
La regista e sceneggiatrice australiana sceglie di usare un montaggio diacronico; alcune scene sono ripetute sotto punti di vista diversi, il nastro del tempo è riavvolto e fatto scorrere di nuovo. Ecco che così il film non è più solo la storia di Grace ma è quella di una famiglia che conserva in sé tanti segreti e vive uno spento e inquietante conformismo all'interno del quale si affastellano bugie. Looking for Grace diventa un caustico ritratto - in punta di piedi - di persone normali e infelici. "Sono affascinata dall'amore, non quello romantico, quello in certa misura distante presente nella famiglia. Le persone all'interno di una famiglia combatteranno per te, per salvarti, ma in certi casi ti trattano senza scrupolo e senza attenzione", dice ancora Brooks, quasi sorpresa di trovarsi a Venezia. "In Looking for Grace non cerchiamo solo Grace, cerchiamo anche la grazia: nella vita è importante trovare momenti di grazia".

I più letti

avatar-icon

Simona Santoni

Giornalista marchigiana, da oltre un decennio a Milano, dal 2005 collaboro per Panorama.it, oltre che per altri siti di testate Mondadori. Appassionata di cinema, il mio ordine del giorno sono recensioni, trailer, anteprime e festival cinematografici.

Read More